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 2014  febbraio 26 Mercoledì calendario

Biografia di Stefania Giannini

• Lucca 18 novembre 1960. Linguista. Politico. Ministro dell’Istruzione del governo Renzi (2014-2016). Eletta in Senato nel 2013 con Scelta civica, di cui dal novembre 2013 al maggio 2014 è stata segretario, nel febbraio 2015 ha abbandonato il partito per passare al Pd. Dal 1999 è professore ordinario di Glottologia e Linguistica, dal 2004 al 2013 è stata rettore dell’Università per stranieri di Perugia. Dal 2011 al 2013 presidente della Società italiana di glottologia, tra il 2005 e il 2009 ha ricoperto il ruolo di rappresentante per l’Italia nel Comitato di selezione del programma Erasmus Mundus alla Commissione europea.
• «Elementari e medie a Lucca. Università a Pisa. Dottorato a Pavia. Sono stata la prima a ottenere una laurea in famiglia».
• «È una figlia unica che ha radicalmente deviato dalle tradizioni di famiglia. Nella frazione dov’è nata – Ponte a Moiano, a nord di Lucca in direzione Garfagnana – i Giannini avevano una gelateria-pizzeria e l’abitazione sopra il locale. Come Margaret Thatcher nella bottega del babbo droghiere, anche il futuro ministro aiutava i genitori servendo pizze e gelati. Brillante scolara, frequentò il Liceo classico Machiavelli. Zoppicava solo in Matematica, cosa che nell’anno della maturità la riempì di tanto terrore da sbiancarle le chiome da biondo oro all’attuale chiara d’uovo. (…) Entrando in un ambiente nuovo, Stefania Giannini lo fa in punta di piedi ma presto si trasforma in schiacciasassi e ruba la scena. Si era affacciata alla politica come ultima ruota del carro di Scelta civica, all’ombra di Mario Monti, che pareva un semidio. Nove mesi dopo, era già segretario del partito mentre Monti finiva nel dimenticatoio. Due mesi fa, è stata l’unica di Sc a eccitare la fantasia di Matteo Renzi al punto da farsi nominare ministro dell’Istruzione, lasciando basiti i vecchi volponi del suo partito che da lustri bazzicano il Palazzo con meno soddisfazioni di quelle che si è cavate lei in un anno» (Giancarlo Perna) [Grn 14/4/2014].
• «Senza un perché si è ritrovata in politica. Alla cena elettorale di Forza Italia a Perugia (qualche anno fa era un’elettrice di Berlusconi) il Cavaliere la adocchiò, si era in casa di Luisa Todini, e le offrì la candidatura di presidente della Regione. Giannini, rettore dell’università per stranieri di Perugia, gradì molto. Screzi interni a Forza Italia obbligarono il Cavaliere a revocare l’offerta e Stefy, oramai rapita dalla dimensione pubblica, traghettò il suo corpo presso Luca Cordero di Montezemolo, che aveva progettato Italia Futura, partito nuovo e rivoluzionario. Capì presto che si andava a nozze con i fichi secchi e passò con Mario Monti. Eletta senatrice, eletta segretaria di Scelta Civica. Infine ministro. Persuasa che bisogna essere sempre in movimento, quando Monti si afflosciò e la sua Scelta civica scomparve, saltò sul carro del Pd» (Antonello Caporale) [Fat 13/12/2016].
• «A trentuno anni era professore associato. A trentotto ordinario. (…) Liberale orgogliosa. Appena le ricordo le polemiche causate dal suo esordio con la visita a una scuola paritaria cattolica, replica thatcherianamente: “Lo Stato deve garantire la qualità dell’istruzione, ma ogni famiglia deve avere la possibilità di scegliere”. E quando definisco “inciampo” l’intervista in cui disse che andava superato il meccanismo degli scatti di anzianità e che ha causato una reazione indignata dei sindacati, dice: “Per me non è stato un inciampo. Ribadisco con forza: solo in un sistema statico come il nostro l’anzianità è l’unico modo per valorizzare la figura dell’insegnante con un aumento dello stipendio”» (Vittorio Zincone) [Set 21/3/2014].
• «La sua carriera accademica, soprattutto quella di rettore a Perugia, e il suo contatto con la realtà internazionale del progetto Erasmus la mettono nella condizione di muoversi con agilità sia nell’università sia nella ricerca scientifica. Una buona carta per evitare il dramma della continua fuga dei nostri cervelli all’estero. Così come le è utile il fresco incarico di segretario politico per rendere più pesante il ministero dell’Istruzione. Al contrario, però, proprio per questa sua indubbia formazione universitaria, rischia di sapere ben poco di scuola primaria nonché di secondaria inferiore e superiore. Cioè gli anelli più deboli e impoveriti dell’istruzione italiana, in particolare per quanto riguarda la secondaria inferiore in piena crisi di identità e contenuti. Le basterà parlare con i demotivatissimi docenti per capirlo. E anche per allarmarsi in tempi molto rapidi» (Paolo Conti) [Cds 22/2/2014].
• Capolista di Scelta civica alle Europee 2014, la lista prese solo lo 0,7% dei consensi (197 mila voti circa), lei 3.195 preferenze. Dopo il deludente risultato si è dimessa da segretario. «Di fronte a una sconfitta di questa portata consegno all’assemblea le mie dimissioni».
• «A giudicare dalla composizione del governo Gentiloni, con le conferme dei ministri Madia, Poletti e la promozione della Boschi, si direbbe che l’unico ministro del governo Renzi titolare di una grande riforma esplicitamente bocciato sia Stefania Giannini. La Giannini è stata sostituita da Valeria Fedeli al Miur. Del resto, il segretario del Pd da mesi ripeteva che il suo vero cruccio tra le riforme che andavano fatte meglio era proprio la Buona Scuola. (…) Andiamo al merito della riforma. Al Pd non piacque sin dall’inizio il testo di princìpi generali che la Giannini mise con consultazione. Non è un mistero: molti dei suoi punti non trovarono infatti traduzione nel testo del disegno di legge, nel tardo autunno 2014. E attenzione, fu allora che nella riforma assunse peso una delle novità destinata a suscitare tantissime critiche da parte di sindacati e insegnanti, cioè il rafforzamento dei poteri del dirigente scolastico rispetto ai docenti, e alla scelta delle piante organiche per la parte relativa al completamento dell’offerta formativa in ogni istituto. Il presidente del Consiglio era fortemente a favore del rafforzamento di quelli che un tempo si chiamavano presidi, anche se la storia preferirà invece dire che la responsabilità di quella scelta è della Giannini. Ma proprio tale rafforzamento complicò ulteriormente i rapporti coi sindacati, che invece erano giunti a trattare esplicitamente un ridimensionamento molto forte degli scatti di anzianità retributivi uguali per tutti al posto di una componente molto più rilevante da destinare alla retribuzione differenziata merito, secondo le nuove procedure di valutazione, una delle vere grandi novità della riforma. A quel punto, avvenne l’errore fatale. Si decise cioè di concentrare la vera grande ragione della riforma – cioè la messa in regola impostaci giustamente dall’Europa di centinaia di migliaia di precari, che dagli anni Ottanta la politica italiana aveva vergognosamente accumulato nella scuola italiana – in un solo anno scolastico. Opera erculea rivelatasi del tutto impari alle possibilità della macchina burocratica centrale e periferica del Miur. Il che spiega perché di anni ne saranno necessari almeno un altro paio, stante che ancora oggi almeno 30 mila restano i precari supplenti, e molti di più coloro che o non hanno superato il concorso quest’estate o restano nelle graduatorie. Si può credere di darne colpa alla Giannini, ma è molto improbabile che chiunque altro al suo posto sarebbe riuscito nell’impresa» (Oscar Giannino) [Mes 13/12/2016].
• «Scrive libri senz’altro appassionanti con titoli così Tra grammatica e pragmatica: la geminazione consonantica in latino o così La fonologia dell’interlingua. Principi e metodi di analisi. È anche una grande twittatrice, strumento con il quale esprime tutte la sua alta considerazione per Napolitano, Monti, Letta, Renzi e tanti altri» (Mattia Feltri e Massimo Gramellini) [Sta 22/2/2014].
• Sposata con Luca Rossello, socio di Tagetik, azienda lucchese di software per la gestione e il controllo dei processi strategici. Due figli, Enrico ed Edoardo: per entrambi, studi al Politecnico di Milano.
• Estate 2014, «stabilimento Marzocco, Marina di Pietrasanta (Lucca). I paparazzi s’appostano e cliccano spietati. Il ministro Maria Elena Boschi, in bikini. Lei, la Giannini, in topless. Il primo, in assoluto, di un ministro della Repubblica. “Era una fotografia al naturale – commentò – e vi sarete accorti che la ragazza di campagna Stefania non è una donna rifatta. Il prossimo anno, comunque, andrò in montagna”» (Fabrizio Roncone) [Cds 18/6/2015].
• «Non ho il dono della fede. Ma sono cresciuta con quei valori, nella Lucca bianca. I miei due figli sono battezzati. (…) Sono per i diritti delle coppie omosessuali» (a Vittorio Zincone) [cit.].
• Film preferito: Match Point di Woody Allen («geniale»); canzone: Candle in the wind di Elton John («drammatica. La colonna sonora della mia adolescenza, invece, era di Jackson Browne. Stay… just a little bit longer…»); libro: Domani nella battaglia pensa a me di Javier Marías.