26 febbraio 2014
Tags : Suor Giuliana
Biografia di Suor Giuliana
• (Angelina Galli) Meda (Milano) 8 marzo 1935. Suora. Già consigliere, nel giugno 2010 nominata vicepresidente del comitato di gestione della Compagnia di San Paolo. Soprannominata “sorella banca” («Lo trovo fuori luogo, io non lavoro in una banca. Sono vicepresidente della Compagnia di San Paolo, che è azionista di una banca. Certe volte penso che chi mi chiama così sia a corto di aggettivi»).
• «“Da giovane pensavo che il denaro fosse lo sterco del diavolo (...) ma siccome sono vissuta in campagna ho imparato presto che il concime è indispensabile per far fruttare le buone intenzioni. Perché, purtroppo, le buone idee da sole non bastano”. Per 27 anni la religiosa ha guidato le associazioni dei volontari del Cottolengo, la “Piccola casa della divina provvidenza” che assiste i poveri e i malati più gravi. Un ente benefico che da oltre un secolo è una istituzione a Torino e raccoglie la carità di tutti gli strati sociali. Dal suo punto di osservazione del Cottolengo, suor Giuliana (due lauree prese negli Usa) si è fatta un’idea precisa della sua città (...) è stata per decenni il punto di incontro tra i poveri e i benestanti, tra chi aveva bisogno e chi intendeva fare la carità: “Quando i potenti vengono da me – precisa la suora – non lo fanno certo per vantarsi delle loro operazioni finanziarie”» (Paolo Griseri) [Rep 14/7/2008].
• «Ha una laurea in Sociologia e un master in Scienza del comportamento preso a Miami. (...) Per una vita si è occupata di volontariato, cioè un mondo che inizia dove il bisogno di soldi finisce, “dopo aver concluso il lavoro di cittadino”, corregge lei, che si è scontrata con il bisogno di denaro tardi, perché prima aveva altro da fare. Gestire la comunità del Cottolengo, trovare ed educare le persone giuste e non solo disponibili a passare il tempo con uomini e donne problematici. Per 26 anni suor Giuliana si è concentrata su questo, dentro confini che ha sempre allargato (...) è impegnata nella ricerca e nel 2001, insieme con Francesca Vallarino Gancia, ha creato Mamre: una onlus che si occupa di integrazione. Dentro questo universo solidale è entrata la Banca San Paolo tramite una segnalazione del sindaco di Torino, Sergio Chiamparino: “Detto così suona ufficiale, in realtà l’idea è nata con una chiacchierata. Dopo mesi dal primo accenno ho incontrato il sindaco al Salone del libro e mi ha detto che il progetto proseguiva”. Ha iniziato a controllarlo, leggendo sui giornali le notizie sul nuovo consiglio e dopo un informale incontro con Angelo Benessia, neo presidente della Compagnia San Paolo (...) ha firmato la nomina. (...) “Con una mia pupilla ho messo su un piccolo centro per la cura del disagio mentale degli immigrati, partiti con una tantum ho dovuto cercare entrate fisse. Nuove prospettive e nuove problematiche, ma non è che io pensi di arrivare in San Paolo come il salvatore dell’umanità. So che non si accolleranno tutti i bisogni che proverò a mettere sul tavolo e anche che le necessità delle città sono più di quelle che interessano a me. Non mi faccio illusioni. Vado a vedere di che si tratta e se non funziona: dietrofront. Non c’è ancora stata una riunione e la definizione di suor banca mi sembra azzardata (...) San Paolo ha nel suo statuto l’interesse per la solidarietà. È semplice: se potrò dire o negare una parola rispetto ai progetti presentati bene, altrimenti è tempo perso. Non mi aspetto che il fatto di essere una suora spalanchi porte chiuse (...) Sono religiosa, cittadina italiana e donna. I tre livelli coesistono. La scelta religiosa non nasconde e non cancella il resto”. Ha preso i voti a 23 anni e il padre le ha chiesto: “Sarai capace di obbedire?” (...) La discussione è uno dei suoi punti forti. Anni fa, più di un politico ha cercato di fermare una mostra fotografica, “Compagni di viaggio silenziosi”. Ritratti degli ospiti del Cottolengo scattati da Andrea Vallerani, entrato al Cottolengo prima come volontario e, solo dopo 9 mesi di lavoro, autorizzato a fare il fotografo. Quando ha visto le immagini, Suor Giuliana, accompagnata da Marella Agnelli, ha cercato sponsor per l’allestimento: respinte. “Un politico locale e un pezzo grosso a Roma mi hanno risposto che quelle foto dovevano restare dentro il Cottolengo, anzi mi è stato chiesto se avevo il permesso di farle uscire”. Ovviamente sono uscite, hanno girato l’Italia e uno dei due politici, anni dopo, si è candidato invano come sindaco di Torino. La politica non spaventa la suora consigliere» (Giulia Zonca) [Sta 15/7/2008].
• «È stato Cesare Romiti il primo a far digerire a suor Giuliana Galli parole come liberismo e finanza. Il cavaliere del capitalismo italiano andava spesso al Cottolengo per farle visita. Passava le ore a discutere con quella donna decisa e mite che si muoveva tra i malati dell’ospedale torinese con la stessa determinazione con cui lui sbrigava pratiche in Fiat o Rcs. Chissà se Romiti aveva intravisto un potenziale da banchiere nel capo dei volontari del Cottolengo. Dall’ospedale alla Compagnia di San Paolo, dove oggi suor Giuliana siede nel consiglio di amministrazione, la strada è stata lunga. Nominata nel 2008 dal sindaco di Torino Sergio Chiamparino, la religiosa si occupa di investire nel sociale gli utili che arrivano dal gruppo Intesa Sanpaolo. “In passato l’Ufficio Pio, l’ente della compagnia che svolge da 600 anni un ruolo di ‘pronto soccorso sociale’, si dedicava alle cosiddette povertà vergognose, le nobiltà decadute. Oggi lavoriamo con le nuove povertà: i precari, i cassaintegrati, i lavoratori che non hanno i soldi per pagare il mutuo”, racconta Giuliana (...) Forse è stata l’America, paese che l’ha accolta dopo la laurea per un master in Scienze del comportamento a Miami, a darle un imprinting pragmatico. “L’amore da solo non può cambiare il mondo, servono buona volontà e strumenti”. Quale posto migliore della Commissione delle politiche sociali della Compagnia di San Paolo per trovarli? “Il potere esiste e non va condannato per principio. L’importante è che non si trasformi in dominio. Non c’entra essere buoni o cattivi... Ti affezioni al potere anche se è la misericordia a guidare le tue azioni”. Apprezza molto le figure che in ambito bancario e industriale “non hanno paura di dire: seguiamo la Bibbia”. Ma non si fa illusioni: “Ho difficoltà a immaginare un dirigente d’azienda mentre legge la parabola del giudizio universale in Confindustria”. (...) Non ha mai provato imbarazzo per il suo doppio ruolo, neanche quando i giornali, poco dopo la sua nomina, la chiamavano “sorella banca”. La suora ai pregiudizi è abituata. All’inizio dell’avventura con i migranti di Mamre, lei e Francesca Vallarino Gancia erano spesso oggetto di critiche: il centro, oggi punto di riferimento per l’etnopsichiatria in Italia, veniva visto come “operazione filantropica dell’alta borghesia cattolica piemontese per convertire gli immigrati”. Accuse dure da smaltire per una donna che lotta quotidianamente per la difesa delle diversità religiose e culturali» (Serena Danna) [S24 25/4/2010].