25 febbraio 2014
Tags : Sora Cesira
Biografia di Sora Cesira
• Compositrice (tv, pubblicità). Nota per le videoparodie di canzoni celebri condivise in diversi social network, con milioni di visualizzazioni e “adepti” (We are the world for Polverini, Aggiungi un posto all’Atac, Arcore’s night, Italian Rhapshody, Papa no beach, Incarcerabile, ecc.), successo largo e immediato che l’ha portata anche in tv (Gli Sgommati, Sky Uno). Nel 2011 premiata al Festival internazionale della satira di Forte dei Marmi: «Non sono né di destra, né di sinistra, sono una moderata di centro» (R. Fra.) [Cds 5/2/2010]. Ha pubblicato un libro, Nel bene, nel male e nel così così (Mondadori, 2011). Nel 2013 a teatro con lo spettacolo Felicità.
• «La Sora Cesira (…) non è particolarmente vogliosa di far sapere chi è veramente: “Intanto sono timida, non mi piace apparire: queste cose erano nate solo per i miei amici, non pensavo diventassero così popolari. Poi sono convinta che se impegnassi la mia identità reale ne verrei condizionata, mi porrei dei limiti che ora non sento. Così sono più libera”. Di qui la scelta di rappresentarsi online con una foto grottesca, quella di una buzzicona in sovrappeso che fa ginnastica vestita di latex: “L’ho trovata per caso in Rete mi è piaciuta subito, magari un giorno questa signora verrà a chiedermi i diritti e allora sarà un problema...”. Inutile dire che lei, invece, è tutta diversa: esile e bionda, cultura universitaria, figlia di un avvocato del quartiere Prati. Ma soprattutto, è una musicista professionista: ha studiato pianoforte e da vent’anni scrive musica per la pubblicità (spot di compagnie telefoniche, banche, bibite ecc.) e per la tivù (sigle, documentari e altro). Mai fatto politica (“A parte un paio di sit in con il Popolo Viola”), voti disparati a sinistra (“L’ultima volta i Radicali, mi pare”) e quel blog che ha aperto giusto un anno fa (2010) “per scrivere i miei pensierini irriverenti e un po’ bastardi”. Ma, dopo qualche settimana passata a stroncare film e libri vari, a fine febbraio del 2010 la Sora Cesira decide di sfottere un po’ l’eliminazione della Roma da una coppa (“Sai com’è, noi laziali siamo sempre sotto botta...”) confezionando un video di tre minuti intitolato Perdere l’Europa: starring, Mino Reitano reinterpretato in falsetto da lei medesima, sulle immagini dei giocatori giallorossi distrutti dopo la partita col Panathinaikos. Un gioco, ovviamente, ma la clip diventa subito virale su YouTube, con inevitabile coda di insulti sul web. Era fatta, la Sora Cesira aveva trovato la strada: meno di un mese dopo ecco l’ironico appello per salvare le liste del Pdl nel Lazio appena escluse dal Tar, sulle note di We Are The World (“L’abbiamo fatto di notte, io e il mio tecnico del suono, interpretando tutte le voci e ammazzandoci dalle risate”). Questa volta il boom è deflagrante: sui siti di tutti i giornali fino a Striscia la notizia. Seguono le altre videoparodie, da Berlusconi a Ratzinger (“Io sono credente e praticante, ma le ingerenze del Vaticano nella politica sono una cosa medievale”), fino alle Papi girls e ai pasticci di Alemanno (titolo: Aggiungi un posto all’Atac). Con il successo, per la Sora Cesira arriva un contratto con Sky – le canzoni de Gli sgommati – e qualcuno le propone di monetizzare anche i video, vendendoli su iTunes: “Ma non ci penso proprio, la Sora Cesira sarà sempre gratis sul web”, dice lei: “Non si può commercializzare sempre tutto e i soldi non mi interessano, preferisco divertirmi. Anzi, adesso sul blog metterò tutte le clip in versione mp3, così chiunque se le può scaricare, anche come suoneria del cellulare”» (Alessandro Gilioli) [Esp 14/4/2011].
• «(…) I successi della Sora Cesira, scritti in italiano anglizzato: Beppe Fenoglio lo chiamava “fenglese” e lo usava per rifondare una lingua capace di raccontare l’Italia liberata del Secondo dopoguerra; la Sora Cesira, nel suo piccolo, adotta ciò che chiama “itanglish” per scimmiottare (neanche troppo bonariamente) un paese che non è neanche riuscito a liberarsi da solo. (…) Nel bene, nel male e nel così così è un libro vero. Stralunato, sboccato, riuscito. Non la solita marchetta, confezionata in fretta dal comico di moda. Per certi aspetti ricorda il surrealismo di Gene Gnocchi nel recente L’invenzione del balcone (soprattutto quando la protagonista si immagina scrittore svedese di gialli per vendere milioni di copie) e per altri non è distante dalla comicità casalingo-ridanciana di Madamin Littizzetto. L’autrice immagina una biografia rigorosamente coatta per il suo personaggio: residente a Spinaceto, due figli (una sovrappeso e uno delinquente), il marito Plinio rigorosamente asessuato. Lei ha “l’età di Marilyn Manson al quadrato, diviso gli anni di Shrek meno il metabolismo basale di Cenerentola quando ha il ciclo. (…) Ho intrapreso numerose carriere scolastiche e non, e di tutte porto ancora i segni tangibili”. (…) L’emotività, la Sora Cesira, fa di tutto per non mostrarla. Un po’ come il suo vero volto. Si scorge giusto due volte. La prima è in una delle due epigrafi, appartenente a John Dryden: “Vita, amore e risate. Quali doni inestimabili possiamo dare ai nostri figli”. La seconda, sorta di improvvisa parentesi militante all’interno di pagine felicemente dedite al cazzeggio, è la tirata – rivolta alla figlia – in difesa del diritto e dovere di voto. “È responsabilità di una madre, di una sorella, di un amico, di un conoscente spiegare che la libertà di parola, informazione, voto è un privilegio”. Anche la Sora Cesira ha un cuore. Vive, lotta e si indigna in mezzo a noi. Canta – e scrive – bene. Prima di confondersi, lei come tutti, nel grigiore globalizzante di un megadiscount qualsiasi» (Andrea Scanzi) [Fat 19/11/2011].
• Dietro lo pseudonimo (a Forte dei Marmi ritirò il premio col volto coperto da un ampio cappello a fiori) potrebbe celarsi Lila Fiori, figlia dell’ex politico Publio (vedi Publio Fiori), nata Lida il 23 maggio 1967 a Roma, due partecipazioni al Festival di Sanremo (1991, 1993) come leader della band Fandango.
• «Molti secoli fa, quando in drammaturgia teatrale si avvertiva la necessità di dare un senso allo stallo narrativo, si usava ricorrere al deus ex machina, un tizio travestito da divinità che, calandosi sulla scena per mezzo di un trabiccolo spesso pericolante, veniva a capo delle trame più intricate. Oggi noi romani, spesso contraddistinti da un solido pragmatismo tipico dei periodi di magra, più che nel deus ex machina confidiamo nella “botta de culo”, che è un po’ quella che è capitata a me. Sono passati più o meno due anni da quando, quasi per gioco, misi online We are the world for Polverini. A quel video ne seguirono molti altri, fra tutti il popolare Arcore’s nights, inno alle gesta del Berlusca nazionale e delle sue Olgettine soprannaturali. Grazie a tutto ciò, posso finalmente pregiarmi dello status di blogger, ma è anche giusto che sappiate che sono una giovanotta di mezza età. Non ho più l’età per giocare alla rockstar o per mostrarmi senza vergogna in pubblico. Le foto evidenziano occhiaie oltraggiose, le rughe solcano piste sotto luci crudeli e anche i jeans, un tempo complici ineguagliabili, danno vita al detestabile “effetto cassonetto”. Aggiungete che detesto il voler apparire a tutti i costi e che mi godo la libertà di farmi i cavoli miei in santa pace, ed ecco che un improbabile cappello a fiori diventa un accessorio imprescindibile. Lo confesso, amo essere La Sora Cesira, almeno quanto adoro il privilegio di poter sgattaiolar via da lei ogni volta che lo desidero. Io e lei stiamo facendo un po’ di strada insieme. Collaboriamo con Gli Sgommati da tre stagioni, abbiamo lavorato per il Chiambretti Sunday show e per Robinson. Abbiamo persino pubblicato un libro dal titolo Nel bene, nel male e nel così così. Un giorno poi arriva una strana telefonata da un tizio che sostiene di essere il curatore della “contemporanea” per l’Auditorium di Roma. Dice che ha in mente di propormi uno spettacolo per la stagione 2013. Per quanto mi riguarda è uno scherzo. Invece no, a conferma che la vita è buffa e affascinante. In questi giorni, infatti, prepariamo Felicità, uno show che attraverso musica, scienza e ironia aspira a raccontare quei momenti che ci fanno sentir grati di essere al mondo. Mancano tre mesi al debutto, e La Sora intanto se la ride sulla locandina in compagnia di Ludovico Einaudi, Philip Glass, Jakob Tv e Ryuichi Sakamoto. Alla domanda “Che ne pensa della Sora Cesira?”, pare che il maestro Sakamoto abbia replicato: “Maki katsè?”. Credo volesse dire che mi stima molto. E sono soddisfazioni» (La Sora Cesira sul Corriere della Sera) [Cds 10/10/2012].
• Tifa Lazio.