La Gazzetta dello Sport, 25 febbraio 2014
Scriviamo certi del fatto che Renzi abbia ottenuto la fiducia al Senato, ma senza conoscere i numeri perché i senatori hanno cominciato a votare poco prima di mezzanotte, quando è finito il dibattito e il premier ha replicato
Scriviamo certi del fatto che Renzi abbia ottenuto la fiducia al Senato, ma senza conoscere i numeri perché i senatori hanno cominciato a votare poco prima di mezzanotte, quando è finito il dibattito e il premier ha replicato.
• Il fatto importante è tuttavia il discorso in sé, abbiamo finalmente un programma di governo, senza i tweet e i gli slogan-titolo.
Beh, fino a un certo punto, perché poi il nostro giovane premier - mano in tasca, disinvoltura, brillantezza dell’eloquio, settanta minuti filati spesso improvvisando - non ha rinunciato alla sua passione per le immagini suggestive e le espressioni forti: «questo è il tempo del coraggio», «dobbiamo provare a fare sogni più grandi», «parlo ad un’assemblea della quale, data la mia età, non potrei far parte». Tuttavia abbiamo una scaletta di priorità, e una prima, vaga imbastitura dell’abito che a ciascun problema il premier vorrà mettere.
• Qual è la priorità numero uno?
Resterà sorpreso, è la scuola. È «dalla scuola che riparte un Paese e nasce la sua credibilità». Ma serve concretezza amministrativa: «Bisogna cambiare il patto di stabilità interna per quel che riguarda l’edilizia scolastica. Domani chiederò per lettera a tutti gli ottomila sindaci e ai presidenti delle province superstiti una lettera che faccia il punto della situazione sull’edilizia scolastica, seguendo una suggestione di Renzo Piano, che ha parlato di rammendare i nostri territori, le nostre periferie. Dal 15 giugno al 15 settembre ci sarà un programma straordinario, dell’ordine di qualche miliardo di euro, sui singoli territori in base alle richieste dei sindaci. Di fronte alla crisi economica non si può non partire dalle scuole». Ha anche detto che ogni mercoledì mattina si recherà in una scuola: «Comincerò da Treviso, la settimana successiva andrò in una scuola del Sud». Perché il governo «non sta solo a Roma».
• Seconda priorità.
La pubblica amministrazione. «Il primo impegno è lo sblocco totale dei debiti della Pubblica Amministrazione attraverso un diverso utilizzo della Cassa Depositi e Prestiti. I governi passano, i dirigenti della Pubblica Amministrazione restano. È da paese civile affermare la contestualità tra responsabilità di governo e struttura dirigente della macchina pubblica, dire con forza che una politica forte è quella che affida a tempi certi anche il ruolo dei dirigenti, perchè non può esistere la possibilità di un dirigente a tempo indeterminato che fa il bello e il cattivo tempo». Sulle spese dello Stato: «Ogni centesimo deve essere visibile on line da parte di tutti, è necessario un meccanismo di rivoluzione nel rapporto tra cittadino e pubblica amministrazione».
• Sul lavoro non ha detto niente? E sulle tasse?
«Porteremo immediatamente alla vostra attenzione una riduzione a doppia cifra (cioè di almeno il 10%) del cuneo fiscale, con misure serie, irreversibili, non solo legate alla revisione della spesa, che porterà già nel secondo semestre 2014 risultati immediati. I dati su pil e disoccupazione dal 2008 al 2013 non sono numeri di una crisi ma di un tracollo. Chi è entrato in una fabbrica o ha incontrato lavoratori sa bene che quelli sulla disoccupazione non sono solo ‘numerini’, ma indici di una situazione impietosa e devastante, che richiede un cambio radicale della politiche economiche e provvedimenti concreti che con Padoan abbiamo discusso e approfondiremo nelle prossime settimane». Ha anche annunciato un «sussidio di disoccupazione universale» e la costituzione e il sostegno di fondi di garanzia per le piccole e medie imprese che non riescono ad accedere al credito. Quanto al fisco «è possibile inviare a casa a dipendenti pubblici e pensionati la dichiarazione dei redditi precompilata. Così il fisco finisce di essere ostile e diventa amico». Ha poi promesso, per giugno, «un pacchetto organico di revisione della giustizia che non lasci fuori niente. Parto dalla giustizia amministrativa».
• Che ne dice?
Ci potremmo metter lì e mostrare facilmente che il premier la fa facile, troppo facile. Per esempio, relativamente all’edilizia scolastica, (il fabbisogno per «rammendare il territorio» è di 45 miliardi) hanno provato anche in passato a realizzare una mappatura dei problemi esigendo informative dagli ottomila sindaci. Ma quanti sindaci hanno poi effettivamente risposto? Non più di uno su cinque. Anche l’invio a casa dei 740 precompilati: è assolutamente giusto, ma in questo modo si toglierà business ai Caf (Centri di Assistenza Fiscale) che fanno riferimento ai sindacati. Potrei continuare, naturalmente, ma non voglio fare il grillo parlante e desidero sinceramente invece, come tutti, che il nuovo premier riesca a fare quello che dice.