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 2014  febbraio 24 Lunedì calendario

Biografia di Pietro Scott Jovane

• Cambridge (Stati Uniti) 27 settembre 1968. Manager. Ex amministratore delegato di Microsoft Italia, dal luglio 2012 amministratore delegato del gruppo Rcs.
• «Un giorno Pietro Scott Jovane entrò nel suo nuovo ufficio e lo mostrò orgoglioso ai giornalisti: “Vedete? È una favola”. Era il giorno dell’inaugurazione della nuova sede italiana di Microsoft a Peschiera Borromeo e il fatto era che l’amministratore delegato avrebbe diviso il suo ufficio con tutti gli altri dipendenti: il palazzo infatti era (ed è) un immenso open space, con salette e phone boot per i momenti di riservatezza, ma dove chiunque fosse entrato per lavorare avrebbe avuto gli stessi diritti. Niente cartellino, niente orario, niente privilegi e – appunto – niente ufficio: “Se mi sento a disagio? Beh, sembra in effetti un po’ strano… Ma se chi comanda non dà l’esempio come fa poi a pretendere che chi lavora con lui si adegui?”. Ecco, questo è Pietro Scott Jovane, l’uomo che a soli 44 anni entra nel salotto buono dell’economia italiana e si siede sulla poltrona di comando. Nato nel ’68 a Cambridge (quella americana), un papà professore al Mit di Boston, l’asilo fatto a Napoli, le media tra Bari e Milano, il liceo e l’università a Oxford (proprio quella lì), ha cominciato a lavorare a 26 anni nell’anno 1994, quando si è presentato davanti a Pietro Scaroni con un’idea per la privatizzazione del gruppo vetrario Siv: “Il colloquio andò benissimo, tranne che mi dissero che il mio curriculum era un disastro…”. Lo presero, comunque, e lì cominciò l’avventura nel mondo delle privatizzazioni italiane, passando poi a lavorare a New York per il gruppo Versace e poi in Italia a Telecom. Fino a quando – oggi come allora – un “cacciatore di teste” lo selezionò, quella volta per Microsoft: nonostante il suo primo computer fosse stato un Apple 2 Europlus (ma lo confesserà anni dopo in un’intervista), fu assunto come amministratore delegato a 35 anni in un’azienda in cui l’età media era perfino più bassa. Ed in effetti il clima, nella Microsoft italiana, è stato subito diverso da quello di tante altre grandi aziende, perché quando si parla di “Pietro” (proprio così), si capisce che il timore sfocia nell’ammirazione. Così, con un computer sempre acceso e un telefonino online 24 ore su 24, Scott Jovane – l’uomo che in treno viaggia sempre in economy e che sta postando su un indirizzo mail creato ad hoc per i due figli (Gaia e Giacomo) commenti e foto che un giorno diventeranno una specie di eredità familiare – ha dato un’immagine fresca a un’azienda che oltreoceano ha negli ultimi anni peccato un po’ di vecchiaia, grazie alla scelta (sua) di manager competenti e soprattutto preparati e pronti. Anche perché sempre connessi, visto che secondo Scott Jovane “non c’è bisogno di essere sempre in ufficio per lavorare. Se un mio dipendente alle 8 del mattino perde più di un’ora per venire in sede, preferisco che cominci a lavorare da casa e poi arrivi quando ci mette di meno. Lui gli strumenti li ha e così l’azienda guadagna ore di lavoro”. Per questo – e non solo per il suo aspetto da golden boy – è il manager più amato dalle dipendenti, le quali in Microsoft sono state agevolate “perché sa – disse una volta al Giornale – su questo tema in Italia siamo dei trogloditi: sappiamo tutti che una donna diventerà madre, poi quando accade ci sorprendiamo. In Microsoft lavoriamo sui risultati, non sulle ore di presenza: il telelavoro non è una regola, ma una realtà dei fatti. E succede che quasi tutte le mie colleghe rientrano subito dalla maternità. Non è logico?”. Infatti. Tanto logico che a Peschiera il suo addio è stato accolto con rimpianto, mentre adesso per lui comincia il lavoro più difficile: risanare i conti del cuore dell’editoria italiana e cambiare il modo di lavorare dei giornalisti. Le idee Pietro Scott Jovane le ha però già chiare: “Diciamo che probabilmente chi è nato dopo il Duemila non andrà in edicola a cercare le news. Già oggi, i ragazzi trovano già oggi tutto online, in futuro invece dei giornali leggeranno un tablet o un lettore digitale”. E visto da dove arriva, anche questa volta non gli sarà difficile dare l’esempio» (Marco Lombardo) [Grn 25/5/2012].
• Questo il piano industriale per ridurre i debiti di Rcs, proposto nel febbraio 2013: 800 esuberi su 5 mila dipendenti (di cui 640 in Italia e il resto in Spagna), chiusura o vendita di 10 testate periodiche; trasferimento di tutti i dipendenti in via Rizzoli, nella nuova torre, liberando quindi gli spazi di via San Marco e via Solferino, sedi delle redazioni della Gazzetta dello Sport e del Corriere della Sera (Andrea Montanari) [Mfi 11/2/2013].
• Nel luglio 2013 è stato varato un aumento di capitale da 400 milioni di euro circa per mandare avanti le pubblicazioni e ridurre l’indebitamento.
• Sostenuto da John Elkann (la Fiat è il primo socio di Rcs con il 20% circa), ha invece avuto diversi contrasti con Diego Della Valle (terzo azionista): «Della Valle, azionista all’8,99% di Rcs, sta valutando un’azione di responsabilità nei confronti dell’amministratore delegato Pietro Scott Jovane. Lo afferma in un’intervista a Radio 24, nella quale precisa che non sarebbe sulla “svendita” della sede storica, ma “su tre o quattro cose... la stiamo valutando”. Secondo l’imprenditore marchigiano, “oggi il problema” dell’editore del Corriere della Sera è che non c’è un azionariato che decide e un cda che decide e si assume rischi. È un’azienda che va tutta rifondata”» (Rep 24/2/2014).
• «È dunque Jovane a fare le spese dello scontro tra gli azionisti. Anche se ultimamente risulta raffreddata la stima dello stesso Elkann nei suoi confronti, Jovane paga soprattutto le accuse di Della Valle, in buona parte condivise nella sostanza, se non nei toni, da altri azionisti e dallo stesso direttore del Corriere della Sera, Ferruccio de Bortoli. Non ha aiutato la serenità dei rapporti la franchezza con cui de Bortoli lo scorso novembre (2013), in occasione di una riunione del cda, ha detto a chiare lettere in una lettera che il piano di ristrutturazione del gruppo era “sbagliato”, a cominciare dalla vendita della sede di via Solferino fino all’aumento del prezzo del quotidiano» (Giorgio Meletti e Silvia Truzzi) [Fat 7/4/2014].
• Il 4 marzo 2014 ha annunciato l’acquisto del 100% di Polis Medialink, società fondata nel 2008 da Angelo Cimarosti, Stefano De Nicolò e Luca Bauccio e proprietaria del portale YouReporter.it, da anni fornitore del Corriere della Sera: «Dal contratto di compravendita consultato da MF-Milano Finanza risulta che il 100% di Polis Medialink è stato pagato 2,55 milioni, ovvero oltre 46 volte il mol 2012 (54.648 euro) e quasi 100 volte l’utile (26.565 euro) della società» (Andrea Montanari) [Mfi 5/3/2014].
• Sposato, due figli, Gaia e Giacomo.