Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  febbraio 21 Venerdì calendario

Biografia di Cinzia Sasso

• Venezia 25 agosto 1956. Ex giornalista di Repubblica. Nota soprattutto come compagna di Giuliano Pisapia, dal 2011 sindaco di Milano, scandalo quando si seppe che viveva da anni in un appartamento affittato dal Pio Alberto Trivulzio ad un prezzo particolarmente conveniente. Si sposarono con rito civile il 9 aprile 2011, dopo vent’anni di fidanzamento.
• «Caro direttore, sono la compagna di Giuliano Pisapia e abito in un appartamento di proprietà del Pat. Siccome sento il ronzio delle api intorno al miele, essendo chiaramente il miele il candidato sindaco e non io, e siccome ho visto che alcuni nomi – ma non il mio – sono stati pubblicati, preferisco violare la mia privacy per raccontarti i fatti miei. Vivo da 22 anni in quell’appartamento. Il primo contratto di affitto con il Pio Albergo Trivulzio era del 1989, quando ancora non conoscevo Giuliano, e stabiliva che, oltre all’affitto e alle spese ordinarie, le spese di manutenzione e ristrutturazione fossero a carico mio. L’ultimo rinnovo, prevedeva la formula 4 anni più 2 e un canone di locazione calcolato secondo quanto stabilito dall’accordo locale per la città di Milano, definito e depositato in data 5 luglio 1999 presso il Comune di Milano. Dal 2008 il mio contratto è scaduto; nel frattempo ho trovato un’altra casa e ho mandato al Pat una lettera di disdetta del contratto di affitto. Giuliano, da oltre trent’anni, è residente e abita in un’altra casa di sua proprietà. Spero che questo basti a rispondere alle tante curiosità sul tema» (lettera al Cds del 18/2/2011).
• «Moglie del primo cittadino, profonda conoscitrice del tessuto economico milanese, avendone scritto per decenni, è una delle migliori amiche del vicesindaco Ada Lucia De Cesaris. Insieme presentano libri sulle donne, magari con l’attrice Lella Costa, senza disdegnare poi qualche post sul suo nuovo blog aperto alla fine di marzo su Io Donna (…), il settimanale di Repubblica, il giornale dove spesso torna insieme con Pisapia per salutare i vecchi colleghi. Ama gli abiti di Armani, tanto che ne sfoggia sempre uno alla prima della Scala. Pochi mesi dopo l’elezione a primo cittadino Cinzia Sasso raccontò in un’intervista Vanity Fair che al marito stava simpatico Silvio Berlusconi» (Alessandro da Rold) [Ink 18/6/2013].
• Ha raccontato di essersi ammalata di cancro nel 2009 e di averlo sconfitto.
• «Della famiglia Pisapia ho conosciuto per primo suo padre, l’avvocato Giandomenico: era l’85, ero appena arrivata a Milano dal Veneto per lavorare a Repubblica, stavo agli Spettacoli e in tv, a Indietro tutta, Arbore faceva la gag del “professor Pisapia”, che era diventata un tormentone. Intervistando il padre ho conosciuto Giuliano. (…) Ero fidanzata. Ma mi ero innamorata di suo padre, diciamo così: mi aveva colpito questo autorevolissimo principe del Foro che girava col cappotto liso, i mezzi guanti d’inverno, portandosi da solo cartelle e faldoni quando altri colleghi giravano con l’autista o in Ferrari. Questo è il loro tratto, la sobrietà. Ancora oggi Giuliano fa una cosa che quasi mi commuove, anche perché la faceva mio padre: ogni mattina prende un fazzoletto pulito di batista. Ecco, quel fazzoletto candido che risparmia gli sprechi della carta lo rappresenta molto» (a Isabella Mazzitelli) [Vty 25/5/2011].
• Ha un figlio, Francesco, avuto da un matrimonio precedente.
• Ha un’educazione «profondamente cattolica, quella che mi diceva che ci si sposa una volta, e quello è il marito e il padre dei tuoi figli, per sempre. Mi sono separata molto presto, e con tanta sofferenza. Pensavo – quanto mi sbagliavo, ma l’ho capito dopo e per questo lo racconto – che ai figli dei separati mancasse qualcosa di irrimediabile, e che fosse giusto preservare la loro stabilità, proteggere le loro abitudini, farli crescere dove erano nati, nella casa di mamma e papà. Invece ho scoperto che gli affetti puoi moltiplicarli, non solo dividerli: Francesco da anni ha due famiglie, e andiamo tutti d’amore e d’accordo» [Mazzitelli, cit.].
• È anche maestra e in passato insegnava.