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 2014  febbraio 20 Giovedì calendario

Biografia di Teresa Sapey

• Cuneo 13 giugno 1962. Architetto.
• «Nata a Cuneo, laureata a Torino, specializzata a New York, residente a Madrid. Quando una rivista inglese l’ha inserita tra “le dieci designer più influenti del mondo”, una giornalista italiana ha scritto: “Peccato che nell’elenco non ci siano connazionali”. Teresa le ha telefonato: guardi che una può nascere a Cuneo e avere un cognome che finisce per “y”» (Beppe Severgnini) [Cds 15/4/2010].
• «(…) Suo capolavoro è il centralissimo parking di plaza Canovas a Valencia: una meraviglia cromatica di 4 piani sotterranei, ognuno con colori diversi (azzurro, verde, giallo e rosso), per accogliere 340 auto, il primo parcheggio ecologico del mondo con tanto di ricarica per vetture elettriche. Non a caso uno dei geni mondiali dell’architettura, Norman Foster, ha definito l’ideatrice (...) Madame Parking. Ma l’architetta italiana più famosa e tra le più trendy di Spagna (...) è presente ovunque, dalle luci di Natale a Madrid al design dei popolarissimi drugstore Vips. Sempre con la sua filosofia creatrice: l’architettura emozionale. “Se non fossi cresciuta a Torino, se non avessi amato il grande Juvarra, che progettò il Palazzo Reale, sicuramente non sarei arrivata tanto in alto” (...) Cuneese di nascita ma vissuta nel capoluogo piemontese fino a quando si è trasferita a Madrid per aprire il suo fortunatissimo studio (...) spiega: “Io definisco architettura emozionale i miei progetti, che non sono solo funzionali ed estetici, perché svegliano tutti i sensi, raccontano storie che fanno sognare. Le mie creazioni sono come teatri dove i clienti, i visitatori, si trasformano in protagonisti ed allora partecipano con emozione” (...) Nonno senatore e padre ingegnere, separata e madre di due gemelli, James e Francesca, prima ha studiato al liceo classico Gioberti, poi si è laureata al Politecnico di Torino con il professor Ruggero (tra i suoi docenti c’è stato l’architetto Gabetti). Quindi si è specializzata alla Parsons School of Design di New York ed alla parigina École National Supérieure d’Architecture di La Villette. Il gusto per la cromaticità, sua inconfondibile caratteristica, l’ha appreso dal pittore Eugenio Comencini. L’architetta, vulcanica e grande comunicatrice, incoronata nel 2007 dalla prestigiosa rivista inglese Wallpaper come una delle 10 designer più importanti del mondo, fa progetti dappertutto, da Dubai a St. Moritz. In Spagna, e soprattutto nella capitale, è famosa. Tra le sue opere ci sono il coloratissimo parcheggio di Plaza de Vazquez de Mella, e quello dell’hotel Puerta de America, opera collettiva di architetti del calibro di Foster, Nouvel ed Hadid. Ma anche negozi della griffe Custo Barcellona, oltre che a Madrid, a Parigi e Milano. Un’attività frenetica che pero non fa dimenticare a questa elegante e stravagante signora le opere di bene. Madame Parking, infatti, fa parte della fondazione benefica Curarte, che aiuta i bimbi malati degli ospedali spagnoli (...) Un impegno che le è valso (...) uno dei dodici premi annuali che, nella sede dell’Onu a New York, assegna la Ong Woman Together alle donne che combinano successo professionale e impegno sociale. “Amo profondamente Torino, mi ha sempre stimolato e continuerà a farlo anche in futuro – dice l’architetta –. Ecco un esempio concreto: ho esportato il Spagna il giallo piemontese per decorare una casa per personaggi importanti a Madrid. Da allora tutti mi hanno copiato”. Di certo la sua coloratissima fantasia va sempre a segno. Quando si presentò per partecipare al concorso dell’Hotel Puerta de Europa, una chicca a cui ambivano partecipare tutti i più bei nomi dell’architettura mondiale, le risposero che arrivava tardi ma che se trovava uno spazio vuoto, il progetto sarebbe stato suo. E sfornò l’idea vincente del parking. “Adoro i parcheggi perché sono una ribelle e mi sono sempre piaciuti i luoghi poco convenzionali. I parcheggi sono non luoghi tipici della nostra contemporaneità, democratici perché aperti a tutti ma sempre nascosti sotto terra, grigi, tristi, lugubri, pensati per nascondere (...) Il parking di Valencia, ecologico anche per i materiali che risparmiano energia e per insegnare ad andare a piedi, incentiva la curiosità perché ogni piano è diverso per raccontare la città, con le direzioni ed i tempi per arrivare ai luoghi più significativi. L’azzurro suggerisce l’idea dell’acqua (spiagge e porto), il verde parchi e giardini, il giallo la gente (mercati e comune), il rosso la cultura (cattedrale e musei). Una architettura comunicatrice”» (Gian Antonio Orighi) [Sta 29/12/2008].