La Gazzetta dello Sport, 18 febbraio 2014
Napolitano ha dato a Renzi l’incarico di formare il nuovo governo, Renzi è rimasto al Quirinale un’ora e mezza, poi è andato a rendere omaggio alla Boldrini e a Grasso (la Boldrini lo ha invitato a far meno ricorso ai decreti legge) quindi ha preso il treno ed è tornato a Firenze, dove ha passato le consegne di primo cittadino al suo vice Dario Nardella
Napolitano ha dato a Renzi l’incarico di formare il nuovo governo, Renzi è rimasto al Quirinale un’ora e mezza, poi è andato a rendere omaggio alla Boldrini e a Grasso (la Boldrini lo ha invitato a far meno ricorso ai decreti legge) quindi ha preso il treno ed è tornato a Firenze, dove ha passato le consegne di primo cittadino al suo vice Dario Nardella. Mentre era in viaggio ha lanciato l’hashtag #lavoltabuona. Ai giornalisti, all’uscita dal Quirinale, ha detto: «Ho ricevuto l’incarico di provare a formare il nuovo governo, ho accettato con riserva per l’importanza e la rilevanza di questa sfida. Immaginiamo un allungamento della prospettiva politica, in questa situazione difficile metterò tutta l’energia e l’impegno di cui sono e siamo capaci. Domani inizieranno le mie consultazioni formali, abbiamo intenzione di lavorare in maniera molto seria sui contenuti. La nostra piattaforma prevede entro il mese di febbraio un lavoro urgente sulle riforme costituzionali ed elettorali e subito dopo a marzo immediatamente il lavoro, ad aprile la riforma della pubblica amministrazione, e a maggio il fisco». Vale a dire, una riforma al mese.
• Lei ci crede?
La Lega lo ha preso in giro. Matteo Salvini ha detto: «A giugno il premier camminerà sulle acque, a luglio moltiplicherà pani e pesci». L’attivismo del presidente incaricato incaricato è talvolta oggetto di satira feroce. Stefano Disegni, sul “Fatto”, lo rappresenta in forma di Superman che sfreccia nel cielo («arrivo, vedo, provvedo e vado! speedy strategies and speedy soluscions for speedy people in a speedy nascion»). All’estero l’hanno soprannominato «l’uomo che ha fretta». Tony Blair però s’è complimentato e i mercati hanno dato risposte positive. Cioè: Fitch ha mantenuto il giudizio negativo sull’Italia («le dimissioni di Letta e la sua sostituzione con Renzi mettono in evidenza la volatilità della politica italiana»), ma Moody’s ha modificato il suo outlook
(previsione) da «negativo» a «stabile». Poi: ieri lo spread è sceso fino a 192 (poi è risalito a 195). Infine, gli otto miliardi di bot messi all’asta venerdì scorso sono andati a ruba, al punto da far segnare il tasso d’interesse più basso mai registrato nella storia d’Italia (0,676). Insomma, altri record.
• Perché «altri» record?
Renzi, giurando alla fine di questa settimana o all’inizio della prossima, risulterà il presidente del Consiglio più giovane dell’Unione europea e anche il più giovane di tutta la storia d’Italia. Anche Mussolini diventò premier a 39 anni, ma era più vecchio di due mesi.
• La questione è: la formazione del governo non sarà più complicata del previsto? Sicuri che alla fine Renzi farà centro?
Renzi ha detto: «Per un orizzonte di legislatura come quello che ci proponiamo, serve qualche giorno per sciogliere la riserva». Cioè vuole durare fino al 2018. Berlusconi pensa che, invece, si andrà alle elezioni l’anno prossimo. Altri la vedono assai dura persino per i prossimi mesi. Intanto è inquietante che tanti interpellati abbiano preferito non accettare di fare i ministri. Baricco, candidato ai Beni culturali, ha detto di no, idem Andrea Guerra, che doveva andare allo Sviluppo Economico e ha declinato, anche la Reichlin, in predicato per l’Economia, è perplessa sul da farsi. Il sottinteso di queste incertezze è che i proposito del premier-sindaco sembrano molto audaci, quasi temerari.
• Come mai non potrebbe arrivar lì e rivoltare il Paese come un calzino?
Tutto è possibile, naturalmente, e auguriamoci che scelga le persone giuste eccetera eccetera. Ma ci sono le sabbie mobili della politica, prima di tutto Alfano, che vuole almeno la vicepresidenza del Consiglio, tre ministri per il Ncd, e una legge elettorale diversa; in secondo luogo la sinistra del partito, che insiste nel dire che voterà contro (Civati è sicuro che dire no alla fiducia non avrà conseguenze sulla permanenza nel Pd). Anche Berlusconi, nel 1994, credeva di fare il governo in mezz’ora e poi ci mise un mese. E Renzi ha bisogno di tanti, troppi alleati. Poi c’è il problema dell’Amministrazione, dei Grandi Burocrati. Renzi è sicuro di superare di slancio ogni difficoltà e vuole riformare lo Stato in quattro e quattr’otto. Ma quelli sono capaci di toglierti, non visti, la sedia da sotto il sedere. Quelli, pur di non perdere un ette del loro potere, sono pronti a farti cadere in mille trappole.
• S’è saputo qualcosa sull’Economia?
Barca, che era in corsa, s’è fatto prendere per il naso da quelli della Zanzara. Credendo che all’altro capo del filo ci fosse Vendola ha confessato che Carlo De Benedetti lo spinge ad accettare, ma lui non ci pensa proprio. Poi aggiunge: «Non c’è un’idea, c’è un livello di avventurismo...» È chiaro che, dopo queste parole, è uscito di scena. Enrico Letta non ne vuole sapere. Hanno detto di no sia Prodi che Monti. Ci sarebbe il nome dell’eventuale viceministro, Benedetto Della Vedova, di Scelta Civica. Ma è ancora un po’ poco.