La Gazzetta dello Sport, 17 febbraio 2014
I tempi della crisi dovrebbero essere questi. Stamattina alle 10.30 Napolitano dà l’incarico a Renzi, Renzi starà un paio di giorni a discutere con gli eventuali alleati, presenterà la squadra di governo probabilmente giovedì, venerdì andrà alla Camera per la fiducia e sabato affronterà il Senato
I tempi della crisi dovrebbero essere questi. Stamattina alle 10.30 Napolitano dà l’incarico a Renzi, Renzi starà un paio di giorni a discutere con gli eventuali alleati, presenterà la squadra di governo probabilmente giovedì, venerdì andrà alla Camera per la fiducia e sabato affronterà il Senato. I primi provvedimenti, stando a quanto ha detto lui stesso, arriveranno nelle prime cento ore, dato che i tempi non consentono più una luna di miele di cento giorni.
• Sicuri che andrà tutto liscio? Non la stiamo facendo troppo facile?
Renzi ha già detto che i tempi più lunghi chiesti da Alfano fanno parte dei «naturali passaggi del negoziato». Le resistenze, secondo lui, sono solo di paura, «paura che parta davvero la rivoluzione, ma la rivoluzione partirà. Andrà tutto come deve andare».
• Il problema mi pare Alfano.
Il problema è forse Alfano, problema complicato dal fatto che i toni della polemica tra Nuovo Centrodestra e Forza Italia si sono fatti incandescenti. Ha cominciato Berlusconi, che in un comizio a Cagliari (il risultato delle elezioni sarde si conoscerà oggi), ha definito Alfano «utile idiota». Alfano gli ha risposto ieri: Forza Italia «a forza di calci è passata dal 38% al 22%, se vuole continuare così faccia pure. Berlusconi in questi anni si è circondato da troppi inutili idioti». Di fronte a «insulti e violenza, non ci siamo mai sentiti così distanti da Forza Italia. In vista di un ipotetico voto, la coalizione Ncd-Fi è immaginifica e dopo le parole di Berlusconi la cosa è molto complessa».
• Questa è forte. Alle elezioni non si alleerebbe più con Berlusconi?
Sono cose che si dicono e poi si dimenticano. Quagliarello ha comunque aggiunto che gli idioti di Berlusconi non sono stati «inutili», ma «dannosi». Toti ha risposto: «Se ci sono troppe persone inutili Alfano dovrebbe guardarsi mentre lo dice visto che qualche responsabilità ce l’ha avuta nel Pdl, era il segretario del partito [...] quelli del Nuovo Centrodestra si sono assunti una responsabilità gigantesca, hanno spaccato il fronte moderato aprendo la strada a provvedimenti che hanno nuociuto al Paese». Durissimo pure Capezzone: «Alfano? Di lui si occuperà lo sbarramento. Il resto è un misto di inaffidabilità personale, attitudine al tradimento, assenza di idee».
• Lo sbarramento, se non ho capito male, è solo un’ipotesi. La legge elettorale deve ancora essere approvata.
Nella trattativa per la formazione del governo, Alfano si propone di imporre a Renzi un abbassamento della soglia di sbarramento al 12% per le coalizioni. Mi pare assai difficile che riesca nell’intento, vista l’intesa tra Renzi e Berlusconi, irremovibile su questo punto. La questione è se Alfano possa permettersi di non dare i suoi voti al governo, decisione che aprirebbe la strada alle elezioni, dove il Nuovo Centrodestra difficilmente supererebbe la soglia di sbarramento del 4% prevista dalla legge proporzionale ridisegnata dalla Consulta e tuttora in vigore. Sa che a volte penso che il vero piano segreto di Renzi sia quello di andare a votare? Gli impediscono di fare il governo oppure gli bocciano col voto segreto la legge elettorale, ha una buona scusa per dire che i bersaniani, gli alfaniani e quant’altri gli impediscono la rivoluzione, si presenta quindi al voto come vittima e questa non è in genere una cattiva idea, il Cav ci ha vinto un sacco di elezioni.
• Che Alfano non entri mi pare impossibile. Tutta la manfrina si direbbe piuttosto un gigantesco bluff, e del resto Renzi lo ha detto. Lo lascerà agli Interni? E alla vicepresidenza del Consiglio?
È possibile che il quasi ex sindaco di Firenze consideri Alfano agli Interni e/o a Palazzo Chigi il male minore. Nel toto-ministri, grottesco in certe candidature, tutti dicono che la vera partita si giocherà sulla scelta del responsabile dell’Economia. Il nome salterebbe fuori da fitte consultazioni Napolitano-Renzi-Draghi con, sullo sfondo, la Merkel. L’unica cosa certa è che al momento Saccomanni è fuori. Ieri, il ministro dell’Economia ha detto: «Credo che la continuazione delle cose fatte sia importante, e si può cercare di accelerare il passo. Ma attenti: quando si cambia il passo il primo effetto è che ci si ferma pensando a quale passo bisogna assumere. Capisco l’esigenza di vedere dei risultati, capisco meno il non voler leggere che alcuni risultati già ci sono stati e sono stati conseguiti per l’azione del governo». Un’affermazione a cui è difficile rispondere. Sono questioni a cui è destinata a rispondere la Storia, ammesso che questi tempi tanto miseri non siano relegati, dalla Storia, in una nota a pie’ di pagina.