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 2014  febbraio 16 Domenica calendario

Primi ostacoli per Renzi • Quando gli amici del liceo chiamavano Renzi “il Bomba” perché le sparava grosse • Un italiano su tre vuole un tetto per gli stranieri come in Svizzera • Aumentano le donne dirigenti • Programmatori a 7 anni

 

Renzi 1 Matteo Renzi probabilmente riceverà l’incarico di formare l’esecutivo domani e avrà, sottolinea Napolitano, «tutto il tempo necessario per farlo». Non sarà, insomma, un’operazione fulminea come sembrava in un primo momento. Uno dei partner della possibile maggioranza, il Nuovo centrodestra, per bocca di Angelino Alfano dice che «non ci sono le condizioni per chiudere un accordo» rapidamente. A giudizio di Alfano è necessario «mettere nero su bianco i punti programmatici per la nascita di un governo e per fare questo non sono sufficienti 48 ore». Non c’è soltanto una questione di agenda politica perché, sottolinea Alfano, «le istanze del Ncd devono essere visibili, si guarderanno le virgole». C’è anche la composizione della maggioranza. Ed è un tema decisivo. «Noi non siamo disponibili - dice ancora Alfano - a fare un governo con Vendola e Sel. Se ci sono loro, non ci siamo noi». Ma Vendola, uscendo dall’incontro con Napolitano, esclude questa eventualità. «L’ipotesi di un sostegno di Sel sin dall’inizio è pura fantapolitica», dice il governatore della Puglia, che accusa Renzi di avere determinato «uno spostamento a destra del Paese e la resurrezione politica di Berlusconi». Berlusconi esprime «la preoccupazione e lo stupore per questa crisi che si è aperta fuori del Parlamento», ma allo stesso tempo preannuncia «un’opposizione responsabile, interverremo sul governo affinché lavori per ridurre i mali che affliggono i nostri concittadini, ovvero l’oppressione burocratica, fiscale e giudiziaria» e si impegna a «mantenere gli accordi intervenuti sulla legge elettorale, che è incardinata alla Camera, così come le altre riforme del Senato e del Titolo V» (Fuccaro, Cds). [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno]

Renzi 2 Napolitano ha impiegato poco più di un giorno per compiere le consultazioni. E dal giro di incontri emerge che a favore della nascita del governo Renzi sono tutti i piccoli partiti, con l’eccezione di Grandi autonomie e libertà (Gal) le cui componenti hanno espresso orientamenti differenziati. Scelta civica, in particolare, invoca «un segnale di discontinuità», perché, dice Stefania Giannini, serve «un piano shock su lavoro, crescita e misure economiche». Comunque, c’è anche chi riconsegna in segno di protesta la tessera elettorale nelle mani del presidente. È il caso della delegazione di Fratelli d’Italia (Giorgia Meloni, Guido Crosetto, Ignazio La Russa). Una protesta perché, sostiene Meloni, «sta nascendo il terzo governo consecutivo che passa sopra le teste degli italiani». Insomma, riassume l’ex ministro, «staremo all’opposizione. Se ci saranno provvedimenti votabili li voteremo. Ma siamo poco ottimisti» (ibidem).

Renzi 3 Al liceo Renzi lo chiamavano il Bomba, perché le sparava grosse (così raccontò un suo ex compagno in una telefonata a un’emittente fiorentina, Lady Radio). (Cazzullo, Cds)

Renzi 4 Da un suo articolo su «Il divino», mensile del liceo ginnasio Dante di Firenze: «Forlani ha commesso molti errori, anche nella formazione delle liste, e dovrà passare la mano, com’è giusto che sia per un segretario che perde il 5%. La Dc deve veramente cambiare, in modo netto e deciso, mandando a casa i Forlani, i Gava, i Prandini e chi si oppone al rinnovamento…» (era il 1992, Matteo Renzi aveva 17 anni). (ibidem).

Renzi 5 Laureato in giurisprudenza (con 109; mancò il 110 perché discutendo la tesi litigò con il relatore), «parlotta l’inglese con l’accento toscano, ma non ha fatto master all’estero». (ibidem).

Immigrati L’esito referendario elvetico «contro l’immigrazione di massa» divide gli italiani: il 30% ritiene che sia giusto limitare l’ingresso degli immigrati, compresi quelli europei. Il 17% è d’accordo con gli svizzeri, ma solo per gli extracomunitari. Le critiche espresse dall’Ue e dalla Germania alla decisone che contravviene agli accordi sulla libera circolazione incontrano il favore del 58% degli intervistati ma si osserva una cospicua minoranza (21%) convinta che la Svizzera, nonostante abbia sottoscritto l’accordo, sia libera di scegliere perché non fa parte dell’Ue e il 15% dissente perché ritiene opportuno limitare il diritto di circolazione in tutti i paesi europei. Quest’ultima opinione è più diffusa tra i ceti più popolari, le persone meno giovani e istruite, i lavoratori autonomi, gli operai le casalinghe e i pensionati. Nell’ipotesi che anche in Italia si facesse un referendum analogo quasi un italiano su due (46%) voterebbe «no» perché contrario a limitare la circolazione in Europa, mentre un terzo dei rispondenti (34%) voterebbe per contenere l’ingresso di tutti gli stranieri, compresi quelli comunitari. Anche in questo caso si tratta in particolare dei ceti più esposti agli allarmi sociali e di coloro che temono maggiormente la competizione degli immigrati, comunitari o meno, per il rischio di «dumping salariale», cioè gli artigiani, i commercianti, gli operai e in generale chi svolge un lavoro di tipo esecutivo (Pagnoncelli, Cds).

Donne Sia nel settore pubblico sia nel privato, tra il 2007 e il 2012, le donne dirigenti sono aumentate mentre gli uomini sono diminuiti. Come dimostra uno studio dell’Ocap — l’Osservatorio sul cambiamento delle amministrazioni pubbliche della Sda Bocconi — le dirigenti sono aumentate negli ultimi sei anni del 24,5% nei ministeri (dove sono quattro su sei), del 20,3% nelle regioni (escluse dal monitoraggio quelle a statuto speciale), del 17,5% nelle province, dell’11,9% nei comuni. Dati Inps elaborati da Manageritalia (associazione dei dirigenti dei servizi) dicono che nel settore privato, tra 2008 e 2012, le donne dirigenti sono aumentate del 16% proprio mentre gli uomini diminuivano del 5%. Oggi le donne sono diventate il 14,5% del totale dei dirigenti (cinque anni fa erano il 12%). (Querzè, Cds)

Bambini Si diffondono in tutta Italia i corsi per insegnare ai bambini il linguaggio del computer, si parte già a 5 anni perché non sempre è necessario saper leggere e scrivere, a 7 poi già si può creare un videogioco piccolo piccolo. Chiara Russo, ingegnere, fondatrice insieme a Mara Marzocchi di Codemotion, una start up che inaugura in questo mese i corsi per bambini alla facoltà di ingegneria di RomaTre: «In Inghilterra c’è anche chi sostiene che si deve privilegiare l’insegnamento del linguaggio informatico rispetto a quello delle lingue straniere, non so se è così ma sicuramente la tecnologia non può più stare al di fuori della scuola. Il nostro slogan è “programmare è importante come leggere e scrivere”. Oggi i bambini fin da piccoli usano strumenti tecnologici ma non sanno quello che c’è dietro» (Cavallieri, Rep).

(Roberta Mercuri)