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 2014  febbraio 15 Sabato calendario

Biografia di Danilo Sacco

• Agliano Terme (Asti) 6 giugno 1965. Cantante e chitarrista. Ex dei Nomadi (dal 1993 al 2011). Tre interventi al cuore dopo un infarto, dal 2009 ha limitato la sua attività. L’1 gennaio 2012 ha annunciato ufficialmente di non essere più il cantante dei Nomadi. Nel 2013 Francesco Guccini ha fatto sapere che sarebbe stato Sacco, accompagnato da I Musici, a portare in giro per l’Italia il suo repertorio storico: «Non è facile abituarsi ad ascoltare le proprie canzoni interpretate da altri eppure mi è piaciuto davvero ascoltare Danilo Sacco e I Musici. Danilo ha una voce potente, praticamente tenorile, davvero molto bella, che si adatta perfettamente a molte mie canzoni. Sono felice che sia lui a interpretare la mia musica» (Guccini ad Alessio Di Francesco) [Leggo 26/6/2013].
• «Un virtuoso del belcanto (…) non scimmiotta il suo autorevole predecessore, ma impone un suo stile al quale tutta la band si adegua» (Mario Luzzatto Fegiz) [Cds 4/11/2013].
• «Diventa voce e chitarra dei Nomadi nel 1993 dopo la tragica morte per un cancro ai polmoni dello storico frontman Augusto Daolio. Un cambiamento non indolore, “mi tiravano le monetine perché non sopportavano il confronto con Augusto” (…) Qualche anno fa, quando è diventato monaco buddista laico, si è scelto un nome: Kakuen, “Zingaro perfetto” significa, o qualcosa come “Nomade nella polvere del vento”. (…) “L’azienda Nomadi richiede una dedizione totale che io non posso più garantire. Non puoi fare altro che l’azienda non ti chieda di fare e spazio per i tuoi sogni non ne lascia. Sei pagato per andare fino in fondo ed è giusto così perché l’azienda è l’azienda ed io non sono altro che un semplice di pendente”» (Ilario Lombardo) [Avv 20/8/2009].
• «“Uscire dal gruppo è stata una necessità, psicologica e fisica: il mio corpo mi ha detto che era ora di smettere”. Non che sia stato semplice, abbandonare una storia così importante e probabilmente unica: Sacco era uno sconosciuto cantante folk rock quando nel 1993 si trovò a sostituire il leggendario Augusto Daolio, morto da poco, che dei Nomadi era la voce e il volto. Il gruppo aveva perso da qualche anno il favore del pubblico grosso: “Tutti mi sconsigliavano di accettare, sembrava una scommessa persa”, ricorda ora. Invece, la scommessa fu vinta: la seconda vita dei Nomadi ha conosciuto un successo nuovo e sorprendente, fatto soprattutto di concerti, centinaia l’anno, in tutta Italia, di un’identificazione assoluta con il pubblico, di un seguito appassionato che ha abbracciato anche le nuove tecnologie per stare vicino ai suoi eroi. “Il 10 agosto (2011) – racconta lui – misi tutti al corrente della mia decisione. ‘Ne parliamo con calma?’, mi chiesero gli altri. Così, ci siamo dati una settimana per pensarci, poi ci siamo detti: ok, il 1° gennaio 2012 facciamo uscire un comunicato in cui annunciamo la separazione. Tornato a casa, comincio a pensare: che diranno i fan il 1° gennaio? Che me ne sono andato di mia iniziativa, alla chetichella, come un ladro? Così, la notte del 23 novembre ho scritto sulla mia pagina Facebook quel che pensavo, ho spiegato le mie motivazioni. Sono felice di averlo fatto, i concerti dopo quel giorno (i Nomadi hanno suonato fino a fine anno, ndr) sono stati belli, ho sentito l’affetto che mi circondava”. Si tratta, ovviamente, di una decisione che viene da lontano, almeno da quel 2009 in cui il cuore malato fermò la sua corsa. Per poco: “È chiaro che la malattia è stato uno scossone forte, anche se sono ripartito molto presto, contro il parere dei cardiologi, che mi avevano consigliato sei mesi di riposo assoluto. A tre mesi dall’infarto ero già sul palco. Mi sentivo bene, avevo soppesato i rischi e poi ero ripartito a testa bassa, come faccio di solito. Però ho capito subito che non avrei potuto sostenere il ritmo di prima, ho chiesto di ridurre il numero delle date e il ritmo degli spostamenti. Quando ho saputo che qualcuno, dal suo punto di vista, si era lamentato, perché fare meno concerti significa fare meno quattrini, mi sono sentito una palla al piede. E non potevo accettarlo”» (Piero Negri) [Sta 30/3/2012].
• Sposato con Chiara.