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 2014  febbraio 14 Venerdì calendario

Biografia di Mariarosaria Rossi

• Piedimonte Matese (Caserta) 8 marzo 1972. Politico. Nel 2008 eletta alla Camera col Pdl, nel 2013 al Senato. «Ombra inseparabile del Cavaliere» (Sergio Rizzo) [Cds 24/1/2014].
• «Di carattere particolarmente socievole, entusiasta della vita, solare e sempre disponibile (...) parla del premier (Berlusconi, ndr) con particolare emozione e affetto. “È un galante nato. Superbo, fascinoso, disponibile, generoso. (...) Dirigo un’azienda che espleta tutte le attività di call center. Abbiamo lavorato al tempo dei temuti brogli elettorali (...) Abbiamo messo in collegamento tutti i rappresentanti di lista» (ad Antonello Caporale) [Rep 19/6/2009].
• «Era una consigliera del X municipio di Roma. Narra la leggenda di un Berlusconi colpito da lei in occasione di alcune iniziative del partito nelle periferie romane. Nel 2008, sconosciuta, appena una comparsata a ugola spiegata nel video di Meno male che Silvio c’è, approda alla Camera. E comincia a essere avvistata a Palazzo Grazioli, “ci sono spesso per la mia attività professionale”, imprenditrice nel settore dei call center, ha minimizzato lei, poi certo “quando ci si trova a Palazzo Grazioli a lavorare ed è ora di pranzo o di cena, si va a tavola con lui che è un signore”, e se guarda caso si passa dalle parti di Villa Certosa, “magari ci si trova a prendere un tè”. Nel partito, tra le sue amiche sono le giovani deputate Annagrazia Calabria e Gabriella Giammanco, già nota per qualche paparazzata al fianco del direttorissimo del Tg1 Minzolini, e la consigliera provinciale di Napoli Francesca Pascale, ex valletta di Telecafone. Insieme, sibilano le colleghe inviperite, costituiscono una nuova cordata in ascesa. Mariarosaria non si fa intimidire. E organizza entusiasta» (Adriana Del Bono) [Esp 12/8/2010].
• «Si è finalmente conquistata un vero ruolo politico, e ancor più che per la prima volta tanti altri nel suo partito e fuori, giornalisti compresi, si sono visti costretti a riconoscerglielo. Per troppo tempo, in effetti, era stata: “La badante”. L’ammiccantissimo nomignolo traeva in qualche modo la sua legittimità dall’andazzo, tra lo spensierato e il multifunzionale, con cui nelle ultime legislature in ambito berlusconiano si è proceduto alla promozione femminile. Si è anche scritto che acquistò popolarità per aver organizzato cene e feste con l’obiettivo di tirare su il morale del premier nel castello di Tor Crescenza. Indimenticabili le foto su Chi e l’avviso ai visitatori malintenzionati: “Non avvicinarsi, area difesa da cani addestrati”. Presente, ma anche divertente nelle intercettazioni (“Ancora bunga bunga? Ah, no, io allora vado a dormi’!”), e comunque sentita anche dal tribunale, sostenne di non aver mai visto la statuetta del Priapo africano perché, essendo il Cavaliere “privo di vizi”, lei si era alzata da tavola per fumare. E tuttavia, nell’interminabile narrazione di un potere insieme sfarzoso e allo stremo, il personaggio della Rossi sembra assai più interessante di quanto ogni vano declassamento abbia voluta farla figurare. (…) Viene da Piedimonte Matese, separata, un figlio, ha vinto un seggio per Forza Italia in un popoloso quartiere di Roma guadagnandosi l’appellativo “Madonnina di Cinecittà” per via delle icone-poster. Nella capitale gestisce una società, significativamente ribattezzata “Premier Service”, che fa recupero crediti e indagini di mercato. Quando lo scorso anno il povero Alfano provò a fare le primarie, Berlusconi accolse la rivelazione con una smorfia di autentica meraviglia e gli contropropose: “Mariarosaria ha messo in piedi un bellissimo call-center, dai retta a me, facciamo fare a lei”. Poche settimane dopo si riseppe che insieme con il Cavaliere aveva composto le parole di un fantomatico inno dal titolo: Gente che resisterà. E se pure ci furono subito impicci perché la musica sembrava copiata, da quelle parti la mansione paroliera al fianco del capo indicava un’ascesa ormai pressoché incontrollabile. A quel punto aveva già preso il posto di Marinella, storica segretaria. E oggi controlla l’agenda del Cavaliere, l’accompagna dappertutto, gli filtra le telefonate e gli incontri. Svelta e accorta, per quanto valgano i sentimenti in quel mondo, gli vuole anche bene e lo consiglia. Nell’iconografia del tardo- berlusconismo è quella figuretta diafana, dalle profonde occhiaie e i lunghi capelli, che Sgarbi – non esattamente un estimatore – ha descritto “silente e immancabile” e messo in stretta relazione con Francesca Pascale, che a sua volta lei “sostiene e protegge”. Non è detto che gli storici del futuro le accorderanno il dovuto rilievo, ma pare acclarato che l’alleanza, la complicità tutta femminile e il potere silenzioso di tali creature ha letteralmente schiavardato, a scapito di maggiordomi e fagiolini, l’intero sistema cortigiano di Arcore e Palazzo Grazioli. Silvione lo sa, ci sta, e gigioneggia in caso di arresti domiciliari, dinanzi all’ipotesi di trovarsi “prigioniero delle due signore qui presenti”. Comunque è lei la più simpatica e scafata. Un colpo di coda di residuo maschilismo impone di aggiungere a queste sofferte note che Mariarosaria, come del resto certificato dal suo leader che proprio per tale motivo la qualificò “una presenza anticongiunturale”, insomma, possiede un grande petto. Ebbene: “Il mistero – ha risposto una volta lei in un’intervista – è scoprire quanto porto di reggiseno”. E quindi, a sorpresa: “Ma il mio lato B è anche migliore – oddio, e ora chi lo sente a Cicchitto?”» (Filippo Ceccarelli) [Rep 13/11/2013].