Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  febbraio 14 Venerdì calendario

Il Pd affonda Letta e lancia Renzi premier • Il parrucchiere che ha tagliato il ciuffo a Renzi dice che il suo nero «è naturale» • In Italia meno di un docente universitario su otto è sotto i quarant’anni • Meno di una famiglia su sei ha il computer • Quasi il 40% di under 24 è senza lavoro • Raffaella Carrà doveva sposare un medico o un architetto

 

Renzi 1 Con 136 sì, 16 no e 2 astenuti, la Direzione nazionale del Pd ha dato il via libera all’avvicendamento a Palazzo Chigi fra Matteo Renzi e il premier Enrico Letta. Letta ne ha preso atto e con un comunicato, a pochi minuti dalla votazione, ha annunciato la sua salita al Quirinale, nella giornata di oggi, per rassegnare le dimissioni nelle mani del presidente Napolitano. [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno]

Renzi 2 «Hanno scritto dell’ambizione smisurata di Matteo Renzi. Vi aspetterete che io smentisca. Invece non lo faccio. Ognuno deve avere un’ambizione smisurata, dal segretario del Pd all’ultimo delegato. Perché l’Italia non può continuare a vivere nell’incertezza e nell’instabilità. Vi chiedo tutti assieme di uscire dalla palude...». (Renzi, intervenendo alla Direzione nazionale del Pd).

Renzi 3 Renzi, ieri sera via twitter, a proposito dell’Italia che vorrebbe: « Un Paese semplice e coraggioso #proviamoci».

Renzi 4 «Io ‘first lady’? Io non sono niente, non c’è stata nessuna formalizzazione. Eppoi lo sapete, quell’appellativo non mi appartiene, anche se Matteo diventasse premier» (Agnese, la moglie di Renzi). (Vanni, Rep)

Renzi 5 Antonio Salvi detto Tony, 74 anni, barbiere di fiducia di Renzi. Sono state le sue forbici («Le macchinette non le uso») a sfrondare nel tempo la vaporosa frangia un po’ troppo Renzie/Fonzie. «Mi disse: fai tu. Il ciuffo era sempre spettinato. Ora li porta più corti, pratici, una testa classica. Basetta lunga. Sta bene, no? Lo fanno sembrare più atletico. Che poi Matteo ha dei capelli bellissimi, lavorarli è una gioia, come li metti stanno, lui non si pettina nemmeno. Una strofinata di asciugamano e via, è pronto». Nessun aiutino: «Il nero è naturale, niente tinta, nemmeno un riflessante». Lozioni, balsami, integratori? «Nossignore». Listino prezzi popolare: barba 10 euro, capelli 20, shampoo 10. «Paga, Renzi, certo che paga. La mancia no, non la lascia, non lo fa più nessuno. Però è educatissimo, grazie, prego, per favore». Il cellulare, come c’è scritto sul cartello, da Tony Estetica si spegne e la regola vale per tutti. «Chiacchieriamo del più e del meno, della Fiorentina, della vita. Quando posso gli faccio trovare una bella mozzarella di Caserta, ce la mangiamo insieme con la schiacciata». Per il compleanno numero 39 del segretario, a gennaio, hanno brindato qui dentro, con lo champagne. «L’ho preso io, mica lo porta il festeggiato. Ma tra amici va bene pure un bicchiere d’acqua. Matteo per me è come un figlio. Politica nisba. Lui non dice, io non chiedo. Di Enrico Letta ripete spesso che è una gran brava persona. E quando doveva andare a trovare Berlusconi mi domandò: che ne pensi, Tony, faccio bene? E io: se devi, vai» (Cavalli, Cds).

Università Secondo la decima edizione (speciale) dell’Annuario Scienza Tecnologia e Società 2014 di Observa Science in Society, curato da Massimiano Bucchi (Università di Trento) e Barbara Saracino (Università di Firenze) ed edito da il Mulino, in Italia meno di un docente universitario su otto è sotto i quarant’anni. La Francia, rispetto a noi, di docenti sotto la quarantina ne ha oltre il doppio. La Gran Bretagna quasi il triplo. La Germania il quadruplo. Non solo: tra i primi 20 atenei e istituti di ricerca europei piazziamo solo il Cnr (quarto) contro 2 della Svizzera, 2 della Danimarca, 3 della Francia, 3 della Germania e 5 del Regno Unito. E scorrendo la tabella dei Paesi che (settore militare escluso) spendono di più per la ricerca rispetto al Pil si scopre che con l’1,3% (e va già impercettibilmente meglio che cinque anni fa) siamo ventottesimi, molto al di sotto della media europea (1,9%) e di quella Ocse (2,4%) e staccatissimi da Giappone (3,4%), Finlandia (3,8%), Corea (4%) e Israele, che svetta col 4,4%: quasi il quadruplo di noi (Stella Cds).

Telefonini In Italia il 92,4% delle famiglie ha almeno un cellulare ma quelle che hanno un computer sono meno di una su sei (ibidem).

Tv Siamo quinti al mondo per il tempo passato davanti al piccolo schermo: quattro ore e 12 minuti. Il doppio abbondante degli svedesi. Per contro, 37 italiani su 100, cioè quasi quattro su dieci (la media europea è del 20%) non hanno mai toccato un computer e mai navigato sul web. Vale a dire che su Internet, che già oggi rappresenta una enorme fonte di ricchezza (in un solo giorno, l’11 novembre scorso, i soli consumatori cinesi hanno speso 5 miliardi di dollari e nel 2015 il solo e-commerce cinese varrà 300 miliardi) i nostri cittadini sono staccati di 22 punti dai francesi dai tedeschi, 27 dai britannici, 31 dai danesi e dagli olandesi, 32 dagli svedesi (ibidem).

Disoccupazione Secondo la Bce in Italia quasi il 40% di under 24 è senza lavoro (peggio di noi solo Grecia e Spagna).

Single Raffaella Carrà, 70 anni, che il 18 febbraio sarà ospite a Sanremo, è single ma sta sempre con i due grandi amori della sua vita, Gianni Boncompagni e Sergio Japino, entrambi ancora oggi grandissimi amici. «Mia madre voleva io sposassi un medico o un architetto, ma che gli raccontavo? Con loro invece c’è stato lo stesso linguaggio. Con Gianni il rapporto è stato un po’ paterno: io sono figlia di separati e mi è mancato il padre che non si è mai occupato di me e mio fratello. Mia madre, donna coraggiosa, è stata una delle prime a Bologna a separarsi. Dunque io avevo bisogno di un rapporto con un uomo grande, sicuro, perché gli uomini mi davano poca fiducia. Con noi in casa c’erano le tre bimbe di Gianni: io non mi sono mai sostituita alla loro mamma, ma sono stata per loro un’amica e una confidente. Ancora oggi è così. Con Sergio c’è stato un rapporto diverso: lui è più giovane di me (deci anni meno), capiva e amava le stesse cose mie. Del resto io da bambina volevo fare la coreografa, che è il suo mestiere. C’era un rapporto più giocoso, scherzoso, che poi è diventato amore, e poi per scelte diverse è finito. Ma siamo in ottimi rapporti perché il bene non muore mai». (Volpe, Cds)

(a cura di Roberta Mercuri)