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 2014  febbraio 12 Mercoledì calendario

Biografia di Mariano Rossano

• Napoli 1955. Pittore.
• «Napoletano di Roma, nel senso che sotto il Vesuvio ci è solo nato, campione di quel bizzarro movimento che il compianto teorico della “linea analitica”, Filiberto Menna, nel 1987 ritenne opportuno definire Astrazione povera, e cioè una pittura essenziale, poetica, interessata a indicare uno spazio ideale, assoluto. Quasi un paradiso delle migliori intenzioni delle avanguardie (rigorosamente pittoriche) del secolo scorso. Esempi: lo Spazialismo di Lucio Fontana (...) con la sua pittura che, almeno inizialmente, sembra irrinunciabilmente avvinta a un bianco e nero percepito come segno mistico di sottrazione, non per nulla, sempre con il sostegno di Filiberto Menna, durante la Biennale del 1988, Rossano innalza la bandiera virginea dove al posto del nodo sabaudo c’è il motto di Mies Van Der Rohe: “Il meno è il più”; inutile aggiungere, giusto come dettaglio coreografico che durante una festa in maschera di Carnevale organizzata proprio dal Menna nella sua casa di via dei Colli della Farnesina, con la consegna tematica di indossare abiti ispirati alla pittura contemporanea, tutti o quasi si presenteranno lì ricoperti di tela di sacco giustificando la scelta come “un omaggio a Burri”, per tacere che “travestirsi”, metti, da Duchamp o da Piero Manzoni sarebbe stato più problematico, olfattivamente sconveniente al semplice pensiero della Merda d’artista. Bianco e nero, dicevamo, almeno negli anni in cui Rossano ha dalla sua l’apprezzamento di un grande gallerista, Gian Tomaso Liverani con “La Salita” di via Garibaldi. (...) Diversamente dagli anni degli esordi, il colore non è tabù nella pittura di Rossano, intatta è invece l’intenzione di circoscrivere una possibile cosmogonia con pochi elementi figurali, il colore come luogo di massima saturazione dello sguardo, certo, e subito accanto lo stelo nero, questo è quasi una sigla della sua pittura» (Fulvio Abbate) [Rif 10/8/2009].