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 2014  febbraio 10 Lunedì calendario

Biografia di Roberto Reggi

• Fiorenzuola d’Arda (Piacenza) 20 ottobre 1960. Politico (Pd). Ex sindaco di Piacenza (eletto nel 2002 e nel 2007, il primo ad essere riconfermato nella storia della città). Braccio destro di Matteo Renzi dai tempi delle primarie 2012. «L’uomo che si batté come un leone durante le primarie, che difese il sindaco dagli assalti dei bersaniani come Migliavacca ed Errani e che però è rimasto fuori dal Parlamento» (Cds 27/10/2013).
• «Amico e sostenitore di Enrico Letta (...) ha (...) sparato a zero sulla Lega e si è lasciato scappare una frase che ha fatto incavolare molti suoi colleghi di centrodestra nonché tutto il Carroccio locale. Bollandoli come “emergenza sociale”, sostiene Reggi che “quando sono al governo questi della Lega fanno cose da rabbrividire come White Christmas” e in particolare “predicano bene e razzolano male: il peggior dipendente che ho in Comune è un leghista, e non lo posso licenziare perché la legge non me lo consente”. Apriti cielo, il partito di Bossi reagisce sdegnato contro un amministratore che “discrimina i propri dipendenti classificandoli come leghisti, comunisti, democristiani e via demonizzando”. L’onorevole Massimo Polledri, poi, potrebbe farne addirittura una questione personale, perché il sindaco l’ha investito di un altro primato sentenziando quanto segue: “Il peggior deputato che abbiamo è della Lega, non porta nulla a Piacenza”. (...) Nome e cognome del chiacchierato impiegato restano ignoti, ma al Corriere Reggi tratteggia il suo identikit: “Io mi aspetto che un dipendente pubblico assolva al meglio il suo incarico. Pretendo che non utilizzi il telefono per fini personali, che non stia davanti al computer per farsi gli affari propri e che agli sportelli risponda con professionalità ai cittadini”. Tornasse indietro, non cambierebbe una virgola delle sue dichiarazioni: “Lo avrei licenziato eccome! Mi ha trattenuto solo l’esperienza: tempo fa ho mandato a casa un dirigente che non ritenevo all’altezza, lui ha fatto ricorso, l’ha vinto e io ho dovuto reintegrarlo. La verità è che (...) i sindaci non hanno in mano alcuno strumento per contrastare i fannulloni”» (Elsa Muschella) [Cds 2/1/2010].
• Sostenitore di Renzi, alle elezioni del 2013 rimase fuori dal Parlamento: «Ingegnere elettrotecnico prestato alla politica, (…) parlando con sua moglie Patrizia ha usato le seguenti parole per tirare le somme di un “bilancio disastroso”: “Se devo tirarla via, posso dire che dal punto di vista politico questa vicenda mi ha ‘spatassato’ (rovinato, ndr) a livello locale: ho scontato un’ostilità micidiale e mi hanno tolto qualsiasi opportunità futura. Mentre dal punto di vista mediatico, invece, che devo dire? Sono diventato famoso per le intemperanze. Sono diventato il farabutto per eccellenza. E invece io sono una persona completamente diversa. Chiedetelo ai miei cittadini, ai piacentini che ho governato per due mandati. Loro mi vogliono bene perché io sono uno pacato. Un sindaco che ha lasciato buoni ricordi. Pure i bambini mi amano”. Già, perché Roberto Reggi, ex sindaco di Piacenza e renziano della prima ora, è forse uno dei pochi fedelissimi del primo cittadino di Firenze a essere rimasto fuori da tutto. Tanto da far parlare di “escluso eccellente”. Lui, che nella campagna per le primarie, e poi anche dopo, è stato quello più esposto. Il “braccio armato” di Matteo Renzi. In un primo tempo era in predicato di essere candidato alla Camera. Glielo avevano dato per certo... Invece è stato escluso. “Veto dei bersaniani”, la voce comune. Confermata anche dal diretto interessato. Poi, la partita dei sottosegretari. Anche in questo caso il nome di Reggi era in pole position. Lui era quasi pronto con le valigie per Roma. Invece, all’ultimo minuto, il veto. O, dicono i più malevoli, la scarsa voglia di andare alla guerra da parte del primo cittadino, magari poco incline a trattare in cambio una poltrona per Reggi. Reggi che agli amici più vicini ha confessato ironico: “Che devo dirvi. Forse non sono sufficientemente bravo... Sennò non saprei come spiegarlo. Non è ancora arrivato il momento. C’è ostilità nei miei confronti da parte dei piacentini. Sono un ragazzo semplice, devo stare tranquillo, sennò mi agito...”. A pesargli, sembra, sarebbe il meccanismo di ostilità che si è messo in moto da quando lui, proprio durante le primarie, ha alzato spesso il tiro: sui soldi della campagna elettorale, su Bersani, sui bersaniani... Basta chiedere a uno di loro, tipo Alessandra Moretti o Roberto Speranza, chi li abbia fatti più “soffrire” politicamente negli ultimi tempi, e la risposta ha un nome e cognome: Roberto Reggi. Di qui, si dice in ambienti Pd, la voglia di tagliarlo fuori da tutto. Troppo inviso a Bersani, da Reggi paragonato pacatamente... a Ceausescu. “Non sono un farabutto come cercano di descrivermi”, va ripetendo a tutti da giorni l’ex sindaco di Piacenza. E pensare che l’ultima esclusione è arrivata da Enrico Letta, di cui Reggi è stato uno strenuo sostenitore quando era candidato alla guida del Pd nelle primarie nazionali del 2007. Non a caso Letta aveva iniziato la propria campagna proprio a Piacenza, facendo il suo primo comizio con l’allora neo-rieletto sindaco. Ecco, diciamo che forse Reggi non ha fortuna, nelle sue sponsorizzazioni politiche. (...)» (Angela Frenda) [Cds 4/5/2013].
• Tifoso del Piacenza da sempre.
• Sposato con Patrizia, tre figli.