Fior da fiore, 9 febbraio 2014
La Bonino «indignata» per la vicenda dei marò • Nell’anno del boom mondiale del turismo, l’Italia va sotto del 4,6 per cento • Nella stagione dei tagli si salva la Consulta • Il primo anno da monaco di Ratzinger • Il «Beethoven giapponese» è un impostore
Marò Mentre si avvicinano momenti decisivi nella vicenda dei due marò italiani trattenuti in India, il governo di Roma sembra pronto ad andare allo scontro diplomatico e giudiziario con New Delhi. Nei prossimi giorni, potrà reiterare la fiducia nella giustizia indiana, come ha fatto quasi un anno fa quando ha rimandato a New Delhi Salvatore Girone e Massimiliano Latorre accettando, pur con alcune condizioni, la giurisdizione dell’India. Oppure potrà rifiutarla e aprire una controversia. La seconda ipotesi è sempre più probabile, soprattutto se domani, nell’udienza prevista davanti alla Corte suprema, la parte indiana deciderà di condurre il processo sulla base della legge antiterrorismo (Sua Act) — come indicano indiscrezioni provenienti da Delhi. Il ministro degli Esteri Emma Bonino, dura come mai prima, ha detto: «Talune anticipazioni che provengono oggi da New Delhi sull’iter giudiziario dei nostri fucilieri di Marina mi lasciano interdetta e indignata». E ha assicurato, riferendosi all’uso della Sua Act al processo, che «se confermata la sua applicazione, sarà contestata in aula dalla difesa italiana nella maniera più ferma». Non solo: «Il governo ritiene sconcertante il riferimento (alla legge antiterrorismo, ndr ) e farà valere con forza e determinazione in tutte le sedi possibili l’assoluta e inammissibile incongruenza di tale impostazione anche rispetto alle indicazioni a suo tempo fornite dalla stessa Corte suprema indiana».
Turismo 1 Il 2013 è stato l’anno del boom mondiale del turismo: secondo Unwto-World Tourism Barometer, i benestanti in vacanza sono stati 1.087 milioni. Cioè oltre 52 milioni in più rispetto al 2012 quando, per la prima volta, il loro numero aveva superato il miliardo (nel 1980 erano 280 milioni). Ma l’Italia è andata sotto del 4,6 per cento (maglia nera europea) mentre perfino la Grecia ha recuperato ossigeno crescendo dell’11 (L’Ungheria ha avuto nel 2013 un aumento del 5,0%, la Slovacchia del 5,5, la Bulgaria del 6,2, la Gran Bretagna del 6,5, la Lettonia del 7,3). Eppure abbiamo più siti Unesco (addirittura 49, e dovrebbero diventare 50 con le Langhe) di chiunque altro su tutto il pianeta e siamo nelle posizioni di testa delle classifiche del «Country Brand Index 2012-2013» che ha studiato i «brand-Paese» di 118 nazioni accertando che il «marchio Italia» tra i potenziali consumatori è primo per il cibo, primo per attrazioni culturali e terzo per lo shopping (Stella, Cds).
Turismo 2 Gian Antonio Stella, sul Cds, a proposito dell’Italia che perde turisti: «Colpa del crollo dei turisti interni, certo: gli italiani che possono permettersi una vacanza, purtroppo, sono sempre di meno. Tanto da pesare oggi, secondo una ricerca di Nomisma, meno degli stranieri. Come successe nel 1958. Proprio per questo, però, spiccano i ritardi culturali e tecnologici che rendono più difficile l’aggancio di quei turisti esteri che potrebbero aiutare le nostre finanze. Spiega uno studio di Mm-One Group su dati Eurostat che nonostante i passi avanti degli ultimissimi anni, dovuti proprio al tentativo sempre più angosciato di recuperare clienti superando le pigrizie del passato quando troppi erano convinti che «comunque vada, qui devono venire», l’Italia è ancora nettamente indietro rispetto agli altri Paesi europei. Basti dire che il 30,1% degli alberghi, delle locande, dei bed & breakfast e insomma di tutte le attività ricettive non ha ancora una piattaforma dedicata alle ordinazioni. Che meno della metà e cioè il 46,7% vende online. Che mediamente i pernottamenti venduti sul web rappresentano solo il 12,5%. Uno su nove. Nel resto dell’Europa, la quota di fatturato derivante dall’e-commerce è del 24% ma diversi Paesi stanno molto sopra: la Gran Bretagna è al 39%, l’Islanda al 35, l’Irlanda al 33, la Repubblica Ceca al 31, la Lituania al 30, l’Olanda al 29... E mette malinconia vedere come noi, al 17%, siamo staccati dai nostri «concorrenti»: cinque punti sotto la Francia, sei sotto la Germania, dieci sotto la Spagna, ventidue sotto il Regno Unito» (ibidem).
Corte Costituzionale 1 Nella stagione dei tagli (il Quirinale taglierà altri 27 milioni nei prossimi tre anni, la Camera 50 milioni tra il 2013 ed il 2014, il Senato 34), il contributo dello Stato destinato alla Corte Costituzionale è rimasto invariato: 52,7 milioni di euro (Baroni, Sta).
Corte Costituzionale 2 In Italia la retribuzione lorda annua del presidente della Corte costituzionale, incarico oggi ricoperto da Gaetano Silvestri, è di 549.407 euro, mentre quella dei giudici è pari a 457.839 euro. La retribuzione media lorda dei 12 giudici costituzionali britannici è di 235 mila euro, in Canada il presidente guadagna 234.180 euro, 217 mila euro invece i giudici. Negli Usa siamo a circa un terzo della retribuzione italiana: al presidente vanno 173.525 euro mentre agli altri 8 giudici ne vanno 166 mila (ibidem).
Impostori Mamoru Samuragochi, da vent’anni conosciuto come il «Beethoven giapponese», ritenuto un mito perché nato sordo, in realtà è un impostore. Sente benissimo e non conosce la musica. La non-sua composizione «Hiroshima» nel 2011 fu l’inno delle comunità colpite dallo tsunami. A svelare il ventennale inganno ha provveduto il suo ghost writer, Takashi Niigaki, che ha tenuto una lunga conferenza stampa per vendicarsi di essere stato liquidato, dopo dieci anni di brani inventati per il millantatore, con 7 milioni di yen, 50 mila euro (Conti Cds).
Ratzinger La giornata di Ratzinger, 87 anni, che un anno fa si è «autorecluso» nel monastero Mater Ecclesiae: sveglia verso le 5,30, messa prima delle 7, mattinate trascorse a leggere ipadri della Chiesa, a rispondere alle lettere personali che arrivano in Segreteria di Stato, a passeggiare coi gatti, a visitare l’orticello biologico che ha sotto casa (durante il pontificato, Ratzinger aveva fatto curare quell’orto dalle suore di clausura per avere a disposizione sulla sua tavola frutta e verdura biologica). Dopo il pranzo e il riposo pomeridiano, la consueta passeggiata con Gänswein nel giardino attorno al convento, la recita del rosario, quindi torna a leggere e scrivere in biblioteca fino alla cena, alle 20 guarda il telegiornale e poi, a volte, suona il pianoforte. Alle 22 la luce è spenta. Uniche variazioni a questa routine sono le visite che riceve (Galeazzi e Tornielli, Sta).
(a cura di Roberta Mercuri)