5 febbraio 2014
Tags : Oliviero Rainaldi
Biografia di Oliviero Rainaldi
• Caramanico Terme (Pescara) 25 agosto 1956. Artista. Scultore.
• «C’è una componente liquida nell’opera di Oliviero Rainaldi – un prendere forma dei corpo “per via” di dilavare più che “di levare” – che il contatto con la natura esalta. (...) L’elemento vitale dell’acqua, ma anche la potenza letale della sua forza, è presente nei miti evocati dall’artista abruzzese (...) sin dai titoli delle sculture: dalla nascita di Venere alle gesta di Mosé, dallo specchio di Narciso alla morte di Marat» (Lea Mattarella) [Rep 30/4/2011].
• Molto contestata (anche dall’Osservatore Romano) la sua statua di papa Giovanni Paolo II inaugurata il 18 maggio 2011 davanti alla Stazione Termini dal sindaco di Roma Gianni Alemanno e dal cardinale vicario Agostino Vallini: «L’opera – un gigante bronzeo di 4 metri regalato dallo scultore (...) e dalla Fondazione Silvana Paolini Angelucci onlus – è stata collocata lungo viale Luigi Einaudi (...) Effettivamente – è poco somigliante con Wojtyla perché concepita, spiega lo scultore Rainaldi, secondo i più “avanzati” criteri stilistici ed estetici dell’arte contemporanea. Scelte artistiche non condivise dal giornale del Papa perché, si legge in un commento, la statua “pecca di una scarsa riconoscibilità”. “La suggestione dell’opera – ragiona il giornale vaticano – consiste nell’abbraccio ideale che il Pontefice era solito dare ai fedeli della sua diocesi e offrire ai molti pellegrini e visitatori” ma “il suo volto, situato in cima alla struttura, ha però solo una lontana somiglianza con quello del Papa. E complessivamente il risultato non sembra all’altezza dell’intento, tanto che in proposito già si sono levate voci critiche”. “Dispiace non essere stato capito”, confida (...) lo scultore Rainaldi, il quale precisa di non “aver voluto realizzare una statua di sapore ottocentesco, ma una scultura di arte contemporanea” fatta tenendo presente “il messaggio di accoglienza universale e di amore totale per ogni singolo uomo legato al beato Wojtyla”. “Non ho pensato alla somiglianza, ma – spiega l’artista – a un’opera in grado di sintetizzare nella postura della testa e del corpo, e nel drappeggio del mantello, l’andare verso il mondo del Papa, con la forza di un animo trasfigurato dalla fatica, dalla fede e persino dal vento, come un corpo pneumatico, secondo quanto ci ha insegnato anche San Paolo con la teologia del viaggiare verso le genti”. L’idea originaria di Rainaldi ha avuto la “benedizione” vaticana dell’autorevole ministro della Cultura, il cardinale Gianfranco Ravasi, e del segretario della Pontificia commissione per i beni culturali Francesco Buranelli. Ma solo perché, spiegava (...) l’Osservatore, “quando il bozzetto è stato visto presentava una simbologia molto più evidente”. Comunque Alemanno all’inaugurazione ha parlato di “una scultura di alto prestigio che ben esprime l’idea del papa viaggiatore”. Ma non tutti la pensano così: secondo l’architetto Massimiliano Fuksas “non trasmette emozioni”. Polemiche anche in Campidoglio: Federico Mollicone presidente della Commissione Roma Capitale, parla di “oltraggio alla figura di papa Wojtila”; mentre per Antonio Stampete (Pd) si tratta di “un’opera imbarazzante”» (Orazio La Rocca) [Rep 20/5/2011].
• Achille Bonito Oliva: «Certo con quel mantello al vento, ci sarebbe voluto uno scultore come Medardo Rosso, ma col tempo ci abitueremo (...) Sul piano linguistico, la felice intuizione del mantello ventoso è contraddetta dalla postura della testa ripiegata del papa, che ricorda la staticità della scultura degli anni ’30. Insomma, avrei dato più slancio alla testa. E lo svuotamento del corpo contraddice la ventosità a cui l’artista allude (...) Avrei preferito che la geometria della scultura seguisse una linea curva, più corrispondente alla natura di un papa guerriero e materno insieme come Giovanni Paolo II, che contribuì alla caduta del comunismo, ma contestò anche certo capitalismo (...) La Chiesa ama un’arte oleografica. Comunque, dare il nome del papa a una piazza laica è un atto evocativo, installarci una statua, come ora, è impositivo» (Rep 20/5/2011).
• Il 9 gennaio 2012 sono stati annunciati lavori di completamento dell’opera, che è stata nuovamente inaugurata il 18 novembre dello stesso anno. «Molti non l’hanno gradita. Hanno detto che somiglia a Mussolini, a una garritta, a Batman. Da qui la decisione di modificarla secondo i cambiamenti che (…) tutti potranno vedere arrivando alla stazione. “No, qui occorre fare delle precisazioni. La necessità di procedere al completamento dell’opera e non alla “modifica” è nata subito, ed è stata soprattutto un’esigenza personale. L’unico mio obbligo è nei confronti dell’opera ed è per rispetto del lavoro mio e di chi ha creduto in questo progetto che ho deciso di intervenire. E nessuno – sottolinea Rainaldi facendosi improvvisamente serio – mi ha detto cosa e come dovessi farlo. (…) La scultura era stata montata male. Io avevo previsto che il corpo fosse svasato e questa rastremazione verso il basso si era completamente persa: con essa, lo slancio verticale che ora la statua ha ritrovato. La testa, poi, era troppo incassata. Ora le ho dato più ‘collo’, 50 centimetri che hanno permesso di raggiungere una sintesi adeguata tra il volume del volto-ritratto e la forma essenziale, geometrica, del corpo. E questo anche grazie al modellato nuovo del colletto, della papalina, del mantello cui ho aggiunto un risvolto. Piccole cose, quasi impercettibili, come la linea degli occhi e delle labbra socchiuse. Ma decisive, e ora ci siamo. Anche la patina va bene: adesso è del verde chiaro che avevo previsto e che era stato completamente travisato”. Tutta colpa insomma della fonderia? Perché questi errori un anno e mezzo fa? “Lavorammo in tempi strettissimi, folli, per rispettare la data del 18 maggio 2011 (giorno del compleanno e della beatificazione di Wojtyla, ndr). Fu fatale mettere il lavoro nelle loro mani. E andammo in piazza così” (…)» (Carlo Alberto Bucci) [Rep 7/11/2012].
• Nel gennaio 2014 l’opera è stata inserita all’ottavo posto nella classifica della Cnn, firmata dal critico Iain Aitch, sui monumenti più brutti del mondo: «Per quanto riguarda il “palmares” italiano attribuito alla scultura di Oliviero Rainaldi c’è da dire che in fondo non è andata malissimo, visto che in classifica è stata messa all’ottavo posto. Ovvero non è tra le più brutte. La motivazione della bocciatura data da Aitch è feroce. “Assomiglia ad un busto di Mussolini che tenta di rapire un minore”, ha affermato sarcastico. Quell’opera ha subito molte contestazioni, ci fu un movimento di cittadini e intellettuali perché venisse portata via, poi venne modificata, ma dal 2011 è rimasta lì. Rainaldi ormai è avvezzo alle critiche, e a queste arrivate da oltreoceano risponde, ricordando un grande artista del passato, “persino Michelangelo fu criticato quando dipinse la Cappella Sistina”» (Maria Rosaria Spadaccino) [Cds 31/1/2014].