5 febbraio 2014
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Biografia di Roberta Prosseda
• Latina 1975. Pianista. «Il massimo interprete di Felix Mendelssohn» (Maurizio Cantore a Stefano Lorenzetto).
• «Dopo aver vinto una serie di importanti concorsi, in piccolo ha fatto per Felix Mendelssohn Bartholdy, almeno stando al Wall Street Journal, quello che il compositore della Sinfonia italiana aveva fatto per la Passione secondo san Matteo di Bach: ovvero una riscoperta e una riedizione di brani inediti ancora inascoltati. Nel nome (anche) del verbo mendelssohniano ha tenuto prestigiosi recitals alla Gewandhaus di Lipsia, alla Wigmore Hall di Londra e alla Philharmonie di Berlino. Oltre agli inediti citati ha inciso tutte le opere pianistiche di Goffredo Petrassi e Luigi Dallapiccola» (Riccardo Lenzi) [Esp 5/3/2009].
• «Quando (...) nella prestigiosa Gewandhaus di Lipsia, sede di un’orchestra fra le più antiche del mondo, ha terminato la sua esecuzione del riscoperto Concerto in mi minore di Felix Mendelssohn, è stato accolto da un’ovazione. L’occhio vigile e paterno del direttore Riccardo Chailly lo scrutava con affetto e compiacimento (...) Un po’ come avvenne per lo Chopin di Pollini o più recentemente per il Bach di Bahrami, è proprio Mendelssohn l’angelo protettore di Prosseda (interprete fra le più autorevoli promesse del momento), il musicista che lo ha fatto conoscere nelle cosiddette sale da concerto che contano. “Sì, sento la musica di Mendelssohn particolarmente affine”, spiega Prosseda, “anche per la sua espressività naturale e profonda, senza eccessi o manierismi. Ripercorre la grande tradizione di Bach, Haydn e Mozart, rivivendola alla luce del fervore romantico del suo tempo”. Ma Prosseda non vuole essere catalogato come “interprete specializzato”: suona anche spesso Chopin e i contemporanei. “Per poter approfondire al meglio il mondo poetico di un autore (...) è importante frequentarne altri e scoprire le relazioni e influenze stilistiche che vi sono tra i grandi maestri di epoche differenti”. Insomma, un interprete senza paraocchi, infatti “spesso accosto Mendelssohn o altri autori del passato a compositori moderni, per svelare sorprendenti somiglianze che altrimenti passerebbero inosservate. Credo che sia fondamentale far percepire la musica classica come un patrimonio che appartiene a noi, alla cultura contemporanea”. Il piccolo Roberto a tre anni iniziò a suonare il piano e il violino grazie al padre musicista dilettante. Poi si perfezionò all’Accademia pianistica di Imola. “La frequentai dal 1994 al 1998. In quegli anni vi erano molti talenti che accorrevano lì per studiare con i grandi maestri che vi insegnavano”. Fra le sue esperienze di studio, quelle con due pianisti storici come Leon Fleisher e Charles Rosen. “Con Rosen ho studiato per vari anni, sia ai corsi di Sermoneta che alla International Piano Foundation. Da lui ho imparato a saper cogliere la visione globale di un brano musicale, e, al contempo, a saper tratteggiare i punti salienti del discorso armonico con uno stile individuale. Fleisher ha un approccio altrettanto lucido e, come anche Karl Ulrich Schnabel, mi ha insegnato degli importanti principi generali di fraseggio e gestione del tempo che applico nelle mie interpretazioni (...) I musicisti possono svolgere un’importantissima funzione sociale, oltre che culturale. La musica è portatrice di valori profondi e universali, che oggi rischiano di essere dimenticati. Sta a noi farli conoscere e comprendere a più persone possibili, anche al di fuori dei circuiti concertistici. Per questo, insieme al medico Maurizio Cantore, ho fondato Donatori di musica, per portare concerti di alto livello nei reparti di Oncologia e, mi auguro, in tutti gli ospedali italiani. (...)”. Una curiosità: Prosseda è sposato con la collega Alessandra Ammara, dalla quale ha avuto Miriam (...) Un rapporto “che è uno stimolo reciproco. Abbiamo due modi diversi e complementari di vedere la musica e due carriere solistiche del tutto indipendenti. Spesso, però, ci scambiamo pareri, ed è un bellissimo arricchimento reciproco. Suoniamo molto anche insieme, in duo pianistico”» (Riccardo Lenzi) [Esp 27/8/2009].
• È direttore artistico dei Donatori di musica, un gruppo di musicisti, medici, infermieri e volontari che allestisce concerti negli ospedali, inventato nel 2009 dal dottor Maurizio Cantore, responsabile del Dipartimento oncologico dell’Asl di Massa Carrara.
• Dal 2012 duetta con il robot Teo Tronico, «robot pianista inventato da Matteo Suzzi a Imola – una macchina umanoide di 35 kg che suona, parla e occhieggia senza bisogno di muovere le mani, come uno sberleffo alle torture che ogni studente affronta per padroneggiare gli 88 tasti bianchi e neri. Teo Tronico non è il padre dei robot musicali, ma è il primo che irromperà in un tempio della musica classica, vestito di nero, con frac, tuba e papillon. Il 26 agosto (2012) debutterà infatti come solista con i Berliner Symphoniker alla Philarmonie di Berlino nell’Andante spianato e polacca brillante op. 22 di Chopin. L’idea di portarlo in scena è venuta a Roberto Prosseda, pianista e vorace scopritore di nuove avventure musicali (nel settembre 2011 portò nel Duomo di Forlì il doppio pianoforte a pedali, dimenticato da un secolo). A Trieste, due mesi fa, l’hanno visto duettare per la prima volta con questo Frankenstein elettronico: «Mi interessava l’idea di un pianoforte aumentato, al passo coi tempi – spiega Prosseda –, stavo cercando sul web esperienze di pianoforti automatizzati e ho incontrato Teo Tronico» (Luca Baccolini) [Rep 25/5/2012].