Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  gennaio 30 Giovedì calendario

Biografia di Franco Panzironi

• 1948 (~) Manager. Dall’agosto del 2008 amministratore delegato dell’Ama (l’azienda che a Roma gestisce la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti). Accusato di aver assunto undici tra familiari e amici della destra tra cui il futuro genero («Ho fatto tutto seguendo le leggi, quando le cambieranno mi adeguerò»), nel febbraio 2011 ricevette un avviso di garanzia (reati contestati l’abuso d’ufficio, il falso in atto pubblico e la violazione della legge Biagi per aver utilizzato per selezionare il personale un’azienda esterna). Passato alla carica di presidente della controllata Multiservizi Spa, si dimise il 6 ottobre 2013. «Il procedimento, che vede imputate altre sette persone, riguarda circa 841 assunzioni sospette avvenute tra il 2008 e il 2009 che nella maggioranza dei casi hanno riguardato soggetti privi delle specializzazioni richieste o del titolo di studio idoneo per l’incarico. Contestate inoltre altre 41 assunzioni a chiamata diretta con delibere che – secondo gli inquirenti – sarebbero state retrodatate artatamente per non incorrere nei parametri più restrittivi della legge Brunetta» (Cds 6/10/2013).
• «Fedelissimo di Gianni Alemanno è (...) anche segretario generale di Nuova Italia, fondazione politica presieduta dallo stesso sindaco di Roma; il quale ha provveduto ad assumere anche il suo figlio (...) Dario nella propria segreteria (...) secondo quanto denunciato dal consigliere comunale del Partito democratico Athos De Luca il 7 luglio 2010 in Campidoglio con un ordine del giorno votato all’unanimità da tutti i presenti, Panzironi guadagna oltre mezzo milione di euro l’anno. Come fa? Semplice: 70.293, più altri 30 mila li prende come amministratore delegato. Fin qui la regola dell’80% dello stipendio del sindaco quanto all’emolumento “fisso” è assolutamente rispettata. Poi però ce ne sono ancora 309.807 in quanto dirigente della stessa azienda. E fanno 380.100 euro. Ma Panzironi è anche presidente di un’altra società municipalizzata, Roma Multiservizi: per quello gli spettano 110.125 euro e 98 centesimi. A cui si devono aggiungere 55.062 euro e 99 centesimi per l’“indennità di risultato”. Totale: 545.288 euro e 97 centesimi. (...)» (Sergio Rizzo) [Cds 19/9/2011].
• «“Io fascista? Io massone? Macché, sono un ex democristiano. Anzi. Togliete pure l’ex. Sono un democristiano”. Paffuto, chioma bianca, famoso per le sue battute e per i suoi stipendi d’oro, gran collocatore di segretarie, generi, figli, ex naziskin, mogli e via dicendo dell’ormai celebre saga di Parentopoli, ecco l’autoscatto del ragionier Franco Panzironi. Ma sì, l’ex imperatore dell’Ama, ora ancora alla guida di Multiservizi, il gran ciambellano del sindaco Alemanno finito ora sotto l’ultima bufera dello scandalo degli appalti (è indagato nell’inchiesta relativa a turbativa d’asta nell’ambito di alcuni appalti pubblici, ndr). Che carriera, il ciambellano, da quando nel 2001 scoppia il colpo di fulmine. Lui, Gianni, era stato nominato giovane ministro dell’Agricoltura e subito, dal suo ufficio dello storico palazzo di via XX Settembre, chiamò Franco. Che voleva regalare all’amico? Tanto per cominciare la scrivania di segretario generale dell’Unire, l’appetitoso istituto dell’Unione nazionale incremento razze equine. Che non voleva proprio dire “darsi all’ippica”. Anche qui, dal 2002 al 2007, è un furoreggiare di polemiche e di assunzioni di “amici”. E incombe anche un’indagine per abuso d’ufficio per una maxiconsulenza da 60 mila euro ad un ex deputato di An. Ma arriva il 2008 e appena Gianni batte sul filo di lana Rutelli e sale vincitore sul Campidoglio, nello studio affacciato sui Fori, passa poco tempo che il ragionier Franco si ritrova nel palazzo di via Calderon de la Barca, il quartiere generale dell’Ama, a pochi metri dalle macchine che sfrecciano sulla Colombo. (…) Prima di arrivare all’Ama Panzironi era stato anche direttore generale di Lavoro Temporaneo spa, un’agenzia interinale poi confluita in Obiettivo lavoro. E nel gennaio 2010 è proprio questa che vince la gara per selezionare personale per la ex municipalizzata. Sì, perché soprattutto Franco assume. L’ultima arrivata nelle stanze della direzione come impiegata è Ilaria, la figlia del caposcorta del sindaco, Giancarlo Marinelli. E poi un vero e proprio esercito, una pattuglia di quasi mille quella che entra nella sede di Calderon de la Barca. Ecco gli ex ultras di estrema destra Andrini e Bianco, ecco la sua ex segretaria all’Unire Gloria Rojo, fino a Edoardo Mamalchi, figlio dell’ex capo della segreteria prima di Gasparri e poi dello stesso Alemanno. E poi Costanza Drigo, ex candidata nelle liste del centrodestra, Antonio Bettidi, in seguito distaccato nella segreteria particolare del sindaco, e Fabio Magrone, segretario dell’eurodeputata del Pdl Roberta Angelilli. Non manca neppure il genero, Armando Appetito. Ma quando gli si contesterà l’assunzione familiare, Panzironi dirà: “Allora non conosceva nemmeno mia figlia, come potevo sapere che poi si sarebbero fidanzati?”. E il figlio Dario? Prima in Campidoglio e poi all’Eur spa, controllata da un altro gran fedelissimo di Alemanno, Riccardo Mancini. (…) Intanto per la Parentopoli il procuratore aggiunto Alberto Caperna e il pubblico ministero Corrado Fasanelli chiedono il rinvio a giudizio per abuso d’ufficio continuato e in concorso per lui e altri sette: avrebbero pilotato 841 assunzioni avvenute tra la fine del 2008 e il 2009. (…) Alla fine si dimette da Ama. Ma la scialuppa di salvataggio è la presidenza della Multiservizi, controllata proprio da Ama. “Il gioco delle tre carte” lo chiama il Pd. E lui: “Me ne vado, sono stufo di fare il bersaglio. Neanche il sindaco mi ha difeso”. Alemanno: “Sono solidale”. Infine la tempesta degli appalti» (Paolo Boccacci) [Rep 19/10/2012].