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 2014  gennaio 30 Giovedì calendario

Biografia di Johnny Palomba

• «Critico senza volto dal nome fittizio» (Valerio Cappelli) [Cds 17/12/2007], «misterioso autore di (...) volumi di spiazzanti “recinzioni” (recensioni) cinematografiche scritte rigorosamente in romanesco» (Mes 12/1/2008).
• «Lui è @JohnnyPalomba: un passamontagna, degli occhiali, un contenzioso aperto con Wikipedia e quasi 20.000 followers su Twitter. Qualche giorno fa ha gabbato un po’ di followers fingendo di caricare il suo viso nella foto profilo del suo account e, se riuscite a recuperare gli scambi di twit durante questo finto coming out, vi farete due sane risate. Ecco a voi Johnny Palomba. (…) “Un nome è un nome, poi che ce lo abbia da sempre, da dieci anni da tre o da due, che cambia? In effetti, pensandoci bene cambia tantissimo, ma io sono Johnny Palomba, non saprei riconoscermi con altri nomi, non mi girerei quando mi chiamano, e poi con il fatto di non potermi vedere in faccia devo essere sicuro di come mi chiamo. Johnny”. (…) “Al contrario di quello che si potrebbe pensare, uso il passamontagna per pudore. Non tutti hanno il diritto di far vedere la propria faccia. La mia è consapevolezza innanzi tutto. (…) Io sono Johnny e la mia faccia è questa: un passamontagna, degli occhiali scuri e un cappuccio. Più riconoscibile di così…”. (…) Il contenzioso con Wikipedia in che consiste? “Per anni ho cercato di far togliere dalla voce ‘Johnny Palomba’ la frase ‘la sua identità è sconosciuta per motivi promozionali’ che non ha alcun senso. Se si vuol capire cosa sia la  cosiddetta ‘democrazia della rete’ fatevi un giretto su Wikipedia”. Sei, nell’anima, un critico cinematografico. Come hai deciso di creare Le recinzioni e soprattutto, ti aspettavi un successo del genere? “Ho sempre avuto la passione per il cinema e ho legato questa passione con la conoscenza della lingua più sintetica al mondo, il romano o romanesco, l’effetto è devastante. È la lingua che dovrebbe essere adottata da tutti i giornalisti. Non a caso è la lingua più parlata su Twitter”. (…) Sei felice? “Sì, ma di nascosto ché se no se ne accorgono”» (Andrea Delogu) [Pan.it 2/4/2013].