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 2014  gennaio 28 Martedì calendario

Biografia di Betty Olivi

• (Elisabetta) Treviso 1950. Portavoce di Mario Monti (da vent’anni, fin dai tempi della Commissione Ue).
• «(...) Gentile ma inflessibile, è figlia d’arte: suo padre, Bino Olivi, è stato lo storico portavoce della Commissione Ue (...)» (a. d’a) [Rep 15/11/2011].
• Conobbe Monti nel 1994, a Bruxelles: «Io lavoravo per la Commissione europea, lui arrivò al Mercato interno: mi fece un colloquio, breve, lo convinsi e mi prese. L’ho seguito anche come commissario per la Concorrenza sino al 2005. Ma siamo rimasti in contatto perché il suo rapporto con Bruxelles non si è mai interrotto». Al suo fianco anche a palazzo Chigi, nel novembre 2011, venne chiamata «appena ha ricevuto l’incarico di formare il governo, prima di indicare i ministri. Non ho esitato un minuto, pur sapendo che sarebbe cambiata la mia vita: giornate lunghissime, comunicati e colloqui interminabili» (a Carlo Tecce) [Vty 29/3/2012].
• «La Olivi con il premier (Mario Monti, ndr) ha un vero e proprio feeling oltre a una affinità di carattere: entrambi infatti sono perfezionisti, efficienti, pignoli e riservati. Forse un filo freddini, se è vero che non hanno mai ritenuto d’essere entrati così in confidenza da passare dal lei al tu. Ma è solo una questione di forma; la loro intesa, in ogni caso, resta perfetta. Capelli a caschetto, trucco minimal, pochi gioielli, sobri e comodi tailleur, la Olivi è l’ombra – e forse un po’ l’alter ego – del premier. In realtà, tra i frequentatori dei Palazzi c’è chi la associa a un altro esponente del Governo, il ministro Fornero, con cui condivide, dicono, il pugno di ferro, non certo le lacrime. Suo padre era l’ambasciatore trevigiano Beniamino “Bino” Olivi, scomparso lo scorso febbraio (2012) a 85 anni, per trent’anni funzionario della Commissione europea a Bruxelles, personalità di primissimo piano molto stimata negli ambienti istituzionali, nonché amico di Giorgio Napolitano (che ha ricevuto la Olivi per la prima volta con il premier al Quirinale, salutandola con un caloroso benvenuto). Papà Bino iniziò come giudice, poi tentò, riuscendovi, il passaggio in Europa grazie al ministero per gli Affari esteri, all’interno della delegazione italiana ai negoziati per i trattati del Mercato comune. Nel 1961 riuscì a conquistare l’incarico di portavoce della Commissione europea e direttore dei servizi stampa, nel 1967 quello di direttore generale e poi arrivarono l’insegnamento alla Sapienza di Roma, alla Sorbona di Parigi e a Padova. Insomma una personalità forte e sicuramente per Betty un punto di riferimento nella vita privata e professionale. Come il padre, Betty ha fatto una carriera brillante. Esperta di politica comunitaria, è stata capo del settore Affari politici della rappresentanza della Commissione europea in Italia e responsabile della Rete Europe Direct, sempre nel nostro Paese. A Bruxelles, invece, è nato il sodalizio con il premier, del quale è stata portavoce dal 1994. All’epoca lei lavorava già per la Commissione, dov’è stata a lungo capoufficio stampa. Dopo un breve colloquio, ha seguito Monti sia quando era al Mercato interno, sia nel ruolo di commissario per la Concorrenza, fino al 2005. Lui è tornato in Italia, ma i rapporti non si sono interrotti, così, quando al professore è stato dato l’incarico di formare il governo, ha immediatamente chiamato la sua ex assistente. Più che la portavoce, la Olivi ha sempre parlato pochissimo, sembra la sua guardia del corpo. Dal piglio piuttosto intransigente, ha tra le sue priorità quella di coordinare la comunicazione del Governo... provocando qualche insofferenza tra gli staff dei singoli ministri. Tant’è che a palazzo Chigi è più nota per il rigore che per la simpatia. Precisa, puntuale, attenta, a volte eccessivamente rigida con i colleghi che lavorano con i ministri; insomma, vuole sempre avere tutto sotto controllo. Come un corazziere» (Antonella Scutiero) [L43 28/3/2012].