28 gennaio 2014
Tags : Paolo Nori
Biografia di Paolo Nori
• Parma 20 maggio 1963. Scrittore. Tra i suoi libri Mi compro una Gilera (Feltrinelli 2008), «il capolavorino della letteratura italiana del 2008, oltre che una gigantesca messa in ridicolo di Parma e dei suoi abitanti, specie politici e giornalisti» (Camillo Langone) [Fog 19/6/2008]. Di recente: La banda del formaggio (Marcos y Marcos, 2013), La Svizzera (Il Saggiatore, 2013), Mo mama (da chi vogliamo essere governati?) (Chiarelettere, 2013), Si sente? Tre discorsi su Auschwitz (Marcos y Marcos, 2014). Collabora con il manifesto, il Post, il Fatto Quotidiano, Libero, Il Foglio ecc. Traduttore di opere dal russo. «Il più grande narratore parmigiano vivente» (Camillo Langone) [Fog 11/9/2013].
• «(...) Rileggendo i libri di (...) Nori (...) da Diavoli (...) a Mi compro una Gilera (...) Mi sono chiesta quale sia il meccanismo narrativo che rende Nori così divertente. La chiave del “divertente” è che la realtà è sempre descritta al contrario di ciò che dovrebbe essere: tutte le piccole cose – a che ora aprono le farmacie? che scarpe mi metto? – diventano grandi; e le grandi cose, i grandi fatti della vita, Nori li riduce. E tra le “grandi cose” mette anche la letteratura! A questo proposito è magistrale l’inizio di Spinoza, quando spiega perché è diventato scrittore: “Da piccolo facevo il portiere... Allora una volta, ero lì che dovevo rinviare coi piedi, mi sono chiesto improvvisamente Chi me lo fa fare, di rinviare la palla coi piedi?... Battono, tirano, gol. Cominciato a scrivere”. È il gioco del contrario che crea il “divertente”. Quando ho bisogno di vedere la vita così, con le cose drammatiche che diventano piccole e le piccolezze che diventano grandi, allora rileggo Paolo Nori» (Milena Agus) [Rep 6/6/2009].
• Nel 2010 fu duramente attaccato dal critico Andrea Cortellessa, che considerandolo un “intellettuale di sinistra” riteneva inammissibile la sua collaborazione col quotidiano Libero. I due furono protagonisti di un dibattito il 19 gennaio 2010 alla libreria Giufà di Roma: «(...) “Non mi piace l’espressione ‘intellettuale di sinistra’. Primo perché la parola intellettuale mi fa venire l’orticaria, e poi perché sinistra, destra, cosa sono ormai? Certo non sono di destra, mi definirei piuttosto uno scrittore anarchico”. Perché è finito su Libero? “M’aveva invitato il capo della redazione cultura leggendo un mio pezzo sul manifesto su un libro di Daniele Benati, Silenzio in Emilia. La trovai una gran cosa, la possibilità di parlare a un’audience diversa dalle mie idee, per questo ho accettato. Ho poi sperimentato un posto dove mi lasciano dire quello che voglio, non toccano i miei pezzi, non mi censurano... A me è capitato di essere censurato, e sa da chi? Da Repubblica; alla vigilia delle elezioni del 2006 tolsero un pezzo che erano stati loro a chiedermi, mi dissero che lo trovavano troppo pessimista”. (...) Racconta lo scrittore di Parma di non lagnarsi affatto della polemica, “a me interessa moltissimo capire come mai il contesto, in Italia, prenda sempre il sopravvento sul testo”. La cornice in cui dici le cose, prima delle cose che dici. La pietra dello scandalo, in effetti, è passata totalmente inosservata (la recensione su Ammaniti), ma che Nori scrivesse su Libero proprio non andava giù a tanti: lettori, scrittori, critici (...)» (Jacopo Iacoboni) [Sta 20/1/2010].
• Il 23 marzo 2013, a Casalecchio di Reno (Bologna), dove vive, fu investito da una moto mentre attraversava la strada a piedi. Ricoverato all’ospedale Maggiore di Bologna, riportò un trauma cranico, rimase in coma farmacologico per qualche giorno, ma si riprese completamente. Era già stato vittima di un altro incidente, nel 1999, quando la sua auto venne centrata da un’altra vettura. Riportò ustioni di secondo e terzo grado.
• Ha una figlia, Irma.