Fior da fiore, 25 gennaio 2014
Lo Stato dà il via alla privatizzazione di Poste e Enav • I dipendenti di Poste Italiane saranno anche azionisti • Sconti sulle autostrade per i pendolari • L’Italicum di Renzi piace al 60% dei votanti • Bombe in Egitto • L’app che avvisa i parenti di essere scampato a un attentato • Gli angeli custodi di Eleonora Abbagnato
Privatizzazioni Il governo ha dato il via libera alla privatizzazione di Poste ed Enav (Ente nazionale di assistenza al volo). L’operazione dovrebbe portare, per ora, quasi 6 miliardi nelle casse dello Stato. Saccomanni: «Poste ha un valore tra i 10 e i 12 miliardi e quindi il 40% vale tra 4 e 4,8 miliardi, la valutazione di Enav è dell’ordine di circa 1,8-2 mld, quindi il 49% di Enav che si vuole vendere vale circa un miliardo». Ha aggiunto che si augura di poter concludere l’operazione su Poste prima dell’estate. Il programma di privatizzazioni «durerà almeno un paio d’anni», ha detto Saccomanni, e coinvolgerà altre aziende pubbliche. [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno]
Dipendenti Tra gli azionisti del gruppo Postale ci saranno i 145.542 dipendenti che dovrebbero beneficiare di titoli senza pagarli. A loro dovrebbe andare il 5% del 40% - dunque il 2% della capitalizzazione totale: ognuno in media dovrebbe ricevere circa 1.300-1.500 euro in azioni.
Autostrade Il governo ha deciso che per i pendolari che prendono regolarmente l’autostrada ci sarà uno sconto sui pedaggi: 20% in meno, che sarà applicato per un percorso massimo di 100 chilometri tra andata e ritorno, a patto che la stessa tratta venga coperta almeno 20 volte in un mese. E che scenderà progressivamente dal 20% al 10% al diminuire del numero dei viaggi, fino alla soglia minima di 10 volte al mese. La misura partirà da febbraio e, in via sperimentale, durerà fino alla fine del 2015. L’idea, ha detto il ministro Lupi, è stata accettata dall’Aiscat, l’associazione che raggruppa le società concessionarie delle autostrade.
Italicum Un sondaggio di Nando Pagnoncelli per il “Corriere della Sera” dice che il 52% degli intervistati, se potesse scegliere, vorrebbe un sistema elettorale con due soli partiti, il 22% con due grandi coalizioni basate su alleanze di partito, il 19% un sistema proporzionale. I sostenitori di Partito democratico (86,7%) e Forza Italia (82,1%) sono per una soluzione che prediliga due soli grandi partiti o coalizioni, gli attivisti Cinque Stelle invece sono divisi (il 43,6% sceglie il proporzionale, il 50,6% invece è favorevole alle altre due opzioni). L’Italicum, il sistema elettorale proposto da Renzi e Berlusconi, divide le opinioni degli elettori, sia nel processo che lo ha generato, sia nei contenuti: il 50% giudica positivamente l’accordo dei due partiti maggiori, nonostante Pd e Forza Italia siano l’uno al governo e l’altro all’opposizione, ma il 42% ritiene che l’accordo avrebbe dovuto essere trovato in primis tra le forze che sostengono il governo e solo successivamente esteso alla minoranza. Se si entra nel dettaglio, la scelta di Renzi di accordarsi con Berlusconi risulta apprezzata in modo particolare dagli elettori azzurri (75,2%) e democratici (54,4%, per il no il 39,4%). Contrari, invece, gli alfaniani (56,3%) e i sostenitori di Grillo (70,6%). Anche riguardo alle preferenze e listino bloccato le opinioni sono divise: il 36% giudica le preferenze indispensabili, il 33% pur giudicandole importanti ritiene un compromesso accettabile la proposta del listino bloccato nelle singole piccole circoscrizioni, assegnando in tal modo agli elettori la possibilità di scegliere sulla base di un elenco decisamente ridotto rispetto a quello previsto dal Porcellum e il 24% condivide la proposta senza esitazione. Da ricordare che a giugno del 1991 un referendum cui partecipò il 62,5% degli elettori stabilì con il 95,6% dei voti l’abrogazione delle preferenze. Nel complesso la nuova proposta di legge viene giudicata positivamente dal 60% degli intervistati (di questi, 19% ne dà un giudizio molto positivo) mentre poco più di un terzo si esprime negativamente.
Bombe Ieri al Cairo sono esplose quattro bombe di matrice islamica. La prima è scoppiata davanti al quartier generale della polizia ad Abdeen, facendo quattro morti, di cui tre poliziotti, oltre 70 feriti. Due ore dopo, sull’altra sponda del Nilo, nel quartiere borghese di Dokki, un’altra bomba ha ucciso una persona e ferito 15. E poi altre due esplosioni sulla strada delle Piramidi, la seconda delle quali ha causato una sesta vittima e ancora feriti. A questo bilancio si aggiungono almeno 13 morti in scontri avvenuti in varie città tra forze dell’ordine e manifestanti pro Morsi. Centinaia gli arresti. L’allarme è molto alto per oggi, anniversario delle prime proteste del 2011 che portarono alla caduta di Mubarak.
I am alive L’app I am alive inventata da una giovane libanese per rassicurare amici e parenti dopo un’esplosione. La ragazza, che si chiama Sandra Hassan, spiega: «Ogni volta che sentiamo in tv di un’esplosione nel centro di Beirut io e le mie amiche ci precipitiamo ai telefoni per assicurarci che i nostri familiari stiano bene. Non si può vivere in questo stato di ansia perenne». Così, grazie al programma, basta schiacciare in tasto del telefonino per pubblicare su Twitter un messaggio preimpostato che rassicura i parenti sulla propria sopravvivenza (Caporale, Sta).
Angeli Eleonora Abbagnato colleziona angeli: «Sono di tutte le dimensioni, di ogni colore e con diverse funzioni, come il mio bellissimo angelo a forma di lampada. Svariati sono i materiali: ceramica, metallo, legno. Nella camera da letto della mia prima casa parigina ce n’era uno dipinto sul muro» (Rep).
(a cura di Daria Egidi)