Fior da fiore, 22 gennaio 2014
Si dimette Cuperlo • La vita mondana di monsignor Scarano • In Italia ci sono 120 rapine al giorno • Cresciute di un terzo le mail truffa • La figlia di Kennedy contro la caccia ai delfini • Valérie è pronta a perdonare Hollande
Cuperlo Gianni Cuperlo lascia la presidenza dei democratici, «allarmato per la concezione che il segretario ha del Pd e del confronto». Il partito, lamenta, non può piegare verso «l’omologazione di linguaggio e di pensiero». Non è un problema personale spiega Cuperlo nella lettera di dimissioni, né si tratta di una ripicca per lo scontro duro di due giorni fa in direzione. Il presidente che prende la parola per bocciare l’accordo sulla legge elettorale, chiedendo le primarie per legge o le preferenze. Renzi che gli risponde a muso duro, «parli tu che sei stato eletto senza passare dalle primarie». Cuperlo che a quel punto prende cappello e molla la riunione. Dopo una notte di riflessione, ecco le dimissioni. Irrevocabili, spiega, perché gli appelli a restare (anche da parte di Enrico Letta) non gli faranno cambiare idea, «pure perché non ho visto tutto questo slancio». La sua lettera è un atto di accusa al segretario, «io ho posto il problema politico delle liste e tu mi hai risposto con un attacco sul piano personale, ma il Pd è una comunità politica». Si apre un rischio scissione? L’ex presidente smentisce, «mi sono dimesso per un gesto di amore nei confronti del Pd, che resta il mio partito, e al quale mi dedicherò con affetto: questo è il nostro partito, lo è stato e lo sarà». Si impegnerà, in pratica a questo punto come capo dell’opposizione interna, «per correggere questi atteggiamenti prima che si producano degenerazioni». I veri leader, aggiunge poi a “Ballarò”, «dirigono e non comandano ». Dimissioni non dettate da «alcun sentimento di invidia e tanto meno di rancore», e neppure per l’assenza «di un cenno di solidarietà di fronte ad una richiesta avanzata con motivazioni alquanto discutibili» (qualche esponente Pd infatti, subito dopo l’intervento di Cuperlo, ne aveva immediatamente chiesto la testa). Il segretario respinge al mittente le obiezioni, «non siamo un partito di plastica, le critiche si fanno e si ricevono, a me hanno dato del fascistoide», e spiega che non può essere il Pd a toccare il punto sulle preferenze mentre i cambiamenti si possono fare in Parlamento, «se no rischia di venire giù tutto». E nessuno può dire che c’è un problema di democrazia interna nel Pd. «Io ho vinto le primarie con il 70 per cento. Potevo dire a Cuperlo “ciao, ciao”. E invece il giorno dopo mi sono messo in ginocchio per fargli accettare la presidenza del partito». Con fatica, ricostruisce ora il segretario. «Lui ha chiesto di parlarci in modo franco e diretto, e mi ha attaccato duramente sulle liste bloccate. Gli ho solo chiesto perchè non ha usato quello stesso tono quando, insieme a molti anche miei amici, è stato inserito nel listino senza passare dalle primarie per i parlamentari. Se questo giustifica le dimissioni, le rispetto ma non condivido». [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno]
Scarano 1 Il giudice di Salerno Dolores Zarone ha ordinato un nuovo arresto per l’ex responsabile dell’Amministrazione del Patrimonio della Santa Sede, Nunzio Scarano. L’accusa è riciclaggio e falso in atto pubblico: con i conti Ior avrebbe «ripulito» 6 milioni di euro. Tra i beni sequestrati al monsignore, quattordici appartamenti e sei tele originali di Vincent Van Gogh (Bufi e Sarzanini, Cds).
Scarano 2 Il 31 gennaio dell’anno scorso, Scarano aveva denunciato di aver subito un furto nella sua casa di Salerno. La lista degli oggetti rubati: 20 quadri di Guttuso, De Chirico, un calco del crocifisso dell’altare di San Pietro, una pergamena ad olio, argenteria e posateria varia del valore di svariati milioni di euro (ibidem).
Scarano 3 Per delineare la personalità del sacerdote è stato interrogato il suo amico Landi Magno. Così il giudice sintetizza il suo verbale: «Il testimone ha dichiarato di ignorare la provenienza delle enormi disponibilità economiche dello Scarano, di sapere che egli amministra i beni della Santa Sede presso lo Ior e che può vantare crediti illimitati in ragione del diritto che ha di poter accedere alle stanze del Papa; di sapere che è molto legato agli armatori D’Amico, che frequenta numerose personalità tra cui la cognata di Gianni Agnelli, la principessa Frescobaldi e molti personaggi dello spettacolo e della televisione tra cui Michelle Hunziker; che il monsignore sembra avere una doppia personalità perché quando celebra Messa o è nella funzione di religioso sembra mite e umile mentre quando si sveste è ben vestito, abbronzato, diviene amante della vita mondana e si accompagna a personaggi noti quali il Principe di Monaco». Non solo. Secondo quanto accertato dalle indagini affidate alla Guardia di Finanza «Scarano parla spesso al telefono anche con tale Emilio Zanotti che sarebbe una sorta di indovino con il quale il prelato si confronta quotidianamente, anche per più volte al giorno, rendendolo partecipe del suo stato d’animo di particolare preoccupazione per le indagini in corso e richiedendogli di continuo rassicurazioni al riguardo» (ibidem).
Rapine Secondo una ricerca del sociologo Marzio Barbagli, in Italia a causa della crisi si registra un’impennata delle rapine, passate dalle 35mila del 2010 alle 44mila del 2013. Insomma, più di 120 al giorno. Più nel dettaglio, alcune tipologie di rapine diminuiscono (quelle contro le banche) o restano stabili (uffici postali), ma crescono quelle più frequenti che avvengono nella pubblica strada, passate da 16.837 nel 2010 a 23.034 nel 2013 e quelle in abitazione (da 2.106 nel 2010 a 3.611 nel 2013). Crescono rapidamente anche alcuni tipi di furto: i borseggi, che da 113mila nel 2009 sono saliti a 165mila nel 2013, e i furti in appartamento, che negli stessi anni passano da 149mila a 246mila (con un aumento del 65%) (Rep).
Mail truffa Nonostante le campagne di informazione, c’è sempre chi cade nell’inganno delle mail truffa e continua a dare le password, i dati personali e quelli della carta di credito oppure ad aprire senza farsi domande ogni allegato che arriva esponendo il pc a virus che sono in grado di carpire i codici bancari. In un attimo le bande di truffatori transnazionali, tra i quali non mancano gli italiani, svuotano conti e carte. Secondo i dati della Polizia postale, solo per il phishing e il furto di credenziali dei conti bancari online tra il 2012 e il 2013 i casi di denunciati sono saliti del 27,5%, passando da 51.250 a 65.327 vittime che si sono viste portare via 38,7 milioni di euro, contro i 24,8 dell’anno precedente. Aumentate anche le persone denunciate, da 5.189 a 5.253, anche se sono diminuite quelle arrestate, da 147 a 85 (Guasetella, Cds).
Delfini In Giappone, a Taiji, è cominciata ieri la caccia ai delfini: ogni anno vengono uccisi centinaia di mammiferi la cui carne finirà sulle tavole. Ma questa volta è nato un caso diplomatico grave, perché la pratica è stata denunciata anche dalla nuova ambasciatrice americana a Tokyo, Caroline Kennedy. La figlia del presidente Kennedy ha usato Twitter per dirsi «profondamente preoccupata dalla disumanità della caccia e dell’uccisione dei delfini» e ricordare che il governo degli Stati Uniti si oppone. Al suo fianco si è schierato l’ambasciatore britannico, che ha ricordato «la terribile sofferenza» inflitta ai mammiferi del mare. Yoshinobu Nisaka, governatore di Wakayama, ha ribattuto che «la cultura alimentare varia ed è saggio che le diverse civiltà si rispettino a vicenda». Secondo Nisaka, la caccia ai delfini non è vietata da alcun trattato internazionale e la specie non è tra quelle in pericolo di estinzione: «Ogni giorno vengono abbattute vacche e maiali per la catena alimentare. Sarebbe crudele solo uccidere i delfini? Non ha senso».
Valérie Secondo Rtl, Valérie Trierweiler, che si sta riposando alla Lanterne, la residenza presidenziale nel parco di Versailles, dopo essere uscita sabato dall’ospedale, sarebbe disposta a passare sopra all’infedeltà di Hollande e a restare première dame (un ruolo non previsto dalla Costituzione francese ma formatosi per prassi nel corso dei decenni, che le garantisce comunque appartamenti, uffici e cinque collaboratori all’Eliseo, più scorta e automobili di funzione per un costo allo Stato di circa 60 mila euro al mese). È il presidente Hollande che invece non sembra affatto propenso a ricominciare come se niente fosse, e che anzi si appresterebbe ad affrontare il resto del quinquennato da single, senza riconoscere né a Trierweiler né a Gayet né a nessun’altra un ruolo pubblico.
(a cura di Roberta Mercuri)