17 gennaio 2014
Tags : Maria Cristina Morelli
Biografia di Maria Cristina Morelli
• Soresina (Cremona) 26 giugno 1961. Avvocato. «Occhi di ghiaccio. Di un azzurro identico a quello della sua nuova cliente: la famosa signora Veronica Berlusconi. (…) Specializzata in diritto di famiglia, nubile e senza figli» (Peter Hartmann) [Die Weltwoche 7/2009].
• «(...) L’avvocato che Veronica Lario ha voluto accanto a sé nella causa di separazione da Berlusconi (...) la professionista che aveva dato la prima, fondamentale, mano a Beppino Englaro nella sua battaglia per Eluana (...) Era stata Maria Cristina Morelli a capire che la soluzione esisteva già nell’ordinamento e che il primo passo da compiere era che Beppino diventasse il tutore della figlia. Ha poi seguito Englaro mano a mano che saliva nei gradi del giudizio fino al 2004, quando ha lasciato spazio a persone più esperte di lei in diritto costituzionale. Perché, a sentire i colleghi, Maria Cristina Morelli è così: una grandissima lavoratrice che deve appassionarsi ai casi che tratta, ma che non si cimenta in campi che non sono i suoi. Lei è esperta di diritto di famiglia e ha un forte interesse personale per la bioetica (fa parte della Consulta di Bioetica) e per i temi legati alle donne. (...) “Un bravissimo avvocato, ma che non vuole apparire”, la descrive (...) Beppino Englaro, che naturalmente la ricorda nel suo libro Eluana, la libertà e la vita. Lei, infatti, non parla. È chiusa nel suo studio milanese accanto al Tribunale. (...) Non sposata e senza figli, appassionata di vela (...) Chi l’ha vista all’opera sostiene che non è una che cerca l’accordo a tutti i costi. Ma neanche la rissa» (Maria Silvia Sacchi) [Cds 5/5/2009].
• «(...) Laurea alla Statale di Milano, iscritta all’Albo degli avvocati dal 1991, cassazionista dal luglio 2007, Cristina Morelli, di famiglia non ricca, tutta carriera niente mondanità, ha avuto due maestri, il professor Bruno Cavallone, docente di procedura civile alla Statale e l’avvocato Laura Hoesch. Con Hoesch, famosa matrimonialista molto accreditata negli ambienti milanesi di sinistra, Morelli è rimasta fino a quando (...) ha aperto un suo studio, in via Fontana accanto a palazzo di Giustizia. (...) Grazie al giudice Amedeo Santuosso, uno dei magistrati più competenti in materia bioetica, l’avvocatessa si avvicina a fine anni Novanta alla Consulta di bioetica. Ricorda Carlo Alberto De Fanti, il neurologo di Eluana Englaro: “Cristina con Santuosso fa parte del team di giuristi che ha elaborato con noi la ‘Biocard’, un modello di testamento biologico che lanciammo senza successo (...). In quel periodo vennero da noi in Consulta a cercare aiuto i coniugi Englaro; fu automatico indirizzarli a Cristina”. È la giovane avvocatessa Morelli, ambiziosa legale dalle cause impervie, a scegliere d’utilizzare la figura del tutore dell’interdetto per consentire a una persona incapace di esprimere la propria volontà attraverso un rappresentante. Nel 1997 Beppino Englaro diventa tutore della figlia: la lunga e clamorosa battaglia legale ha inizio. Nel dicembre 1999 la Corte di appello di Milano rigetta la richiesta di rifiuto delle cure ma non solleva obiezioni sul punto. Morelli, in una delle sue rare dichiarazioni, afferma: “È un passo importante della giurisprudenza perché si ammette che anche le persone nello stato di Eluana possano esercitare il diritto di dare o negare il consenso informato alle cure attraverso un rappresentante”. La via di Eluana è tracciata. Cristina Morelli, quando esplode il caso Englaro, non appare mai in tv, non manca però a nessun dibattito organizzato a Milano dalla Consulta. (...)» (Chiara Beria di Argentine) [Sta 5/5/2009].
• Grazie a lei Veronica Lario ottenne un assegno di mantenimento di 100 mila euro al giorno (al lordo delle tasse), 3 milioni circa al mese, cifra poi ridotta a 1,4 milioni al mese: «A vibrare il pesante colpo di scure che ha ridotto l’appannaggio, portandolo da tre ad “appena” 1,4 milioni di euro, è stato il Tribunale di Monza al quale il Cavaliere ha deciso di rivolgersi a luglio in gran segreto per avviare una causa di divorzio nei confronti della moglie. Come consente con una certa dose di bizzarria la legge italiana, sul matrimonio sono in corso due cause distinte, l’una di “separazione consensuale” e l’altra di divorzio. La prima, avviata dopo 22 anni di matrimonio il 3 maggio del 2009 da Veronica Lario, si svolge a Milano perché in quel momento lì risiedeva il “convenuto” Silvio Berlusconi (…). La seconda causa, quella di divorzio, è stata intentata (…) da Berlusconi ed è in corso di fronte ai giudici di Monza perché Veronica Lario risiede nel territorio che fa parte del distretto di questo tribunale. Nella causa di separazione, i giudici della nona sezione civile del Tribunale di Milano avevano stabilito a fine dicembre 2012 che per consentirle di mantenere un tenore di vita analogo a quello goduto durante la convivenza con uno degli uomini più ricchi del mondo, come stabilisce la legge nel caso sussista una disparità economica tra i due coniugi, alla Lario dovessero andare 100.000 euro al giorno mentre all’ex premier sarebbe rimasta la favolosa villa Belvedere di Macherio in cui Veronica aveva vissuto fino al settembre 2010 crescendo i tre figli Barbara, Eleonora e Luigi prima di trasferirsi nella suite deluxe dell’Hotel de La Ville di Monza, con vista sulla Villa Reale. (…) A stabilire i nuovi parametri economici in vista del divorzio è un’ordinanza emessa nella scorsa estate dal Tribunale civile di Monza presieduto da Anna Maria Di Oreste. La somma di 1,4 milioni di euro al mese, pari a 16,8 milioni l’anno o se si vuole a 46 mila al giorno, comunque meno della metà dei 36 fissati in precedenza a Milano, corrisponderebbe a quella sulla quale, a seguito della decisione dei giudici milanesi, era ruotata una trattativa tra Silvio Berlusconi, assistito dagli avvocati Ippolita Ghedini e Cristina Rossello, e Veronica Lario, patrocinata dall’avvocato Cristina Morelli» (Giuseppe Guastella) [Cds 22/10/2013].