La Gazzetta dello Sport, 17 gennaio 2014
La Lega si dà un gran daffare e riesce sempre a catturare l’attenzione di tutti. Ieri, i senatori del Carroccio avrebbero occupato l’ufficio del presidente Grasso (la cosa non è sicura), mentre alla Camera l’onorevole Buonanno, durante un question time, ha preso a un tratto un barattolo di cerone e s’è dipinto la faccia di nero, con questo gesto volendo rinforzare il discorso che il governo è più sensibile alle necessità degli immigrati che a quelle degli italiani
La Lega si dà un gran daffare e riesce sempre a catturare l’attenzione di tutti. Ieri, i senatori del Carroccio avrebbero occupato l’ufficio del presidente Grasso (la cosa non è sicura), mentre alla Camera l’onorevole Buonanno, durante un question time, ha preso a un tratto un barattolo di cerone e s’è dipinto la faccia di nero, con questo gesto volendo rinforzare il discorso che il governo è più sensibile alle necessità degli immigrati che a quelle degli italiani.
• Sono cose serie? O ha ragione il Pd quando dice che hanno preso una deriva razzista e sono ormai qualcos’altro rispetto ai tempi di Bossi (per il quale il termine “fascista” era un insulto)?
I sondaggisti dicono che la Lega è al minimo storico. Se si andrà a votare con la legge elettorale ridisegnata dalla Corte costituzionale - l’ipotesi più probabile al momento - è facile che il Carroccio non superi il 4% nazionale alla Camera e neanche l’8% in una qualche regione del Nord. Troverà alleati capaci di formare una coalizione da 10%? Difficile, molto difficile. Il proporzionale ridisegnato dalla Corte costituzionale ha eliminato il premio di maggioranza, dunque non c’è nessuna convenienza per i più grandi a formare coalizioni. Possono provare a mettersi insieme partiti piccoli... Ma insomma: la Lega, per restare in piedi, ha scelto un paio di iniziative clamorose, gli attacchi alla Kyenge, l’entente cordiale con Marine Le Pen, la battaglia sull’intenzione del governo di abolire il reato di clandestinità, cioè di modificare nei suoi princìpi una legge intitolata a Bossi (la cosiddetta Bossi-Fini). Un minimo di elettorato è disposto ad andargli dietro? O il caso Piemonte, brutta coda del caso Trota-Belsito-cerchio magico, ha messo su questa importante esperienza storica una pietra tombale?
• La storia della famiglia Bossi, col seguito delle mutande verdi di Cota e dei brogli elettorali piemontesi, ha tolto alla Lega uno dei suoi slogan più efficaci, cioè “Roma ladrona”.
Il segno della crisi sta nella manifestazione organizzata a Torino dopo l’annullamento da parte del Tar del voto in Piemonte. Sono andate a sfilare non più di mille persone. Ieri Salvini ha indetto trenta manifestazioni davanti a trenta penitenziari italiani contro la legge svuota-carceri, («le persone da aiutare stanno fuori, non dentro le galere»). Ma è un trucco già messo in pratica dai sindacati: trenta manifestazioni in contemporanea nascondono meglio il fatto che a ogni manifestazione erano presenti poche decine di militanti. È tutto molto deprimente.
• Com’è la storia dell’occupazione dell’ufficio di Grasso ieri?
Il capogruppo leghista Massimo Bitonci dice di aver promosso l’occupazione dell’ufficio di Grasso per protesta contro un’inversione dei lavori previsti dal calendario, inversione che ha accelerato un minimo la discussione sulla Bossi-Fini e sulla cancellazione del reato di clandestinità. La presidente di turno, Valeria Fedeli, Pd, ha spiegato che il relatore dell’altra legge, il senatore Casson, era malato e nell’inversione, del tutto legittima, non c’era nessuna particolare intenzione politica. Quanto all’occupazione dell’ufficio di Grasso, lo staff del presidente ha postato sulla sua pagina Facebook una foto in cui si vede che l’ufficio è vuoto e in perfetto ordine. Anche la Fedeli ha smentito che l’occupazione sia mai avvenuta. «I senatori Questori, alla luce delle notizie delle agenzie di stampa, hanno verificato personalmente che non è in corso alcuna occupazione degli uffici del presidente Grasso da parte dei senatori della Lega i quali stanno intervenendo in Aula sul disegno di legge in discussione».
• È un’altra buffonata come quella degli uffici a Monza?
Però la Lega va anche presa un minimo sul serio. Per esempio negli attacchi al ministro Kyenge, una volta preso atto che i leghisti hanno criticato il lancio di banane, vi sono pure delle questioncelle da non sottovalutare. Prima di tutto: è vero che pubblicare il calendario degli incontri del ministro è provocatorio, però la Padania ha copiato quell’agenda dal sito del ministero, dunque gli incontri erano già pubblici. È difficile beccarli su questo punto, e infatti la direttrice del giornale, Aurora Lussana, ha annunciato la pubblicazione delle agende di altri ministri (a suo dire) «inutili», tipo Zanonato, Saccomanni o lo stesso Letta. Altra questione: la Kyenge è poi criticabile o no? O tutte le volte che le si fa un appunto viene giù il mondo perché i critici sono tacciati di razzismo? L’hanno pesantemente criticata, e su fatti, anche Sartori e Panebianco. È infine difficile negare che la sua nomina a ministro sia avvenuta per un calcolo d’immagine. Sui temi dell’immigrazione, a sinistra, girano ben altre competenze.
• Forse la cosa più inquietante è l’intesa con Marine Le Pen.
Ma il Fronte Nazionale di Le Pen ha avuto alle ultime elezioni un successo straordinario, il 18% dei voti, in un paese che ha un sistema elettorale che punisce severamente chi non arriva primo o secondo. La Le Pen è contraria all’euro, e la Lega pure. Il sentimento anti-euro è fortemente diffuso non solo in Europa, ma ormai anche in Italia. Che i due soggetti politici più determinati su questo punto, a parte Grillo, vogliano giocarsela mi pare normale.