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 2014  gennaio 16 Giovedì calendario

Biografia di Lorenzo Menicanti

• Ivrea (Torino) 6 luglio 1950. Cardiochirurgo. Presidente della Società italiana di chirurgia cardiaca (Sicch). Direttore della seconda divisione di cardiochirurgia dell’Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico San Donato, a Milano. Laureato in Medicina e chirurgia «cum laude» all’università Cattolica di Roma, dal 1989 esegue con la sua équipe una tipologia di intervento sul cuore di cui sono considerati i maestri mondiali insieme con il francese Vincent Dorche che ha ideato questo intervento nel 1984 e lo esegue in ospedali di altissimo prestigio come il Johns Hopkins di Baltimora, il Baylor College of medicine di Houston (la capitale della cardiochirurgia), la Mayo Clinic di Rochester.
• «Capita che molti suoi pazienti, prima di decidere per un’operazione al cuore, gli chiedano: “Che cosa farebbe se io fossi suo padre o suo figlio?”. (...) Qualche volta la risposta è facile, qual che volta no. È facile quando ha di fronte certe persone che hanno subito un infarto, hanno un cuore che non riesce più a pompare il sangue con la forza e il ritmo giusto e non trovano benefici nei farmaci: nell’80 per cento dei casi non ci sono dubbi, oltre al by-pass, si può suggerire un intervento che i tecnici chiamano di “rimodellamento del ventricolo”. Lo ha inventato lui (...) “Quando l’infarto lascia la sua cicatrice sulla parete del cuore – spiega Menicanti – allora si può formare una specie di bolla, come a volte succede a una ruota di bicicletta. Il cuore perde la sua efficienza meccanica, non riesce più a pompare il sangue nell’aorta e si dilata”. L’idea, allora, è quella di intervenire con il bisturi: “Se tolgo la dilatazione – continua Menicanti – miglioro le condizioni di lavoro del cuore, riduco i sintomi dello scompenso (come difficoltà a respirare, stanchezza, gonfiori, ndr) e aumento le aspettative di vita del paziente”. In pratica si “taglia” la parte dilatata della parete e si applica un dispositivo, una specie di “pezza”, che restituisce la forma ellittica all’organo, insieme con la sua funzione. (...)» (Adriana Bazzi) [Cds 14/5/2009].