16 gennaio 2014
Tags : Benedetta Mazzini
Biografia di Benedetta Mazzini
• (Benedetta Crocco) Milano 11 novembre 1971. Attrice. Conduttrice tv. Figlia di Mina.
• «(...) È il ritratto di mamma (...) “Non è che io voglia assomigliarle, il fatto è che siamo uguali. Se raccolgo i capelli poi... (...) Sono stata fortunata perché non faccio il suo lavoro. Credo che l’affetto che la circonda mi abbia risparmiato cattiverie, ma non ho mai avuto aiuti diretti. Penso che chi ha genitori famosi abbia dei vantaggi: se respiri quell’aria devi per forza diventare una persona in gamba” (...) La carriera di Benedetta ha incrociato cinema (Tutti giù per terra, Panni sporchi), teatro (Bigodini con Platinette) e tv (Rock Café, Festivalbar). Dopo qualche anno di assenza è tornata nel 2009 con X Factor – Il processo (...)» (Andrea Laffranchi) [Cds 4/12/2009].
• «(…) Lei non ha conosciuto il padre, Virgilio Crocco, inviato speciale del Messaggero: morì investito da un’auto nel Wisconsin, “avevo 2 anni, non lo ricordo per quanto mi sforzi di frugare nella memoria”. E non è l’unico incidente a segnarle la vita. Ha 23 anni quando con un agosto carico di lavoro (“stavo tornando a Roma per finire il mio primo film, hanno dovuto rigirare le scene dove c’ero io”), si trova in un letto d’ospedale a Senigallia. “L’auto era in un burrone, io dentro e senza possibilità di muovermi. Il mio cane morto. Ho aspettato che qualcuno si accorgesse di me per cinque ore. Il camionista che si era addormentato e mi aveva mandato fuori strada, non si era fermato. Parlo con i medici e mi dicono che avrebbero dovuto amputarmi una gamba, poi che non avrei più camminato. Un anno e mezzo di ospedali, quattro interventi, però mi sono ripresa la mia vita. Fragile lo sono, ma se è il momento di stringere i denti ne sono capace”. Uno sforzo, quello di rialzarsi, arriva un’altra volta due anni dopo, quando se ne va suo nonno, Giacomo Mazzini, quel papà che non aveva avuto e dal quale ha voluto il cognome, Mazzini. Poi, otto anni fa muore anche la nonna, Regina. “Era la matriarca, e io in ginocchio”. Nel mezzo c’è tutto il resto. Compreso il fatto di essere la figlia di Mina, di assomigliarle come una goccia d’acqua. “Questa è una cosa che mi hanno sempre cucito addosso. Mia madre è la mia mamma, punto e basta. La persona alla quale voglio più bene al mondo, il mio punto di riferimento. Quella che mi consiglia, sul lavoro come nella vita quotidiana, la spalla su cui piangere e quella su cui sorridere. Ho fatto una strada, l’ho percorsa, talvolta ho sbagliato e sono tornata indietro. E Mina era lì, ma a fare la mamma, senza giudicare”. (…) Scrivere e viaggiare, sono le cose che le danno maggiori soddisfazioni. Il cinema c’è stato, accidenti. Nel Ciclone, uno dei film che ha incassato di più nella storia del grande schermo italiano, tra le scene memorabili c’è la sua. “Vorrei fosse sempre buona la prima, un fatto di adrenalina. Quella sera non ne andava dritta una. Eravamo tutti a Firenze. Mi chiamano per la scena al ristorante che sarà stata l’una di notte. Io ero con amici, mi vengono a prendere. Via al trucco. Devo dare uno schiaffo a Tosca D’Aquino e lei deve cadere dalla sedia. Ma non cade. Allora mi avvicino e le dico: vado più forte. Vai, vai, mi risponde. Le mollo uno sganassone che vola di un metro. Il giorno dopo le mandai un mazzo di fiori”. (…)» (Emiliano Liuzzi) [Fat 15/1/2013].
• Appassionata di Africa (ha condotto su Rai 5 Africa Benedetta, 2010), ha una società che organizza ecosafari: «Cerco di confezionare viaggi su misura. Tra la Tanzania e la Namibia e tutta l’Africa, dall’altra parte del mondo e in un altro mondo. Porto le persone a conoscere popoli con usanze e costumi diversi, dai Maasai ai Boscimani, dove devono capire che non sono al cinema, ma ospiti di persone con una loro sconfinata cultura. E una dignità. Cerco di capire se è la cosa giusta per il cliente. Non è facile come esperienza e non per tutti risulta appagante. Come quando fai walking safari con i turisti e può capitare, seppur in casi rarissimi, di trovarti un leone o un elefante. Ti passa tutta la vita davanti, ma guai a muoversi. La regola d’oro in Africa è non correre, sei finito, non riporti a casa la pelle» [Liuzzi, cit.].
• Ha tredici tatuaggi, il primo a diciassette anni.
• Una grande storia d’amore nel 1992 con Enrique Bunbury degli Heroes del silencio, che le dedicò tre canzoni: «Fu una cotta pazzesca, all’epoca parlavo ai lampioni. (…) Sogno una famiglia normale, ho la cantina piena di libri di cucina per quando mi sposerò. (…) Non vedo l’ora di incontrare un uomo interessante, che mi inviti a mangiare una pizza. Se uno è noioso, può anche portarti alle cascate del Niagara, ma sempre noioso resta» (Valerio Palmieri) [Chi 1/12/2010]. Poi una relazione con il rapper J-Ax.