14 gennaio 2014
Tags : Nadia Macrì
Biografia di Nadia Macrì
• Reggio Emilia 1978 (secondo alcune fonti nata nel 1984). Pornostar, ex escort. Nel novembre 2010 sostenne di aver avuto tra i suoi clienti Silvio Berlusconi. Tornata in auge nel gennaio del 2013, quando il suo nome saltò fuori nell’indagine sull’ex sindaco di Parma Pietro Vignali, arrestato e accusato di peculato e corruzione: secondo i magistrati lui l’avrebbe usata come tramite per contattare Berlusconi (ricostruzione da lei negata).
• «(...) “Ho avuto incontri con il presidente Berlusconi tramite Lele Mora, per cui ho lavorato” (...) L’ha detto ai magistrati di Palermo che l’hanno interrogata (...) dopo che di lei aveva parlato Perla Genovesi, la “pentita” di un presunto traffico di droga. Spiega di aver conosciuto il famoso agente del mondo dello spettacolo tramite “un certo Federico che ho incontrato per strada”. Poi Mora le aprì altre porte. “Tramite questi contatti sono stata tre volte da Berlusconi – ha spiegato la donna –, ma solo in due abbiamo avuto delle prestazioni sessuali. Una volta in Sardegna e una volta ad Arcore. Per le prestazioni mi diede complessivamente diecimila euro ed altri piccoli regali. È accaduto nella Pasqua 2009 in Sardegna e nell’aprile 2010 ad Arcore. Sono stata contattata da un ragazzo che ci portò da Lele Mora a Milano, e lì con altre ragazze siamo andate dal presidente. A me i soldi li ha dati personalmente Berlusconi in una busta”. Il racconto della ragazza (...) un passato piuttosto burrascoso – segnato da un arresto per maltrattamenti sul figlioletto, accusa dalla quale dice di essere stata assolta, ma lei aveva intenzione di “rapire il bambino per portarlo all’estero” – è tutto da verificare. (...) “La prima volta che sono andata ad Arcore – ha detto la donna – mi sono recata prima a casa di Lele Mora, dove c’erano altre ragazze, e da lì siamo andati allo studio del giornalista Emilio Fede. Poi con Fede, io e le ragazze siamo andate ad Arcore, lui c’era sempre ma cenava soltanto con noi, poi se ne andava. Eravamo circa sette ragazze, ci spostavamo con l’auto privata. Emilio Fede faceva una sorta di selezione e ci chiedeva il nome, poi andavamo tutte insieme dal presidente” (...) La prima volta che vide Berlusconi non successe nulla: “Non abbiamo avuto rapporti sessuali”. Ma il premier la invitò a villa Certosa, in Sardegna: “Questo si verificò poco prima del terremoto (quello in Abruzzo dell’aprile 2009, ndr), nel periodo di Pasqua. Nella villa in Sardegna eravamo circa venticinque ragazze. Nelle stanze in Sardegna c’era dell’erba da fumare, che veniva trasportata con il jet privato del presidente”. Non è chiaro come la donna sia arrivata a questa conclusione. Ai pubblici ministeri ha raccontato che ad ogni ragazza venivano offerti un paio di spinelli, ma non ha mai visto Berlusconi fumare “erba”. Un anno dopo l’incontro a villa Certosa (...) ci sarebbe stato quello di Arcore. Procurato quasi casualmente, nella versione di Nadia, dal sindaco di Parma Pietro Vignali, eletto nel 2007 con l’appoggio del Popolo della libertà: “Quando io ho bisogno di soldi vado a Parma, lì c’è un bell’hotel vicino alla stazione e un giorno mi sono seduta nel bar e ho incontrato due uomini, il sindaco di Parma e il suo segretario”. Un colpo di fortuna, come spiegò il segretario alla escort: “Mi disse che ero stata fortunata perché era il sindaco, e che avevo fatto colpo. Dopo siamo andati in villa e lì abbiamo avuto un rapporto sessuale per cui ho avuto cinquecento euro. Io chiesi al sindaco se poteva mettermi di nuovo in contatto con Berlusconi, e lo stesso mi disse che in effetti qualche giorno dopo il presidente si sarebbe recato a Parma. In effetti qualche giorno dopo Berlusconi mi chiamò ed organizzammo di incontrarci ad Arcore”. È stata l’ultima volta, perché in quell’occasione il premier s’inquietò, forse nel timore che Nadia potesse screditarlo lontano dalle mura domestiche: “Mi ha detto che io parlo troppo – ha raccontato la ragazza –. Ero ubriaca, e lui mi chiese che facevo. Io risposi ‘le marchette’, e lui si arrabbiò facendo uscire l’altra ragazza e dicendo che non dovevo dire queste cose”. Delle feste ad Arcore, Nadia Macrì che era in cerca di apparizioni televisive e aveva tra i suoi obiettivi la partecipazione al Grande Fratello conserva questo ricordo: “C’erano altre persone famose, cantanti, imprenditori, avvocati, notai. Tuttavia poi gli altri andavano, e solo noi ragazze ci alternavamo con il presidente. Lui diceva ‘avanti la prossima’, e anzi talvolta stavamo tutte insieme nella piscina ove veniva consumato il rapporto sessuale”. (...) Oltre che del presidente del Consiglio e del sindaco di Parma, Nadia ha parlato di un altro politico, il ministro della Funzione pubblica Brunetta che le fu presentato da Perla Genovesi (...) Nadia Macrì era in cerca di aiuto per riprendersi il figlio e portarlo all’estero, e chiese consigli alla sua amica Perla: “Mi fece conoscere un avvocato di Roma tramite Renato Brunetta”, ha riferito la escort ai magistrati, aggiungendo che con il ministro ebbe un rapporto sessuale (che il politico nega, come pure il sindaco di Parma). “Avvenne nel 2006 – ha detto Nadia –, quando io e Perla andammo insieme nel suo ufficio e io rimasi sola con Brunetta. La sera, dopo l’orario d’ufficio, andammo insieme dall’avocato Taormina, e io gli consegnai tutta la documentazione relativa alla mia vicenda processuale. Brunetta mi disse espressamente che avrebbe pensato lui a pagare l’avvocato, tuttavia in seguito il Taormina nemmeno si presentò all’udienza. Il giorno dopo io andai da Brunetta per una prestazione sessuale, lui mi regalò vestiti, gioielli e circa 300 euro. Io speravo di mantenere una relazione con Brunetta per guadagnare un po’ di soldi, tuttavia la cosa non durò molto. Ci siamo incontrati solo un’altra volta”» (Giovanni Bianconi) [Cds 3/11/2010].
• «(…) La credibilità di Nadia Macrì come testimone è stata messa in dubbio da molte persone, tra cui: la madre, un’amica, un ex-socio, un ex-fidanzato e l’ex-marito. Tutti hanno rilasciato dichiarazioni in cui parlavano della scarsa affidabilità di Macrì e della sua abitudine a non dire esattamente la verità. Lei stessa è apparsa in alcune interviste piuttosto incerta e confusa e si è spesso contraddetta. (…)» (Davide De Luca) [Pst 22/1/2013].
• Un ex marito, Toni Di Bella, da cui ebbe un figlio. Si conobbero a Natale del 2000 e si sposarono il 14 febbraio 2004 a Reggio Emilia: «Quando la conobbi, nel 2000, io lavoravo come agente di commercio. Facemmo amicizia e decidemmo di convivere a Reggio Emilia. Non mi piaceva il suo lavoro in discoteca. Così le aprii un bar con i soldi ricavati dalla vendita dell’appartamento che mio nonno mi aveva lasciato in eredità a Gela. Quell’esperienza però durò poco. Nel 2003, vendemmo il bar e acquistammo una profumeria. Mi indebitai fino al collo. Ma non fu una idea felice. Lei non era donna da stare in un negozio. Sette mesi dopo cessò l’attività. Rimase incinta e decidemmo di sposarci. Celebrammo le nozze il 14 febbraio del 2004. Il 16 maggio nacque nostro figlio che oggi, con ottimi risultati, frequenta la prima elementare e gioca a calcio, come attaccante, in una squadra giovanile di Gela. La madre non lo cerca nemmeno. Si è dimenticata completamente di lui e non si cura del danno che ancora oggi gli sta arrecando con il clamore delle sue uscite su giornali e tv. (…) A Gela venne una decina di volte, sempre con riluttanza. Odiava questa città. Ci maltrattava anche fisicamente: sia me che il bambino. Una volta, nel 2005, la denunciai e la feci arrestare. Il bambino per due anni e mezzo fu dato in affidamento provvisorio a una famiglia di Reggio Emilia, poi ai miei genitori, definitivamente. Avviai la pratica di divorzio. Mi minacciò dicendomi che me l’avrebbe fatta pagare. Seppi che faceva la escort» (Rep 5/11/2010). Lei replicò, con una nota diffusa dai suoi legali: «(…) Voglio bene a mio figlio e che mi sono sempre interessata di lui, nonostante le imputazioni che mi sono state ingiustamente mosse e dalle quali sono stata assolta. Mi sono sempre battuta, anche in sede giudiziale, per poter riavere un giusto rapporto con lui e questa è l’unica cosa che mi preme sottolineare».
• «Il giorno della nascita di J. fu un delirio. Nadia prima di partorire fu cacciata da cinque ospedali, tra Reggio Emilia, Modena e Mantova, perché si comportava male con tutti, era irascibile, non si faceva avvicinare, le infermiere si spaventavano persino a portarle il cibo. Arrivò anche a scagliarmi addosso una flebo. Per partorire dovemmo arrivare fino a Mantova, ma dopo il parto fui invitato dal primario ad andare via perché non la volevano nel loro reparto» (Toni Di Bella a Eva Spampinato) [N20 18/11/2010].
• Intervistata a La Zanzara su Radio 24 nel gennaio del 2013 disse di Berlusconi: «A letto ha grandi capacità, mi manca tantissimo. (…) Ci siamo incontrati tre volte. Abbiamo fatto sesso due volte, la prima volta fu una presentazione. Avrei bisogno di lui adesso, non di soldi perché ne ho già abbastanza» (L43 18/1/2013).