14 gennaio 2014
Tags : Paolo Macchiarini
Biografia di Paolo Macchiarini
• Basilea (Svizzera) 22 agosto 1958. Chirurgo. Realizzò il primo trapianto di trachea al mondo (nel 2008 a Barcellona). Il 9 giugno 2011, all’istituto Karolinska di Stoccolma, effettuò per la prima volta un trapianto di trachea artificiale. Ex direttore del dipartimento di Chirurgia toracica dell’Hospital Clinic di Barcellona, professore ordinario al Karolinska Institute di Stoccolma, l’università dei Nobel. Prima della Spagna, aveva lavorato negli Stati Uniti, a Parigi e ad Hannover. Tornato in Italia nel marzo del 2009 all’ospedale fiorentino di Careggi, il 27 settembre 2012 fu arrestato dalla Guardia di finanza con l’accusa di tentata truffa e tentata concussione: «La tentata concussione si riferisce a un paziente in gravissime condizioni e reduce da sei interventi: Macchiarini gli avrebbe detto di poterlo operare soltanto in Inghilterra e al costo di 130 mila euro. L’accusa di tentata truffa invece si riferisce ad alcuni episodi – quattro o cinque – avvenuti con pazienti a cui il chirurgo aveva proposto interventi in regime libero-professionale, spiegando loro – secondo le accuse – che la struttura pubblica era inadeguata o avrebbe richiesto lunghi tempi di attesa. Secondo la procura, però, le liste dell’ospedale di Careggi avrebbero permesso le operazioni in tempi perfettamente compatibili con la gravità della malattia e dunque Macchiarini è accusato di aver ingannato i pazienti, profittando delle loro condizioni fisiche e psichiche che li rendevano particolarmente fragili e incapaci di difendersi» (Franca Selvatici e Mario Neri) [Rep 27/9/2012]. Il 15 ottobre 2012 il tribunale del riesame di Firenze accolse la richiesta di revoca dell’arresto (era ai domiciliari nella sua casa in Versilia), non essendoci più il pericolo di reiterazione del reato. Rinviato a giudizio il 28 novembre 2013, sono indagati con lui anche alcuni colleghi e collaboratori e la caposala dell’ospedale Careggi.
• «(...) Mette le mani sul corpo di pazienti che (...) anni fa sarebbero stati destinati alla morte. Trapianta trachee. È l’unico al mondo in grado di farlo. Tanto che quando un’équipe internazionale ha deciso di compiere l’operazione del secolo in California, trapiantare in contemporanea laringe, trachea e tiroide a una signora che da 11 anni respirava solo con un tubo e aveva perso la parola, si sono rivolti a lui (...) I media di mezzo mondo ne hanno parlato. Molto probabilmente in un altro Paese questo dottore sarebbe stato trattato come fiore all’occhiello della medicina avanzata. Vanto nazionale. Ma non è andata così (...) Nel 2008 Macchiarini effettua il primo trapianto di trachea mondiale a Barcellona, riportato con enfasi sulla rivista scientifica The Lancet. L’articolo lo legge pure l’assessore alla Sanità toscana Enrico Rossi (oggi presidente) che lo chiama per digli: “Rientra in Italia, uno come te ci serve”. L’esperienza all’estero lo fa crescere professionalmente: parla inglese, francese, spagnolo, tedesco e inizia con lo svedese. Le prime pubblicazioni scientifiche su laringe e trachea risalgono al 1992. Si accorge di lui pure il presidente della Repubblica che lo nomina Cavaliere al merito. Del suo ritorno in Italia sembra essere entusiasta anche il preside della facoltà di Medicina di Firenze, Gianfranco Gensini. Gli offre la cattedra. Ma qui cominciano gli ostacoli. “Credo che Gensini volesse davvero darmi la cattedra. Anche per rafforzare il suo potere. Inconsapevolmente però sono finito in lotte di potere all’interno del mondo accademico. Il consiglio di facoltà di Medicina ha stoppato Gensini”. (...) I mesi passano e la cattedra promessa resta vuota. Intanto però le voci che escono dall’interno della facoltà sul conto del chirurgo non sono edificanti. “Mi accusano di aver falsificato il curriculum, leggo sui giornali che il Karolinska Institutet di Stoccolma non mi avrebbe mai chiamato, che i pazienti operati da me non stanno bene (...) Leggo ancora che avrei effettuato visite in nero e che avrei utilizzato cellule staminali trattate, in barba alla legge. Io nemmeno li conosco i colleghi che mi fanno questa guerra. Possono verificare, ho ottenuto tutte le autorizzazioni e non faccio visite in nero” (...) Macchiarini non piace — dice una sua collega, Chiara Lestuzzi — “perché è diretto e schietto. Dà fastidio alle baronie” (...)» (Agostino Gramigna) [Cds 31/1/2011].
• «Non poteva fare più il chirurgo toracico a Pisa, la strada era bloccata da nomi di raccomandati destinati a vincere i concorsi prima di lui. E così dopo un po’ ha cambiato aria. Dietro (...) il protagonista del rivoluzionario intervento di trapianto della trachea, c’è la storia di una fuga dall’università italiana (...) se ne è andato (...) “Nel 1991. Dopo la laurea e la specializzazione in chirurgia toracica volevo entrare nel reparto, proseguire la carriera universitaria in quella materia. Non mi hanno fatto andare avanti, sono stato invitato a non partecipare al concorso perché tanto il risultato era segnato. Prima di me c’erano i soliti raccomandati. Ho fatto la selezione per la chirurgia generale e sono entrato in ospedale. Ma dopo qualche anno ho deciso di ripartire (...) io volevo imparare ancora di più, crescere nel campo della chirurgia toracica, e in Italia non era possibile. Ho vinto una borsa di studio per Birmingham negli Usa, poi ho lavorato a Parigi, sono diventato professore ad Hannover e infine, nel 2005, sono arrivato a Barcellona. All’estero la formazione è di livello più alto e sono più aperti. Insegnano a tutti e premiano i più meritevoli, che si tratti del figlio del portiere o del professore. Il lavoro di mio padre del resto non aveva niente a che fare con la medicina. E poi fuori dall’Italia non hanno paura di premiare i giovani, in tutti i campi (...)”» (Michele Bocci) [Rep 20/11/2008].
• «Prima di morire papà, partigiano emigrato a Basilea, ha voluto gli promettessi che avrei fatto qualcosa per la nostra terra. Ecco perché desidero lavorare qui e non all’estero» (a Margherita De Bac) [Cds 9/9/2010].