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 2014  gennaio 11 Sabato calendario

I piemontesi dovranno tornare a votare per il loro consiglio regionale, con annesso governatore, perché il Tar ha sentenziato che una delle liste collegate a Cota era falsa, firme false, candidati inesistenti, eccetera

I piemontesi dovranno tornare a votare per il loro consiglio regionale, con annesso governatore, perché il Tar ha sentenziato che una delle liste collegate a Cota era falsa, firme false, candidati inesistenti, eccetera. Si ipotizza di andare alle urne lo stesso giorno delle Europee. Il candidato del Pd è stato già scelto: si tratta dell’ex sindaco di Torino Sergio Chiamparino, attuale presidente della Compagnia di San Paolo (fondazione bancaria), appena uscito indenne da un’inchiesta sulla gestione dei Murazzi. Sull’altro lato, si fanno i nomi di Claudia Porchietto (Ncd) o di Gilberto Pichetto (Forza Italia). Tutti e due se ne stanno abbottonati e dicono di rimettersi alle decisioni del partito. I sondaggisti sono già all’opera e danno Chiamparino sicuro vincitore.

Come mai l’attuale governatore, Roberto Cota, e la sua irriducibile avversaria, Mercedes Bresso, sono fuori dalla corsa?
Vogliono candidarsi tutt’e due alle Europee. Già Cota, nel 2010, visse male l’abbandono del posto di capogruppo leghista alla Camera. Ieri la Bresso ha detto che «in questo clima politico» preferisce Bruxelles. «In questo senso ho già dato». Non so se lei ha idea di chi sia la Bresso. È una durissima. Nervi d’acciaio. Thatcher subalpina, moglie di Mao, la zarina, la maestrina, eccetera, non la finiscono di darle soprannomi. Quest’anno, a luglio, fa 70 anni.  

Le sta facendo il ritrattino perché è lei la vincitrice di questo match.
E già. Governatore della Regione nel 2005, poi ricandidata dal centro-sinistra nel 2010, Cota la battè per poco più di novemila voti, cioè uno striminzito 0,4%. Lei e altri con lei - Verdi, Radicali, Pensionati per Bresso - presentarono ricorso sostenendo che una delle liste d’appoggio a Cota era fasulla. Si trattava della Lista Pensionati per Cota, a cui erano andati 27 mila voti. Il conto è presto fatto: se lo scarto tra vincitore e perdente era di appena novemila voti, annullare o ammettere i Pensionati per Cota rovesciava il risultato della partita. Questi Pensionati leghisti erano guidati da un Michele Giovine, quarantenne, corsaro della politica, prima a capo di una lista Consumatori, poi di questa Lista pensionati, condannato in via definitiva a due anni e otto mesi proprio per le firme elettorali false (il consiglio regionale non lo ha ancora dichiarato decaduto, fatto che gli fa ancora prendere mezzo stipendio da consigliere). Ora il Tar ha quasi messo la parola fine alla vicenda imponendo lo scioglimento del consiglio e il ritorno alle urne.  

Quasi?
Cota ricorrerà al Consiglio di Stato, e in via teorica il Consiglio potrebbe accordare una sospensiva. In questo modo non si potrebbe tornare alle urne, in caso di ulteriore vittoria della Bresso, prima di settembre. Cota si lamenta molto, sostenendo tra l’altro che anche la Lista dei Pensionati per Bresso non è limpidissima, le firme taroccate di Giovine sono poi appena 17, eccetera eccetera. Tutta la vicenda, se ci pensa, è abbastanza deprimente. Il Pd in quanto tale, tra l’altro, non aveva presentato ricorso e aveva consigliato la zarina di lasciar perdere.  

• Cota non è quello delle mutande verdi?
Sì, la storia dei rimborsi assurdi che i consiglieri piemontesi pretendono dalla Regione. Due milioni di euro di note spese imbarazzanti. E 43 consiglieri indagati. Già solo per questo... Cota s’è fatto restituire 25 mila euro per cinque cene che avrebbe consumato nello stesso momento, nella lista ci sono anche caffè presi a Torino mentre era a Bruxelles, 530 euro di foulard da regalare e il celebre paio di mutande verdi acquistato a Boston. Il governatore dice che sono sbagli della segretaria. D’altra parte uno dei più proficui utilizzatori del bancomat regionale è proprio il Giovine dei Pensionati: 144 mila euro incassati per rifarsi di spese della compagna, della sorella, della madre e del padre (multe, carburante, medicine, cosmetici, biglietti per teatro o per Juve-Milan). Sa che i consiglieri regionali del Piemonte si fanno dare 122 euro netti per partecipare alle sedute? Uno si domanda: ma se non partecipano alle sedute, che cosa si sono fatti eleggere a fare? Risposta: senza il rimborso non frequenterebbero proprio. Poi uno dice che le Regioni vanno abolite...  

Tutto questo crea il sottinteso che sarebbe stato bene chiudere in ogni caso. Il sottinteso vero, ahimè, è un altro: sono tutti malfattori?
Il segretario leghista Salvini dice che è una manovra, dove la sinistra non riesce a vincere si rifà con i giudici, «un attacco alla democrazia, ecco di cosa si tratta. Altro che mutande! Forse a qualcuno hanno dato fastidio i 30 milioni di risparmio secco, all’anno, dei costi della politica in Regione». Ha convocato una manifestazione per oggi alle cinque, corteo in partenza dalla sede del Consiglio regionale.