9 gennaio 2014
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Biografia di Giuseppe Linares
• Erice (Trapani) 5 maggio 1969. Poliziotto. Dal settembre del 2013 a capo della Dia di Napoli. Ex dirigente della Divisione anticrimine della questura di Trapani ed ex capo della squadra mobile della città siciliana, da anni era impegnato assieme alla procura di Palermo nelle ricerche del latitante Matteo Messina Denaro, l’erede dei boss Riina e Provenzano.
• «(...) Fa il poliziotto come se si trovasse a Venezia o a Trieste. Solo che lì, a Trapani, conosce tutti e tutti conoscono lui e la sua famiglia. Ogni indagato, ogni sospettato non è uno sconosciuto. (...) Il microcosmo di Peppe Linares – nel tessuto sociale di Trapani, degradato e paludoso – è un mondo a parte. Anomalo e distante dal comune sentire che lascia i soldi sopraffare l'amicizia e la pulizia, riesce a mettere insieme il diavolo e l'acquasanta, e può nascondere la ferocia mafiosa dentro la pietà religiosa di chi porta in spalla, il venerdì santo, le stazioni della via Crucis. Certo, il giovane è cresciuto in una famiglia per bene: Andrea, il padre, professore di chimica e biologia al liceo classico Leonardo Ximenes, Mariella – la madre – figlia di un ufficiale della Marina, insegnante di scuola materna. Dunque è nato borghese, Peppe. Ma borghese che non si è fatto conquistare dai vizi della sua classe sociale. È stata la stessa “storia” della città ad averlo lentamente allontanato. Fino ad una sorta di autoisolamento che gli serve da scudo protettivo. Come la maggior parte dei trapanesi, che hanno il destino segnato nella nascita e nella morte (il reparto maternità dell'ospedale è in territorio di Erice, il cimitero a Paceco), Peppe Linares è nato (...) primogenito di tre figli (...)» (Francesco La Licata) [Sta 28/10/2007].
• «(…) È stato dirigente della squadra mobile di Trapani dal dicembre del 1995 al 31 dicembre 2010, scardinando il sistema mafia-politica-imprenditoria con la cattura di importanti latitanti inseriti nell'elenco dei ricercati più pericolosi, come il capo mafia mazarese Vincenzo Sinacori, il killer Francesco Milazzo, i fratelli Giacomo e Tommaso Amato, il super latitante capo del mandamento di Trapani Vincenzo Virga, i capi mafia di Mazara e Marsala Andrea Mangiaracina e Natale Bonafede. A lui si ascrive anche la riapertura delle indagini sull'attentato mafioso del giornalista e sociologo Mauro Rostagno. Rilevante il suo impegno nel contrastare la corruzione nella pubblica amministrazione: sotto la sua dirigenza, tra il 2001 e il 2007 vengono arrestati tutti i capi dei più importanti uffici appalti della Provincia di Trapani. Particolare l'azione investigativa anche sul fronte delle connivenze tra mafia e politica. Nel luglio 2009 e nel marzo 2010 Linares ha diretto, in gruppo di lavoro con lo Sco di Roma, le operazioni Golem I e II che hanno portato all'arresto di 32 esponenti mafiosi, tra cui il fratello, i cugini e i cognati del super latitante di Castelvetrano Matteo Messina Denaro, attualmente imputati in un processo che si celebra davanti al Tribunale di Marsala. Promosso primo dirigente nel 2011, non viene confermato nel gruppo di ricerca del latitante dal prefetto Gratteri e viene nominato dirigente della Divisione anticrimine di Trapani. In questo nuovo ruolo, ha portato a termine quattro importanti operazioni di sequestro antimafia (…)» (Rep 29/7/2013).