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 2014  gennaio 09 Giovedì calendario

Il Fatto del Giorno sul delitto di Caselle

Come mai quando c’è un delitto in cui gli ammazzati sono un padre, una madre e una nonna pensiamo tutti che l’assassino è il figlio o la figlia?

Perché molto spesso è così. Erika, Pietro Maso, Carretta e, una quarantina d’anni fa, la Graneris, che, insieme con il fidanzato, ammazzò a fucilate padre madre nonni e fratellino. Tutti assassini tornati in libertà, fra l’altro, e nel sentimento comune – a parte la Graneris – troppo presto.
Avrà capito che stiamo parlando della strage di Caselle.  

Sì, e l’assassino non era il figlio. È vero però che da domenica, quando il caso è scoppiato, abbiamo tutti pensato: ecco un altro rampollo degenere.
Questo giovane, 29 anni, Maurizio Allione, disoccupato, stava a Torino, quartiere Falchera, zona popolare a nord della città. Figlio unico. I suoi invece vivevano a Caselle, a poca distanza dall’aeroporto Sandro Pertini. I suoi volevano che rientrasse a casa, avevano cominciato i lavori di ristrutturazione nella loro villetta su tre piani di via Defendente Ferrari 13, 50 mila euro già investiti e tutti saldati. A Maurizio era destinato il terzo piano, 150 metri quadrati, una sistemazione da signori. E il ragazzo non lavorava, cioè, come è tipico oggi, aveva fatto parecchi mestieri, preso il diploma al Gobetti di Venaria (un liceo scientifico) s’era impiegato come autista alla Bartolini, poi contabile alla libreria Mondadori di Torino, poi addetto «customer service» (cioè servizio clienti) della Tnt Global Express, quindi magazziniere-carrellista all’aeroporto. Dal punto di vista dei genitori uno che stava combinando poco o niente. E aveva però la passione della musica, batterista degli Alldways col nome d’arte Mox Sushai, in un gruppo hardcore rock, magro, allampanato, i jeans a cintura bassa, e figlio unico. Ora possiamo immaginare le preoccupazioni in famiglia, una famiglia di borghesia come dev’essere la borghesia, padre impiegato alla Sagat, la società che gestisce l’aeroporto di Torino, madre professoressa di stenografia e informatica al D’Oria di Ciriè, per farsi un’idea basterà dire che l’assassino, pigliando la madre per la gola, le ha distrutto l’immancabile filo di perle, quando sono arrivati gli inquirenti hanno trovato per terra tutte le palline...  

Però questo ritratto è in qualche modo tipico del figlio assassino: uno che combina poco, apparentemente senza futuro, e papà e mamma invece hanno i soldi... Sto pensando a Maso.
Non c’entra niente con Maso. Non c’entra niente in assoluto col delitto. «Sono sempre stato innocente» ha gridato a un certo punto questo poveretto, con una frase che fa sorridere perché fa pensare che qualcuno possa essere colpevole a momenti. Si può vedere la sua foto su Facebook (cercare Mox Sushai) e lì appare anche la fidanzata, Milena Reineri, creaturina pallida, che ha tremato per tutti questi giorni accanto al suo Maurizio, giorni tremendi, in cui avendogli ammazzato padre, madre e nonna («nonna era cieca, perché? perché?») lo reputavano pure l’assassino.  

Invece...
Invece è stato il compagno della ex domestica, mandata via dagli Allione perché sospettata di aver rubato una collanina. Costui, Giorgio Palmieri, di 56 anni, ha fatto fuori i tre con un tagliacarte. Ha raccontato di essersi presentato in via Ferrari venerdì sera. La famiglia lo conosceva bene, per via della vecchia domestica, Dorotea De Pippo. Lui suona alla porta e ci sono i due pastori tedeschi, piuttosto feroci, che abbaiano. Claudio commette il primo sbaglio, li chiude nel sottoscala per far entrare serenamente l’amico. Il quale doveva restituire alla famiglia 500 euro, e gli Allione gli avevano aperto, e poi offerto il caffè, pensando che lui avesse portato i soldi del piccolo debito. E invece – racconta lo stesso Palmieri – «i soldi non ce li avevo, e gliel’ho detto. Quelli si sono guardati stupiti, dicendosi con gli occhi: e questo qui allora che cosa ci è venuto a fare qua? Io ho chiesto di andare in bagno, e quando sono tornato...». Ha ammazzato prima il padre, di 65 anni, tre colpi all’addome e due alle spalle. La madre, Mariangela Greggio, 65 anni, deve aver tentato di fuggire, perché è stata colpita varie volte solo alla schiena. Scappando via, Palmieri, che aveva rubato cento euro, ha incrociato la nonna al primo piano e temendo che poi sarebbe stato riconosciuto ha ucciso pure lei. Emilia Campo Dall’Orto, 93 anni. Le indagini continuano, perché potrebbe aver avuto una parte nella storia anche la domestica.  

Come sono arrivati a questo tizio?
Dalle celle agganciate dal cellulare s’è visto che stava a Caselle, e invece abitava a Torino. E non c’era una ragione perché stesse a Caselle. Poi il giovane Maurizio, il giorno prima, portando a spasso con la fidanzata i due cani, aveva trovato in un canale di scolo dietro casa la tazzina da caffè, il piattino e la zuccheriera con cui gli Allione avevano servito Palmieri. Li aveva mostrati ai carabinieri e questo, naturalmente, aveva aumentato i sospetti su di lui. Invece li aveva buttati via l’assassino, timoroso che sopra ci fossero le sue impronte. Insomma, anche da Caselle ci viene confermata la vecchia regola: mai credere fino in fondo alla prima impressione.