Fior da fiore, 8 gennaio 2014
L’Europa condanna l’Italia che impedisce ai genitori di dare ai bimbi il cognome materno • È scontro tra Renzi e Saccomanni sui tagli in busta paga agli insegnanti • Per un giorno in rosso le banche fanno pagare fino a 50 euro • La raccolta di testamenti di Ancestry • Shakespeare lasciò alla moglie solo il suo «secondo miglior letto»
Insegnanti Centocinquanta euro in meno lordi al mese in busta paga, fino alla totale restituzione del debito: è la stangata che sta per abbattersi su 80 mila insegnanti italiani, che per effetto del Dpr 122/2013, emanato a settembre ed entrato in vigore il 9 novembre, dovranno restituire al ministero dell’Economia i soldi in più percepiti nel 2013. Motivo: il blocco degli scatti stipendiali, legati all’anzianità di servizio, è stato esteso anche all’anno scorso, dopo aver congelato già le buste paga dei docenti nei tre anni precedenti (2010, 2011 e 2012). La nota del Tesoro che formalizza la richiesta di restituzione è del 27 dicembre, ma la polemica è scoppiata solo ieri, quando il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza ha annunciato via Twitter di aver chiesto a Saccomanni di sospendere la procedura di recupero degli scatti stipendiali del 2013. Ma il ministero dell’Economia ha replicato: «È una decisione che non dipende dal Tesoro, è un atto dovuto. Se il ministero dell’Istruzione riesce a trovare dei risparmi nell’ambito del suo dicastero per derogare al blocco degli scatti, il governo a quel punto potrà intervenire». Commento di Matteo Renzi, segretario del Pd: «Se un ministero dell’Economia e delle finanze chiede indietro 150 euro agli insegnanti mi arrabbio perché non è Scherzi a parte, è il governo italiano».
Cognome Se un papà e una mamma vogliono dare al proprio figlio o alla propria figlia il solo cognome materno, hanno il diritto di farlo e nessun funzionario dell’anagrafe o magistrato può loro impedirlo. Lo ha decretato ieri la Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo, condannando l’Italia per aver violato i diritti di una coppia di coniugi milanesi, l’avvocato Luigi Fazzo e la moglie Alessandra Cusan, ex ricercatrice: questi ultimi avevano concordato di attribuire alla figlia Maddalena - nata il 26 aprile 1999 - il cognome della madre invece di quello del padre. E, più tardi, avevano preso la stessa decisione per gli altri due figli. Ma lo Stato italiano aveva loro impedito di registrare la scelta all’anagrafe, per tutta la prole. Allora, e formalmente ancora oggi, in Italia si poteva e si può portare il doppio cognome, ma non soltanto quello materno. Sul «caso-pilota» di Maddalena si era così accesa una battaglia giuridica, durata per anni: ora, nella sentenza che avrà valore definitivo fra tre mesi, i giudici di Strasburgo dicono che l’Italia deve «adottare riforme» legislative o di altra natura per rimediare ai diritti violati. E cioè, in particolare, il diritto di non discriminazione fra i genitori.
Rosso Le banche stanno aumentando i costi per chi sconfina sul conto corrente. E basta sforare per un solo giorno per dover pagare anche più di 50 euro, in media 33. Ad esempio dal primo febbraio Cariparma (gruppo Crédit Agricole) porterà da 35 a 45 euro la recente Commissione d’istruttoria veloce (Civ), la «tassa fissa» che ora scatta se si sconfina. Fonti finanziarie dicono che altre banche stanno pianificando gli aumenti per concluderli entro marzo. Introdotta a metà 2012 in sostituzione della commissione di massimo scoperto, la Civ è dovuta se si esce dal fido, o si va in rosso senza avere un fido. Va pagata quando lo sconfino supera i 500 euro, oppure quando è d’importo minore, ma dura sette giorni. I calcoli dell’Università Bocconi per il Corriere della Sera, condotti su sette banche, svelano che sconfinare per un solo giorno di 501 euro costa in media 33,10 euro, con il picco di 50,25 euro al Monte dei Paschi, seguito da Unicredit (50,23 euro). Come dire il 10% d’interesse in 24 ore. Tanto varrebbe restare in rosso «non autorizzato» per dieci giorni, visto che in questo caso la spesa è appena superiore: 35,31 euro nella media delle sette banche e 52,55 euro il picco (sempre dell’Mps in attesa di riassetto patrimoniale). Se invece si sconfina di mille euro, si spendono in media 33,34 euro per un solo giorno e 37,76 euro per dieci giorni. Il massimo è ancora di Mps e Unicredit, che per un giorno di sconfino chiedono rispettivamente 50,51 euro e 50,46 euro, e per dieci giorni 55 euro ciascuna (Puato, Cds).
Testamento 1 Ancestry. co.uk, un sito inglese di ricerche genealogiche, sta pubblicando in questi giorni i testamenti di personaggi famosi in un periodo che va dal 1384 al 1858. Ad esempio Jane Austen, alla sua morte nel 1817, lasciò la quasi totalità del suo patrimonio alla sorella Cassandra, riservando soltanto 50 sterline per un fratello e altre 50 a un’ex-infermiera della sua famiglia. Sir Francis Drake nel 1596 lasciò 40 sterline, pari a 150 mila sterline di oggi (180 mila euro) ai poveri e alla parrocchia di Plymouth, la sua città natale. Francesco Bacone lasciò la maggior parte della sua casa e della sua terra alla servitù: un domestico, Robert Halpeny ricevette l’equivalente di 800 mila sterline odierne (1 milione di euro), oltre a provvigioni garantite di paglia e legna per il fuoco; a un altro, Stephen Paise, andarono l’equivalente di 700 mila sterline d’oggi (850 mila euro), oltre a un letto (Franceschini, Rep).
Testamento 2 Il testamento di Shakespeare, in data «anno domini 1616», elenca le 150 sterline che lascia a ciascuna delle sue figlie, corrispondenti a circa 380 mila sterline odierne, vale a dire quasi mezzo milione di euro a testa, le somme più piccole, da 5 a 10 sterline per uno, che lascia ai nipoti, le 10 sterline che dona «ai poveri di Stratford», la sua spada a un amico, un anello a un altro, e così via. Alla consorte Anne Hathaway, con cui non andava d’accordo, lasciò solo «il mio secondo miglior letto con il mobilio» (ibidem).
(a cura di Roberta Mercuri)