La Gazzetta dello Sport, 7 gennaio 2014
Ieri il ministro Saccomanni s’è fatto intervistare da “Repubblica” e in mezzo a parecchie cose interessanti ne ha detta una clamorosa: «Lo dico senza alcuna esitazione: [nel 2014] le famiglie, i lavoratori, le imprese pagheranno meno tasse [
Ieri il ministro Saccomanni s’è fatto intervistare da “Repubblica” e in mezzo a parecchie cose interessanti ne ha detta una clamorosa: «Lo dico senza alcuna esitazione: [nel 2014] le famiglie, i lavoratori, le imprese pagheranno meno tasse [...] Quest’anno la riduzione dell’Irpef non sarà insignificante. E nel prossimo triennio le tasse si ridurranno di ben 9 miliardi, con un calo graduale anno per anno. È un impegno che ho preso, con l’Europa e con gli italiani, e oggi lo rilancio».
• Come si fa a credergli?
Non gli si può credere. L’intervistatore (il vicedirettore Massimo Giannini) vuole sapere dove si troveranno i soldi per farci pagare meno tasse. Saccomanni, che è un tecnico, dà la tipica risposta dei politici: spending review e lotta all’evasione fiscale.
• Perché non potrebbe essere?
La lotta all’evasione fiscale è una pia illusione: gli strumenti per riportare a livello fisiologico la fuga dalle tasse ci sarebbero, ma sono gli stessi politici che, mentre lanciano proclami roboanti, sotto sotto frenano. Perché la pressione fiscale è troppo alta e l’evasione, in realtà, consente al sistema di stare in piedi. Esattamente come il nero: imprese continuano a vivere e dànno in giro qualche soldo grazie al fatto che riescono a non farsi trovare. I politici lo sanno e tengono ben distinti, in questo e in un altro milione di casi, i fatti dalle parole. Idem con la spending review: c’è un signore al lavoro, richiamato dal Fondo monetario e che si chiama Carlo Cottarelli, il quale dovrebbe non solo eliminare gli sprechi, ma cambiare la mentalità con cui si l’Amministrazione spende. Si sa molto bene che questo tecnico - scelto proprio da Saccomanni - è già in crisi, perché ha saputo che gli eventuali tagli serviranno a generare altra spesa e non, per esempio, per abbattere il debito pubblico e risparmiare su quella novantina di miliardi che dobbiamo pagare ogni anno per interessi. Questo trucchetto (tagliare la spesa per generare altra spesa) rappresenta bene lo stile della politica italiana. I politici sono convinti che gli italiani siano scemi, si bevano le loro analisi e non sappiano quello che succede veramente.
• Il Direttore vorrebbe che lei elencasse, a questo punto, tutte le cose che i vari uomini politici hanno promesso nel corso degli anni e che poi non hanno mantenuto. A me pare un’impresa impossibile.
Non così impossibile, forse, dato che gli uomini politici promettono in definitiva sempre le stesse cose. E cioè, in sostanza, che la pressione fiscale diminuirà e che i posti di lavoro aumenteranno. I posti di lavoro, come lei sa, possono essere di due tipi: posti di lavoro pubblici oppure posti di lavoro privati. Per rendere possibile una politica delle assunzioni alle imprese private bisognerebbe che queste fossero liberate dal milione di vincoli che impediscono loro di crescere. E non parlo solo dell’articolo 18. Ma liberare le imprese dai vincoli, cioè dotarsi di un corpus di norme agili e di sicura interpretazione (vale a dire ben scritte), significa buttare giù l’intero sistema corporativo e burocratico che campa proprio grazie a quel milione di lacci e lacciuoli. Restano i posti di lavoro pubblici: ma come si possono moltiplicare senza trovare risorse per pagare gli stipendi? E come trovare risorse senza mettere tasse?
• Lei sta dicendo che o si cambia sistema o nessuna promessa di quel tipo potrà mai essere mantenuta.
Più o meno. Saccomanni ha fatto altre affermazioni impegnative. Per esempio questa: «Sono fiducioso che in questo 2014 gli italiani cominceranno a sentire concretamente che l’economia si è rimessa in moto». Ma questo come può essere, se le ragioni della crisi sono rimaste, intatte, al loro posto? La ripresina di cui abbiamo sentito qualche refolo è dovuto all’invasione di carta-moneta promossa da americani e giapponesi, lo stesso fenomeno che ha reso il 2013 delle Borse un anno d’oro. Che succederà però quando la Yellen - capo entrante della Fed - comincerà a comprare meno titoli del Tesoro, cioè a prosciugare il mercato della sua liquidità? Inoltre, senza parere, Saccomanni ci ha fatto sapere che ai Comuni sarà consentito di aumentare l’aliquota massima sull’Irpef in modo da trovare il miliardo e tre che serve per le detrazioni a vantaggio delle fasce più deboli. Mentre promette la diminuzione del carico fiscale, ci annuncia una nuova gabella! Il ministro, in realtà, come tutti i suoi predecessori, ha gioco facile nel far promesse: tra qualche mese nessuno si ricorderà delle sue parole e vorrà a verificare.
• Magari tra qualche mese si vota o ci sarà un altro governo.
È molto probabile. Berlusconi darà a Renzi la legge elettorale solo se ne avrà in cambio una data prossima delle elezioni. E poi Letta sarà costretto a fare un rimpasto, cioè a togliere uno o due ministri a Ncd. Ai rappresentanti del governo attuale risulterà facile, se si va alle elezioni, dire di non aver mantenuto le promesse per colpa di qualcun altro o della sopravvenuta instabilità. Ammesso che qualcuno, in questo Paese di rassegnati, glielo vada a contestare.