31 dicembre 2013
Tags : Emanuele Grimaldi
Biografia di Emanuele Grimaldi
• Napoli 1956. Armatore. Figlio di Guido (Reggio Calabria 1917 – Napoli 5 settembre 2010, nipote prediletto del leggendario “Comandante” Achille Lauro), col fratello Gianluca è co-amministratore delegato del gruppo Grimaldi. Dall’ottobre del 2013 presidente della Confederazione italiana armatori.
• «(...) Il maggior armatore italiano e il primo al mondo nel trasporto di mezzi pesanti (...)» (Luca Fornovo) [Sta 5/9/2008].
• «(...) È al timone di una multinazionale del mare da 2 miliardi di fatturato, con base a Napoli e oltre 100 navi che trasportano merci, auto e persone in mezzo mondo. (...)» (Alessandra Gerli) [Pan 13/5/2010].
• «(…) Grimaldi Group, che è il primo trasportatore di vetture in Italia e in Europa, sesto nel mondo. Di qui partono gli ordini a una flotta di un centinaio di navi che imbarcano ogni anno nelle stive un milione e 800 mila automobili, o il Pendolino per portarlo in Portogallo e i tram dell’Ansaldo diretti a Birmingham. Al timone c’è un tipo dalla flemma inglese che pare appena uscito da un romanzo di G. K. Chesterton: Manuel Grimaldi, un napoletano dal volto affilato e dai modi gentili. (…) “Sono il secondo di cinque figli – dice – Da ragazzino mi ritrovai addosso un eccesso di dinamismo e voglia di fare. Così a 14 anni fui mandato da mio padre alla Nunziatella. Credo proprio che la scuola militare mi abbia fatto bene: ha disciplinato la mia vivacità”. Sa parlare con calma, Manuel Grimaldi. E mentre parla, misura le parole senza mai alterarle di un semitono: esercizio che gli viene forse dalle frequentazioni in alto loco, quelle con ministri e capi di governo. Oggi è lui l’alfiere di una delle più importanti flotte del continente. Un gruppo che conta 7.000 dipendenti e rappresenta la più grande realtà dell’Italia meridionale per fatturato: 2 miliardi e mezzo di euro. “Ho avuto per padrino di battesimo Achille Lauro – racconta Manuel – I Lauro e i Grimaldi sono imparentati da tre generazioni. Mia nonna Amelia era la sorella di Achille Lauro e mio padre Guido è stato il nipote prediletto del Comandante”. (…) Con un ritmo di lavoro frenetico, Manuel passa la metà del suo tempo a viaggiare per il mondo per seguire le varie attività: società di trasporti, terminal, porti, navi, logistica... “Quante ore al giorno lavoro? Non meno di 10-12. Negli affari della flotta ci sono immerso da 30 anni. Subito dopo la laurea in Economia e commercio, mio padre mi spedì all’ufficio di Londra per fare il rodaggio. Per me il lavoro è alimentato da una forte passione. Ma credo che alla base ci sia una vocazione ereditata forse dal mio bisnonno, Gioacchino Lauro, che nell’Ottocento fu il primo armatore a possedere una nave a vapore. E poi da mio padre che nel 1945, al tempo del Piano Marshall, fondò la Grimaldi comprando la prima nave negli Stati Uniti, una ‘liberty’. (…)”. Ma come si fa a mandare avanti una flotta? “Non sarebbe possibile senza mio fratello Gianluca, con il quale condivido la responsabilità di amministrare il gruppo, e mio cognato Diego, il nostro Chief Financial Officer. Ma è anche fondamentale il gioco di squadra”. (…) Si è sposato a 26 anni con Iliana, la figlia di un costruttore, ed è padre di tre ragazzi: Guido, laurea e master in Logistica internazionale dell’auto, lavora già nel gruppo; Eugenio studia Economia marittima; Vittoria è ancora al liceo. E i suoi valori di riferimento quali sono? “Sono cattolico – ribatte Manuel – Ma non clericale. Credo nell’amicizia e nell’affetto, però so bene che il successo comporta anche delle invidie: ho pochi amici, ben selezionati...”. Non nasconde quel che pensa. Anzi lo esprime con una forza tutta adolescente. Quanto tempo libero ha un armatore? Legge, va a teatro o al cinema? Lui risponde così: “Amo la pittura del ’600 e leggo Platone in inglese durante i miei spostamenti in aereo”. Manuel tiene molto alla sua privacy. Di lui si sa che vive in una villa di via Tasso e che, quando può, si rifugia a Capri, in quella Villa Bismarck che prima apparteneva all’attrice Edwige Fenech. (…) Non sa parlare solo di navi e di affari, ha persino uno scanzonato disincanto ricordando quel giorno col vecchio Comandante: “Quando mio fratello Gianluca dopo nove mesi fu liberato dai sequestratori, andammo a trovare lo zio nella sua casa di via Crispi. Io allora avevo 22 anni e lui 90. In quella occasione, mio fratello gli raccontò la terribile avventura dicendogli che era rimasto incatenato per molto tempo. Zio Achille ascoltò il racconto con interesse e alla fine se ne uscì con una domanda: ma come hai fatto per nove mesi senza una femmina?” (…)» (Goffredo Locatelli) [Rep 28/1/2008].