27 dicembre 2013
Tags : Luca Gardini
Biografia di Luca Gardini
• Cervia (Ravenna) 19 settembre 1981. Sommelier. Nel 2009 campione d’Europa, nel 2010 campione del mondo (ha dovuto riconoscere vini e distillati provenienti da tutto il mondo «alla cieca», cioè con le bottiglie bendate). Fino al 2011 ha lavorato al ristorante pluristellato di Carlo Cracco di Milano. Ha fondato la società di consulenza Perbacco.
• «Ha cominciato ad apprezzare il vino a 15 anni. Nato e cresciuto in Romagna, terra generosa e gaudente, è sempre stato in contatto con il buon vino e la ristorazione anche grazie al padre Roberto, miglior sommelier italiano nel ’93. Così si è iscritto a un corso a Milano Marittima e si è appassionato sempre più: campione d’Italia dei sommelier nel 2004, campione d’Europa nel 2009 (...) “L’arte di degustare il vino è stata subito naturale (...). Poi mi sono messo a leggere, a studiare, sono andato all’estero e mi sono fatto aiutare da un personal trainer”» (Gabriella Mancini) [Gds 12/4/2010].
• «(...) I Cabernet, i Merlot, i Sauvignon Blanc, gli Chardonnay hanno pochi segreti per il suo palato, l’olfatto straordinario e anche una ottima capacità nel raccontarli, prima di servirli nel bicchiere . “Tre quarti della giornata la dedico al mio lavoro – racconta –. Le emozioni che provo sono sempre diverse a ogni bottiglia che stappo e mi piace trasmetterle alle persone che mi ascoltano (...) Chiudo gli occhi, metto il naso nel bicchiere e il resto viene da solo. Esprimo quello che sento” (...) Presentò una sua degustazione di Brunello così: “...Veste rubina, profumi che spaziano dalla fragolina di bosco, alla susina, menta piperita, incenso. Ossigenandosi risaltano mineralità, noce moscata su sfondo di latte di cocco e nuances iodate. Perfetta sintonia tra acidità, tannino e sapidità, con chiusura ammandorlata...”. Un tale si avvicinò e gli chiese: “Davvero quando mette il naso in un bicchiere sente tutte quelle cose. (...)”» (Mauro Remondino) [Cds 15/10/2010].
• Dice che il vino «si ascolta»: «Sono un assaggiatore, capisco il vino: non solo perché lo indovino – lì vado fortissimo, però quello è un talento del palato, oltre che studio indefesso – ma perché so se è ben fatto, se può migliorare e come. Io comunico il vino» (a I. Mazzitelli) [Vty 12/10/2012].
• Porta scarpe con i teschi e ha due tatuaggi: il 23, numero portafortuna, con la coccinella e un tribalino: «L’ho fatto da piccolino, a Ibiza, con gli amici, tutti lo stesso: eravamo talmente fuori che non mi ricordavo neanche di averlo fatto, se n’è accorta poi mia madre» [Mazzitelli, cit.].