19 dicembre 2013
Tags : Fulvio Frisone
Biografia di Fulvio Frisone
• Carbonia (Carbonia-Iglesias) 19 gennaio 1966. Fisico. Nel 1968 la famiglia si trasferì a Siracusa, ora vive ad Aci Catena (Catania).
• «(...) Ricercatore (...) spastico dalla nascita al quale la Rai ha dedicato il film televisivo Il figlio della luna (...) Una grande soddisfazione per la madre Lucia, la donna-coraggio che per il figlio ha abbattuto ogni ostacolo, ottenendo per lui un posto di ricercatore all’Università di Catania e l’assistenza continua di angeli custodi che lo accompagnano al lavoro e ai congressi. A dispetto delle cinque scuole che lo rifiutarono da bambino e dei tanti medici che le consigliavano di rassegnarsi a un destino di emarginazione. (...) Nel 1994 si tirò dietro le critiche di mezzo mondo scientifico per avere annunciato, con l’entusiasmo dei suoi ventotto anni, di avere ottenuto risultati importanti sulla fusione fredda, l’araba fenice del nucleare» (Laura Anello) [Sta 2/1/2010].
• Nel 2004 la madre raccontò di accompagnarlo dalle prostitute tre volte alla settimana, «lo fa da quando lui aveva diciassette anni, era il 1983, e si pagava cinquantamila lire. Adesso sono ottanta euro. Sempre appartamenti al piano terra, senza scale, così è più comodo far passare la sedia a rotelle di Fulvio. Aspetta fuori o in macchina. E poi lo riporta a casa, da Catania ad Aci Catena, su per la strada che si affaccia sui faraglioni di Aci Trezza, sul porticciolo di Capo Molini, e che si ferma dove spunta l’Etna. (…) “La sessualità è quello che un uomo è. Non sono forse pulsioni umane? Io non ho finto di non vederle e ho cercato di soddisfarle. E ora che il Papa ha detto che anche i disabili hanno diritto all’amore, ecco, forse vuol dire che nessuno deve più chiudere gli occhi (…)”. Lucia è cattolica. Va a Messa tutte le settimane. Non ama le provocazioni. Non parla per perdere tempo. È una madre che da quando ha messo al mondo un ragazzo con una lesione al cervelletto che gli ha paralizzato ogni arto (...) non si ferma davanti a nessuna barriera: la deve abbattere e andare avanti. Lo ribadisce anche Fulvio, a modo suo, con sillabe gutturali: “Sbagli a considerarmi un disabile, sono come tutti gli altri. Lavoro 12 ore al giorno, giro il mondo, vado in palestra, d’estate faccio le traversate in mare. Le prostitute sono mie amiche. Le ascolto, mi confessano i loro problemi. Ne ho viste tante e sapessi che trattamento mi riservano. E nessuna mi dice no. Solo all’inizio. Ma adesso mi conoscono. Per me sono donne come tutte le altre. Lo so che questo è un problema grosso. Ma qui stiamo parlando di fisiologia, di un fatto umano. E io non voglio essere considerato un animale per questo”. Fulvio si innervosisce mentre parla di sé nella cucina di casa, un mausoleo in cui ogni centimetro ripercorre la sua vita. Le foto in piazza San Pietro nel 1986, quando incontra il Papa dopo la maturità scientifica e il Santo Padre gli dice: bravo Fulvio, adesso portami la laurea. Lo farà nel 1990, in sala Nervi: sono un fisico nucleare, dirà a Giovanni Paolo II che guarda la sua pergamena, 108 su centodieci, tesi sulle “Relazioni di fusione D-D in palladio deuterato”. C’è la foto del primo giorno di borsa di studio all’Università di Catania, 1992, e poi quello dell’assunzione, il 14 marzo 1995, come ricercatore stipendiato dalla Regione Sicilia: fu il presidente Rino Nicolosi a cambiare la legge che chiedeva il certificato di “sana e robusta costituzione”. Ci sono le immagini dei congressi ai quali viene invitato per i suoi studi sulla fusione fredda: Pechino, Albuquerque, Boston, Vancouver, Asti, Sochi, Lerici, Cordoba. (…) Il corridoio che porta alla sua stanza è una galleria di quadri. Tramonti e autoritratti dipinti con la testa, il pennello infilato in un casco» (Elvira Serra) [Cds 23/1/2004].