La Gazzetta dello Sport, 19 dicembre 2013
Tra qualche tempo dovremmo avere una busta paga un poco più pesante se la legge di stabilità arriverà in porto nella sua formulazione attuale: con i risparmi ottenuti dalla spending review e con i soldi incassati in seguito alla lotta all’evasione, si costituirà un fondo e questo fondo servirà a ridurre il cuneo fiscale
Tra qualche tempo dovremmo avere una busta paga un poco più pesante se la legge di stabilità arriverà in porto nella sua formulazione attuale: con i risparmi ottenuti dalla spending review e con i soldi incassati in seguito alla lotta all’evasione, si costituirà un fondo e questo fondo servirà a ridurre il cuneo fiscale.
• Ci sono parecchie cose da spiegare. Che cos’è la spending review, prima di tutto. E che cos’è il “cuneo fiscale” in secondo luogo.
Spending review è un’espressione inglese per dire “revisione della spesa”. Non le sarà difficile credere al fatto che “revisione della spesa” significa “tagli della spesa”. Ricorderà anche che Tremonti ci aveva fatto conoscere la tecnica del “tagli lineari”: si interveniva sui costi della pubblica amministrazione senza far differenze, stabilendo un criterio che si applicava a tutto e a tutti e magari poteva capitare che così si intervenisse su voci che sarebbe stato meglio lasciar perdere. Questo governo ha nominato per la prima volta un “commissario straordinario per la spending review”, un bel signore che viene dal Fondo Monetario Internazionale e si chiama Carlo Cottarelli. Costui ha promesso interventi per 32 miliardi in tre anni e l’applicazione di un criterio che renda permanente la revisione della spesa pubblica. Si va dalle auto blu ai palazzi che i ministeri affittano pur avendo in teoria a disposizione palazzi di proprietà dello Stato, acquisto di beni e servizi, costi standard, questione delle partecipate (Rai inclusa) eccetera. Si prevedono resistenze di tutti i tipi, ma intanto non è peregrino chiedersi: che cosa si farà di questi soldi?
• Che cosa?
Si metteranno a profitto per alleggerire il cuneo fiscale. Il cuneo fiscale è la differenza tra quello che l’impresa spende per un lavoratore dipendente e quello che il lavoratore si mette in tasca, vale a dire la differenza tra il lordo e il netto. Lo stipendio lordo comprende, per esempio, contributi e tasse, del cui peso spesso i dipendenti neanche si rendono conto. Ebbene, il fondo per l’alleggerimento del cuneo fiscale dovrebbe diminuire sia la quota di versamenti allo Stato dell’imprenditore che quelli del lavoratore. Ne dovrebbe derivare una maggiore disponibilità di denaro per tutti, quindi un aiuto alla ripresa della domanda interna e con questo - incrociamo le dita - un rilancio della nostra economia. Se ci rimettiamo a comprare, le fabbriche dovrebbero ricominciare a produrre.
• Bene. La legge di stabilità è tutta qui?
No, si tratta di un provvedimento - un tempo detto “legge finanziaria” - con il quale si indirizza la politica economica dell’anno prossimo. Va assolutamente approvato prima di Natale e per questo oggi il governo porrà quasi sicuramente la fiducia, in modo da far decadere tutti gli emendamenti. Poi dovrà tornare al Senato per il varo definitivo. Il presidente dela commissione Bilancio, intervistato da SkyTg24, ha spiegato che i punti più importanti sono tre: il taglio del cuneo, la salvaguardia per altri 17 mila esodati (950 milioni messi a disposizione nel periodo 2014-2020), la lotta all’anatocismo.
• “Anatocismo”, sarebbe?
Il vizio delle banche di applicare gli interessi sugli interessi. Boccia considera molto importanti anche le borse di studio per i medici specializzandi, che dovrebbero limitare la fuga all’estero di questi giovani cervelli. A questo pacchetto si deve aggiungere lo slittamento al 24 gennaio (dal 16) del pagamento della cosiddetta mini-Imu. Si armi di pazienza, ora glielo spiego: i Comuni avevano il diritto di aumentare, a loro beneficio, il 4 per mille dovuto per la seconda rata dell’Imu poi abolita. Il 40 per cento di questo extragettito - sostanzialmente illegittimo - doveva essere pagato entro il 16 gennaio, con l’accordo che lo Stato lo avrebbe poi restituito. Questa scadenza è stata rinviata di otto giorni, ma, in compenso (ahinoi), il tetto per la Tasi (servizi indivisibili dei Comuni, tipo l’illuminazione pubblica e la manutenzione delle strade) è stato riportato al 2,5 per mille dall’1 di prima. Si è alleggerita invece l’imposizione sui terreni agricoli. Ancora: le pensioni comprese nella fascia fra tre e quattro volte il minimo (più o meno fra 1.500 e 2000 euro) saranno adeguate al 95% del costo della vita e non più solo al 90%. Chi ha un incarico nella pubblica amministrazione ed è pensionato, infine, non potrà in nessun caso mettersi in tasca più di 302 mila euro lordi l’anno di emolumenti.
• Polemiche politiche?
La manovra non piace né al presidente di Confindustria Giorgio Squinzi (che ha detto di capire i forconi) né ai quattro sindacati Cgil-Cisl-Uil-Ugl. Brunetta ha parlato di «suk in commissione Bilancio. La maggioranza era riunita con il governo non per trovare soluzioni per gli italiani ma per fare marchette, provvedimenti ad personam per singole categorie, al fine di acquisirne i consensi».