18 dicembre 2013
Tags : Manuele Fior
Biografia di Manuele Fior
• Cesena 1975. Autore di fumetti. Collabora con The New Yorker, Le Monde, Vanity Fair, Feltrinelli, la Repubblica ecc. Vive a Parigi.
• «Ha vinto il più importante premio fumettistico: quello del miglior libro al festival di Angoulême. Lo stesso che ha consacrato Art Spiegelman, Marjane Satrapi e Gipi. Quello che pochissimi italiani (oltre a Gipi: Hugo Pratt, Milo Manara, Attilio Micheluzzi e Vittorio Giardino) sono riusciti a ottenere (...) L’ha ottenuto da outsider assoluto, anche perché Cinq mille kilomètres par seconde è pubblicato in lingua francese da Atrabile, un piccolo editore svizzero (da noi Cinquemila chilometri al secondo è edito da Coconino Press-Fandango). Vi si narra l’evoluzione di un rapporto a tre attraverso tempi e luoghi distanti, disegnato e scritto da chi ha imparato a giocare delicatamente con parole e immagini, distribuendo pesi ed emozioni come un funambolo sul filo. (...) “Da ragazzino ero un appassionato dei supereroi della Marvel. Sul fumetto popolare ci sono dispute accese, e rischi che se lo difendi ti guardino pure male. Io non conosco il fumetto popolare italiano, ma se mi mostrano un classico dei supereroi Marvel so dire di cosa si tratta e anche chi è il disegnatore (...) Un mio sogno è quello di fare, prima o poi, un fumetto dell’Uomo Ragno (...) Le leggi da rispettare in quel campo sono piuttosto strette. E questo prova la grandezza di alcuni loro autori (...) Ho scoperto Igort e Mattotti. In Germania negli anni Novanta il mondo dell’architettura ha iniziato la sua crisi, e lì c’era un editore che lanciava il fumetto italiano. Così ho conosciuto questi autori straordinari, che sono diventati il mio punto di riferimento, perché aprivano gli orizzonti: alla pittura, e anche al cinema, alla musica, alla letteratura”» (Luca Raffaelli) [Rep 11/6/2011].
• «“(...) Ogni fumettista ha un suo modo di procedere, io non scrivo mai per prima la sceneggiatura per poi illustrarla. Ho un’idea degli snodi fondamentali della storia, ma poi lascio che siano le tavole a imporre il ritmo. Certi disegni, certe espressioni dei personaggi finiscono per essere determinanti, spiegano più di molte parole. I fumetti non sono un romanzo illustrato, come diceva Hugo Pratt (...) Il fumetto autoriale può parlare di tutto, di qualsiasi aspetto della realtà, anche delle vite delle persone. Dylan Dog, Tex, Diabolik vanno benissimo, ma con i fumetti si può fare anche altro” (...) Famiglia friulana, padre pilota dell’Aereonautica militare e madre insegnante, ha cominciato a disegnare da bambino. “Come capita a molti fumettisti è una passione che comincia presto. Disegnando Goldrake, per esempio. Ho sempre desiderato fare questo mestiere, ma naturalmente i miei premevano per un’istruzione tradizionale. Mi sono laureato in Architettura a Venezia facendo un soggiorno Erasmus a Berlino, dove mi sono trasferito finita l’università. Da allora in Italia non sono più tornato (...) alla fine l’Erasmus cambia – o rovina (dice ridendo) – le vite. Si prende gusto a imparare lingue straniere mai studiate prima, a conoscere persone interessanti. Credo che ormai si sia formata una specie di strato sociale a parte, una comunità di nuovi europei che sono andati a studiare all’estero e sono stati marchiati da quell’esperienza. In Cinquemila chilometri al secondo si affaccia anche il rovescio della medaglia, il fatto di sentirsi un po’ nomadi, senza una vera appartenenza. Un po’ di identità va perduta e certe volte fa male, è il prezzo che si paga per la libertà”. Dopo Berlino, dove ha trovato subito lavoro come architetto, Manuele si è trasferito in Norvegia per stare vicino alla fidanzata di allora. (...) “(...) Preferisco personaggi inventati perché sono più libero di maltrattarli come mi pare”. Finita la relazione con la ragazza norvegese, Fior sceglie la Francia, perché il suo amico Alessandro Tota gli offre di ospitarlo per qualche tempo e perché in fondo Parigi (con Bruxelles) è il cuore del fumetto europeo. “Mi sono sentito subito a casa, un certo calore latino mi mancava. La Francia mi sembra un’Italia che funziona (...) C’è una comunità di disegnatori italiani piuttosto solida. Dopo la generazione di Lorenzo Mattotti, Tanino Liberatore e Igort, sono passati da Parigi o vivono ancora qui Gipi, che vinse Angoulême nel 2006, Alessandro Tota, Luigi Critone, Francesco Cattani, Piero Macola”» (Stefano Montefiori) [Cds 20/2/2011].
• Nel 2013 ha pubblicato un nuovo romanzo a fumetti, L’intervista (Coconino Press-Fandango).