17 dicembre 2013
Tags : Simone Farina
Biografia di Simone Farina
• Roma 18 aprile 1982. Ex calciatore del Gubbio (B). «Eroe del calcio italiano» che non si prestò alle combine del calcioscommesse 2011, ne ricavò una «convocazione onoraria» in Nazionale e un premio nella serata di gala del Pallone d’oro. Nel settembre del 2012, dopo che il Gubbio rescisse il suo contratto per «motivazioni tecniche», rimase senza squadra e decise di entrare nello staff tecnico dell’Aston Villa. Nel settembre del 2013 nominato consigliere del settore giovanile e scolastico della Federcalcio.
• «Sconosciuto difensore (...) ha denunciato il tentativo di corruzione della banda del calcioscommesse, rifiutando duecentomila euro per truccare la partita di Coppa Italia col Cesena (...) Ha percorso tutta la sua carriera in terza serie (...) Guadagna novantamila euro l’anno, meno della metà dei soldi facili che gli aveva promesso Alessandro Zamperini, suo ex compagno nelle giovanili della Roma» (Enrico Currò) [Rep 23/12/2011].
• «Simone Farina non è più un terzino. Eppure fugge, pur non essendo né un delinquente e nemmeno un pentito. Banalmente è un cittadino: uno a cui hanno offerto di compiere un reato e lui ha risposto no grazie, e poi lo ha denunciato. Simone Farina doveva essere un simbolo del calcio italiano, in parte lo è stato con Prandelli che lo chiama in Nazionale e Blatter che lo invita alla premiazione del Pallone d’oro, doveva diventare un logo, una bandiera da esporre ogni domenica, l’uomo, unico e solo, che aveva denunciato il calcioscommesse. Il buono contro i cattivi. Doveva diventare una fiction. E invece Simone Farina è diventato il personaggio di un film di Paolo Sorrentino, sembra Toni Servillo con i capelli lunghi biondi, a vivere in una campagna inglese piovosa quando a Roma c’è il sole, emigrante alla ricerca dell’anonimato, calciatore al contrario, allergico ai flash, disturbato dalle interviste, in fuga dai titoli dei giornali. Che è successo? Farina è scappato. Ha denunciato il suo ex compagno Zamparini, ha fatto arrestare 30 persone, inchiodato gli Zingari, scoperchiato una cloaca. E ora è finito nel catalogo dei cervelli in fuga italiani, talento dell’onestà, talento raro nel mondo in cui era capitato. Simone Farina oggi vive qui, Birmingham, Inghilterra. Non gioca più. Insegna calcio e lealtà ai ragazzini. Veste la tuta gloriosa azzurra e bordò dell’Aston Villa, frequenta corsi di inglese intensivi, passa la sua giornata nei tre campetti di allenamento in sintetico del Gordon Cowans park (…), mangia con i bambini qui accanto ai campetti, al The Villa entra solo per le interviste (…) Un giorno, mentre sei un terzino così così del Gubbio, un giorno viene un vecchio amico che avevi conosciuto ai tempi della Roma, si presenta con una Porsche bianca e ti chiede di vendere una partita della tua squadra. Tu dici no grazie, ne parli con la società, decidi di dirlo alla Federcalcio, come è normale farlo, anche perché le regole prevedono così. Poi scopri che però quello con la Porsche era amico di mafiosi slavi, aveva contatti con gente con il cognome da camorristi o amici della banda della Magliana e quello che tu hai raccontato viene prima tenuto in un cassetto e poi quando un magistrato, quasi per caso, lo riceve sulla scrivania viene giù tutto. Scopri che tutto è cominciato da te. Perché sei l’unico a pensarla così: tu solo hai parlato. Gli altri sono sempre stati zitti. In fondo lo sanno tutti, in serie A e in Nazionale, a fine stagione ci sono partite “meglio due feriti che un morto”. A fine stagione capita di baciare le scatole di scarpe con i soldi di una combine e l’anno dopo sei a giocare nelle squadre importanti di A. Capita di finire in galera e due mesi dopo esultare sotto la curva dei tuoi tifosi, osannato. All’improvviso, dopo aver denunciato quello con la Porsche bianca, scopri di essere un marziano. E allora la pioggia di Birmingham non è poi così male. Almeno l’estate si sta freschi» (Giuliano Foschini) [Rep 31/10/2012].