17 dicembre 2013
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Biografia di Antonio Fallico
• Bronte (Catania) 1945. Presidente di Banca Intesa a Mosca.
• «Strana la vita. Si comincia appassionandosi alla lingua e alla letteratura russe all’università e si finisce per diventare uomo di fiducia di Silvio Berlusconi a Mosca. Dopo che una banca ti ha chiesto di curare i rapporti con quella che, all’epoca, era ancora l’Unione sovietica. Storia (vera) di Antonio Fallico (...) dottore in Lettere e in Economia e commercio, materia che ha poi insegnato all’Università di Verona. Un passato da assessore proprio a Bronte, dal 1974 Fallico vive a Mosca, dove è diventato una sorta di ambasciatore italiano del settore economico e finanziario in Russia. (...) Nel 2003, dopo aver rappresentato il Banco ambrosiano veneto e Banca Intesa presso la Banca centrale della Federazione russa, è stato nominato presidente di Zao Banca Intesa di Mosca, prima banca a capitale interamente italiano a ottenere la licenza a operare nella Federazione russa (Berlusconi presenziò all’inaugurazione con il premier russo di allora, Fradkov). Un anno dopo è stato eletto presidente dell’Associazione Gim-Unimpresa, a cui aderiscono oltre 130 imprenditori italiani che operano in Russia. Cariche che gli hanno permesso di stringere rapporti con i vertici del potere a Mosca, da Breznev a Gorbaciov: nel 2008, Vladimir Putin gli ha conferito l’Ordine dell’Amicizia, come riconoscimento del contributo ai rapporti economico-culturali tra Italia e Russia» (f. riz.) [Gds 26/5/2010].
• «(…) È il presidente di Zao Banca Intesa (sussidiaria del gruppo Intesa San Paolo) e cugino di Marcello Dell’Utri o almeno così va dicendo da decenni. (…) Fallico è l’uomo di Putin in Italia. Cura gli interessi economici della Russia e quindi soprattutto gli affari energetici che rappresentano il 70% delle esportazioni verso l’Italia. La Zao Banca Intesa, che presiede, ha il mandato di advisory della Gazprom, il colosso energetico controllato direttamente dallo Stato, per tutta l’attività italiana, dalla vendita di gas al progetto di metanodotto South Stream. “Il professore” ha rapporti diretti con il Cremlino, con il premierato di Putin, con la presidenza di Dmitri Medvedev. È console onorario della Russia a Verona (gli è stata concessa anche la possibilità di rilasciare visti). A Verona ha voluto che fosse inaugurata presto la sede della rappresentanza italiana della Gazprom. È l’italiano più potente di Mosca» (Giuseppe D’Avanzo, Andrea Greco e Federico Rampini) [Rep 8/12/2010].
• «C’era una volta un ragazzo siciliano che credeva nel comunismo; un idealista che condivideva le lotte dei braccianti di Bronte e credeva che l’Urss fosse la terra della giustizia sociale. Oggi quel ragazzo che militava nel Psiup (il Partito socialista italiano di unità proletaria) e poi nel Pci, è l’italiano più influente a Mosca, il banchiere che intermedia i rapporti tra Eni e Gazprom, che guida l’insediamento di colossi come Enel, Pirelli e Indesit sul mercato russo. Di lui si è detto di tutto: che è il misterioso intermediario degli affari tra Berlusconi e Putin di cui parlava Hillary Clinton nel famoso dispaccio svelato da Wikileaks; che è la longa manus della finanza cattolica all’ombra del Cremlino; che è stato una spia del Kgb; che è cugino di Dell’Utri (“solo compagni di scuola”) e che avrebbe fatto affari anche col figlio di don Vito Ciancimino. E c’è chi dice che il personaggio del suo romanzo Prospettiva Lenin, pubblicato da Feltrinelli con lo pseudonimo di Anton Antonov (parla di un giovane idealista siciliano che si trasferisce in Urss e viene arruolato nel Kgb), sia sempre lui. Cosa c’è di vero? Antonio Fallico, presidente di Banca Intesa a Mosca, ha sempre taciuto. (…) “L’idea di Berlusconi era di importare il gas, che lasciava libero l’accordo di Gazprom con Eni del 2007, tramite una società privata partecipata da Centrex e dall’imprenditore Mentasti. Noi come Banca Intesa avevamo il mandato di Asm di Brescia e poi di A2A e abbiamo perseguito il cammino inverso: fare importare il gas alle municipalizzate, perché riteniamo che il gas sia un bene di tutti ed è giusto che non sia una società privata a portarlo in Italia e rivenderlo alle municipalizzate per guadagnare due volte. La bolletta del gas è già abbastanza onerosa per tutti noi”. Massimo Ciancimino dice che avevate progettato insieme una società per l’importazione di gas, come replica? “È un sognatore, non l’ho mai incontrato”» (Ferruccio Pinotti) [Set 1/3/2013].