10 dicembre 2013
Tags : Terry De Nicolò
Biografia di Terry De Nicolò
• (Maria Teresa) Bari 1972 (~).
• «(...) Prostituta (...) famosa per essersi concessa anche all’ex assessore del Pd Sandro Frisullo, fa la ragazza immagine e di tanto in tanto appare nei salotti tv di Michele Santoro, Monica Setta e Gad Lerner (...) si è anche dovuta difendere dalle (presunte) persecuzioni del finanziere che coordinava le inchieste sul premier, il colonnello Nicola Paglino, arrestato (...) per stalking» (Claudio Pappaianni ed Emiliano Fittipaldi) [Esp 29/7/2010].
• «(...) Ha incontrato sia l’allora vicepresidente regionale Sandro Frisullo, sia il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. “E leggendo i verbali di Gianpaolo Tarantini (...) ho avuto la certezza che mi organizzava appuntamenti con politici e manager soltanto per ottenere favori e appalti, anche se diceva che voleva aiutarmi a risolvere i miei problemi economici”. Per i pomeriggi trascorsi con l’esponente del Pd “mi consegnò ogni volta 500 euro. Quando sono stata a palazzo Grazioli ne ho presi 1000. Ma lì non mi sono fermata per la sera, questo voglio ribadirlo chiaramente. Io non ho avuto rapporti sessuali con il premier. Quella cena la ricordo bene perché mi sarebbe tanto piaciuto tornare, lo chiesi a Gianpaolo ma lui non mi ha più invitata. Mi fece andare in albergo e quando venne a prendermi aveva due macchine con una decina di ragazze. Accanto a me c’era Carolina Marconi, quella del Grande Fratello. Le altre non le conoscevo. Alla serata parteciparono una ventina di donne e cinque uomini. Oltre al presidente, ad Apicella e a Gianpaolo c’erano un noto imprenditore e un uomo delle istituzioni molto famoso. Prendemmo l’aperitivo e prima di cenare il premier ci fece vedere il video ‘meno male che Silvio c’è’”. Gli incontri con Frisullo avvenivano invece “nell’appartamento di via Extramurale Capruzzi. Verso gli inizi del 2008 Tarantini sapeva che avevo difficoltà a pagare il mutuo della casa e mi disse che voleva farmi incontrare un uomo potente che avrebbe potuto aiutarmi. Già dopo la prima volta Frisullo cominciò a chiamarmi, mi mandava sms chiedendo di potermi rivedere. Ci incontrammo un mese dopo e lui fu molto galante, dolce. Promise che mi avrebbe aiutato. Mi disse anche che avrebbe voluto avere con me un rapporto diverso, più intenso. Ebbi come la sensazione che volesse mettere da parte Gianpaolo, anche per sottrarsi alle sue richieste. Lo vidi ancora un’altra volta, sempre con le stesse modalità, ma poi decisi di allontanarmi perché avevo saputo che vedeva altre ragazze. Sospettavo che il tramite fosse sempre Tarantini, ma non chiesi nulla perché comunque avevo deciso che non l’avrei più visto. A quel punto Gianpaolo mi propose di incontrare un manager della sanità e mi organizzò un appuntamento in un albergo con Antonio Colella. Lui mi disse di essere un medico e in seguito scoprii che era una manager della Regione. Ci vedemmo due o tre volte, poi arrivò l’estate e la vita di Gianpaolo prese una svolta diversa”. Terry non nega di essere stata amica di Tarantini e di sua moglie “e per questo adesso mi addolora scoprire che lui mi ha svenduto come una escort per cercare di salvarsi”» (F. Sar.) [Cds 12/8/2009].
• «C’è un’altra prostituta, dopo Patrizia D’Addario, che racconta di una notte con Silvio Berlusconi a palazzo Grazioli. È Maria Teresa “Terry” De Nicolò, 38 anni, barese, una delle escort che Gianpaolo Tarantini inviò nella residenza romana del presidente del Consiglio. Il 19 giugno 2009 De Nicolò viene interrogata come persona informata dei fatti dai pm Giuseppe Scelsi e Marco Di Napoli, titolari dell’inchiesta su un giro di tangenti, cocaina e prostitute con al centro Tarantini. Il cosiddetto Bari-gate. (…) L’altro viaggio del quale si parla è a Roma. È quello in cui Terry finirà a letto con Berlusconi, e altre due donne, a palazzo Grazioli. Settembre 2009. “Non ricordo la data esatta”. Sempre su richiesta di Tarantini la escort vola da Bari alla capitale (“ho trovato il biglietto elettronico in aeroporto”). Il motivo della visita? “Al telefono Gianpaolo non mi ha voluto dire nulla, perché forse, non so, temeva già delle intercettazioni. Mi ha detto soltanto: ‘Vieni a Roma’, io gli ho chiesto perché. ‘No, vieni a Roma, andiamo a cena’. Pensavo che fosse una cosa tra me e lui, nel senso come era successo a Cortina o a Milano”. La telefonata arriva la mattina, mentre De Nicolò sta facendo colazione. È una convocazione immediata. (…) Sotto il suo albergo ad attendere Terry ci sono due auto scure con autista. “La Bmw e un’altra macchina. Con dentro Tarantini, l’unico uomo, e cinque sei o sette ragazze. In due auto. Quando siamo arrivati al palazzo (Grazioli), abbiamo aspettato un po’ fuori, pensavo che ci perquisissero. Nella corte, si chiama così?, siamo entrati con le auto e poi ci siamo fermati un po’ di tempo, forse per avere l’ok per salire su. Però la cosa che mi ha colpito è stata la mancanza assoluta di controlli, che mi ha scioccato, che le devo dire del metal detector. Io abituata a vivere in America, dove veramente lì ti controllano anche al supermercato, mi ha stupita, e ci sono rimasta male”. De Nicolò parla di una cena e di un dopo cena. A cui parteciparono una “quindicina” di ragazze provenienti da “varie parti d’Italia”. Finito di mangiare, dice, “ero un po’ in imbarazzo, nel senso, non conoscendo le persone lì, mi ero chiesta dove fossero finiti (Berlusconi e Tarantini), poi sono andata in un salottino e li ho visti parlare lì. Ho detto ‘cosa facciamo? È tardi!’. Lui (Tarantini) ha detto: ‘No, oh, io me ne vado, tu fai quello che vuoi!’. Un investigatore chiede a Terry: “‘Fai quello che vuoi’ o ‘sarebbe opportuno che tu rimanessi qua’?”. “No vabbè, l’ha detto in maniera diplomatica. Sì, era sottinteso che volesse che io rimanessi. Però non è stata una cosa obbligata. Lui ha detto: ‘Fai quello che senti’”. (…) Il pm Scelsi domanda a Terry che cosa ha fatto dal momento in cui Tarantini è andato via al momento in cui lei ha lasciato il palazzo la mattina. “Ho dormito lì, in una stanza, in una delle tante stanze, poi al mattino ho fatto colazione insieme a queste altre ragazze e a Berlusconi. Poi lui si è allontanato, forse è arrivato qualcuno con cui doveva parlare, fatti loro. Poi dovevamo aspettare che fuori la situazione si calmasse per poter andare via io con queste altre ragazze. Quando sono uscita, questo autista mi ha accompagnato in hotel, dove c’era Tarantini con il suo autista, sono andata su in hotel, ho preso il bagaglio, tutto di corsa, la borsa, dimenticando quelle cose, e poi siamo ripartiti per Bari”. Dopo qualche resistenza (“è la mia vita privata”) De Nicolò ricorda come ha trascorso la notte. “Delle ore ho dormito da sola e delle ore invece, alcune ore sono stata con queste ragazze, queste due di Roma, e Berlusconi”» (Paolo Berizzi) [Rep 3/8/2010].
• «No, non è gossip. È un trattato di antropologia culturale quello che Terry De Nicolò, probabilmente Teresa, consegna al suo intervistatore in un video che da giorni migliaia e migliaia di persone stanno scaricando in rete. (…) Dice Terry De Nicolò che “Tarantini è un imprenditore di grande successo, un mito”. (…) È stato bravissimo e lo è, perché lui “ha vissuto giorni da leone mentre gli altri vivono 100 anni da pecora”. Mussolinianamente, un mito. Se ora si trova nei pasticci è per via “dell’invidia, sono tutti invidiosi, è tutto mosso solo dall’invidia”. (…) “Quando sei onesto non fai grande business, rimani nel piccolo. Se vuoi arrivare in alto devi rischiare in proprio, devi rischiare il culo. Per avere successo devi passare sui cadaveri degli altri ed è giusto che sia così”. È giusto che sia così. Chi lo nega non è mosso da una diversa visione delle relazioni fra gli uomini ma da un risentimento personale: è invidioso, perché tutti potendo farebbero come Berlusconi, se non lo fanno è perché non possono. Difatti la sinistra “ha rotto le palle” con questa “idea moralista che tutti devono guadagnare duemila euro, tutti devono avere i diritti”. Eccheppalle, i diritti. “Se vuoi guadagnare ventimila euro al mese ti devi mettere sul campo. Ti devi vendere tua madre. È così”. (…) “La bellezza, come dice Sgarbi, è un valore. È come la bravura di un medico. Se sei bella e ti vuoi vendere devi poterlo fare. Se sei racchia e fai schifo devi stare a casa. È così da che mondo è mondo. Tutte queste storie sul ruolo delle donne, che palle, quelle che non lo vogliono fare stiano a casa e non rompano i coglioni”. Cioè: se una ha belle gambe non ha altri problemi della vita, ogni donna è seduta sulla sua fortuna come scrivono persino certi editorialisti, le belle vendono la patonza come i dottori la loro sapienza e finita lì. Le racchie a casa, a meno che non vogliano investire sul futuro: che significa farsi la quinta di reggiseno dal chirurgo e tirarsi un po’ su le natiche. Una piccola spesa che vale la partita, l’Esteta apprezzerà e ti retribuirà per questo. L’Esteta, dice proprio così Terry De Nicolò, è l’Imperatore: “Davanti all’Imperatore non ti puoi presentare con una pezza da cento euro, devi avere minimo un abito di Prada. Perché lui è un esteta, apprezza la bellezza” (…)» (Concita De Gregorio) [Rep 19/9/2011].