9 dicembre 2013
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Biografia di Silvano Dalla Libera
• Vivaro (Pordenone) 20 ottobre 1946. Imprenditore. Vicepresidente di Futuragra. Primo «tech-agricoltore» italiano, il 19 gennaio 2010 il Consiglio di Stato accolse il suo ricorso contro il ministero delle Politiche agricole, autorizzandolo a coltivare mais ogm. Successivamente, l’allora ministro Luca Zaia bocciò la richiesta con un decreto, controfirmato dal ministro della Salute, Ferruccio Fazio, e da quello dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo. Dalla Libera annunciò ricorso. Le spighe vennero infine effettivamente piantate il 13 aprile 2013.
• «Cresciuto tra i campi e le scuole serali di Don Giusto Pancino, “il confessore di Mussolini”, punta a passare alla storia come il primo contadino Ogm d’Italia. (...) Questo benedetto Ogm lo scoprì una ventina di anni fa. “Se ne parlava tanto, andai in America a vedere le piante di soia e di mais. Mi son detto: non possiamo essere competitivi, noi con la zappa e loro con quelle tecnologie...” (...) Un’azienda agricola da 25 ettari, nel 2006 decise di passare all’azione. Con alcuni amici fonda Futuragra, “per rivendicare la libertà di scelta e d’impresa in un mondo, come quello agricolo, pieno di burocrazia”. (...) “Per anni abbiamo dialogato con gli scienziati per capire a fondo l’argomento. Finché ho detto: dobbiamo passare a qualcosa di più sostanziale”. Ha creato un bel pandemonio... “Siamo sempre stati nella legalità: abbiamo presentato domanda di semina al ministero dell’Agricoltura. Respinta. Il Tar boccia il primo ricorso per difetto di forma. Mi rivolgo al Consiglio di Stato, ed eccomi qui (...) Seminerò con un preciso obiettivo: che gli scienziati lo possano esaminare, portando i risultati – sanitari, ambientali, economici – all’attenzione del popolo italiano. Voglio chiamare le scolaresche: i bambini potranno toccare con mano il mais Ogm e capire che con Frankenstein non c’entra nulla. (...) In Italia importiamo il 90% della soia, tutta Ogm. I nostri prodotti tipici, che pure possono fregiarsi della scritta ‘Ogm free’, ‘senza Ogm’, sono prodotti da animali che hanno mangiato soia geneticamente modificata: così il Grana Padano, il Parmigiano Reggiano, il San Daniele, il Parma e via dicendo (...) Il mais sano lo vogliono tutti. In Italia (...) produciamo del mais che, aggredito dalla piralide, genera tossine cancerogene. Per farlo rientrare nei limiti viene tagliato con del prodotto importato dall’Est Europa che, qualitativamente, non è mais, è crusca. Perché dovrebbero rifiutare il mio mais?”» (Francesco Spini) [Sta 7/2/2010].