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 2013  dicembre 08 Domenica calendario

Il Pd va alle primarie • Matteo Salvini è il nuovo segretario della Lega • I 1.200 conti (da chiudere) dello Ior • Fischiato il regista della Traviata moderna • Internet ci ruba due ore di vita al giorno

 

Pd Il Pd va alla sfida delle primarie. «Matteo Renzi, il rottamatore che vuole “cambiare verso” al Pd e all’Italia, voterà a Firenze; Gianni Cuperlo, l’ex delfino di D’Alema che chiede il cambiamento ma rivendica la continuità con la sinistra, a Roma; Pippo Civati, l’outsider che vuole un Pd più radicale e moderno e vuole mettere fine al governo delle larghe intese, a Monza. Si saprà stasera chi dei tre sarà il nuovo segretario, ma ben dopo la chiusura dei seggi (i novemila gazebo che aprono alle 8 e chiudono alle 20). Il successore del traghettatore Guglielmo Epifani non è l’unica incognita: conterà molto anche la partecipazione, prevista in calo. L’asticella minima è fissata sui due milioni, ma non sarà facile raggiungerli. L’elezione è attesa anche dal governo, visto che potrebbe avere non poca influenza sulla stabilità dell’esecutivo. Renzi ieri ha lanciato l’estremo appello: “Ora o mai più, questa è l’ultima occasione per cambiare l’Italia. O lo facciamo insieme o perdiamo tutto”. Cuperlo ha spiegato che “il ventennio va chiuso a destra, ma anche a sinistra. Serve una rottura positiva”. Civati all’ultimo comizio ci è arrivato in ritardo, in linea con una campagna all’insegna dell’austerity : la benzina della Punto dell’organizzatore è finita e il candidato ha dovuto fare l’autostop. All’ultimo momento, è sceso in campo anche Romano Prodi. Nelle scorse settimane aveva annunciato che non avrebbe votato, anche per non farsi “tirare per la giacchetta”. Due giorni fa, la retromarcia: “In questa drammatica situazione non si può restare a casa”. All’annuncio del voto, manca il destinatario della crocetta. Il sindaco di Firenze la vede così: “A occhio vota per me o per Civati, non credo Cuperlo”. Civati ci spera: “Ci terrei moltissimo al suo voto, ma l’importante è che ci sia lui”. Cuperlo: “Il voto di Prodi è una bellissima notizia”». (Trocino, Cds)

Lega 1 Milanese, 40 anni, leader storico dei Giovani padani, Matteo Salvini è il nuovo segretario della Lega. Lo hanno deciso i militanti nordisti alle primarie del movimento che si sono svolte ieri. Per l’avversario Umberto Bossi, il risultato è stato amaro: solo il 18% contro l’82% di Salvini. I suoi sostenitori, imbronciati, danno la colpa all’affluenza e soprattutto ai pm che hanno comunicato la chiusura delle indagini sulla «family» e sul Senatur giusto il giorno dopo che quest’ultimo era riuscito a raccogliere le firme per la sua candidatura. Eppure, dal punto di vista dell’affluenza, le primarie non si possono certo definire un flop. Sui 17.047 aventi dritto hanno votato in 10.221, pari al 60%. [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno]

Lega 2 Il Carroccio di Matteo Salvini avrà come primo bersaglio «questa Europa, che non è l’Unione Europea ma l’Unione Sovietica. Un gulag»: «La parola d’ordine sarà: basta euro». Il neoleader ha anche annunciato alcuni referendum. Uno sull’abolizione dei prefetti, storico cavallo di battaglia padano, e soprattutto quello per abolire la riforma Fornero.

Ior Lettere di chiusura a 1.200 correntisti dello Ior, la banca vaticana, per oltre 300 milioni. I cosiddetti «conti laici». Nelle lettere sono indicate tre date. Quella di invio: 19 settembre. Poi il 4 luglio, quando il board (o consiglio di sovrintendenza) dell’Istituto ha stabilito di limitare i rapporti di conto «alle istituzioni cattoliche, ecclesiastici, dipendenti o ex dipendenti del Vaticano titolari di conti per stipendi e pensioni nonché diplomatici accreditati presso la Santa Sede». Ultima data, quella di chiusura dei conti: 30 novembre 2013. «La lista dei 1200 conti è al centro di molte preoccupazioni sia in Italia sia in Vaticano. Proprio quando la Santa Sede si appresta — sulla base di ragionevoli aspettative — a raccogliere un successo nella valutazione del suo Report in progress da parte del Comitato Moneyval che sarà esaminato da domani a Strasburgo. Le preoccupazioni, in Italia, sono legate innanzitutto all’identità dei detentori dei conti. Perché se alcuni nomi sono persone del tutto ordinarie, come la segretaria di un vecchio cardinale, oppure il nipote di papa Pacelli, altri invece sarebbero di importanti personalità italiane. Tutti i 19 mila clienti (compresi i cardinali della Commissione di sorveglianza, presieduta da Tarcisio Bertone ) hanno ricevuto poi una seconda lettera per la cosiddetta Cdd ( revisione delle posizioni dei clienti a fini antiriciclaggio). A ciascuno è stata assegnata una scala di rischio da 1 a 5: il massimo è attribuito alle «persone politicamente esposte» che nel caso del Vaticano sono i cardinali, cioè personalità che per la loro influenza possono condizionare il sistema. Si tratta di una procedura standard internazionale: il massimo rischio ai fini antiriciclaggio è attribuito ai capi di governo, ai ministri e così via. Qualche cardinale, come quello di Lima, o qualche vescovo, non l’hanno presa bene e hanno cambiato banca. Ma in Italia (dalla Banca d’Italia, all’agenzia delle Dogane e delle Entrate) si è preoccupati anche per le procedure di chiusura che sono state e saranno seguite. Questi soldi torneranno in Italia? E se sì, come? Tanto per capire: l’ultimo scudo fiscale per il rientro di capitali dal Vaticano è stato di un importo complessivo di un solo milione di euro. In ogni caso, come ha anticipato il Corriere.it , ci saranno presto i nostri finanzieri alla frontiera con il Vaticano. Scopo: controllare il passaggio di contante, visto che secondo l’Aif vaticana nel 2011 ci sono state 658 operazioni in entrata superiori ai diecimila euro e 1.894 in uscita. Mentre le Dogane italiane ne hanno rilevate 3 in ingresso e 21 in uscita. Stessa storia nel 2012: all’Aif sono state denunciate 598 operazioni in ingresso e 1782 in uscita, alle dogane italiane solo 4 in entrata e 13 in uscita» (Calabrò, Cds)

Traviata «La Traviata» di Giuseppe Verdi ha inaugurato sabato sera la nuova stagione del teatro alla Scala di Milano. Applausi e rose rosse per i protagonisti, soprattutto per Violetta, il soprano Diana Damrau, non ha convinto invece la regia del russo Dmitri Tcherniakov, che ha suscitato la reazione del loggione: numerosi «buu», «vergogna» e «vai a casa» sono stati urlati quando il regista è uscito al termine dell’opera. Non è piaciuto, in particolare, il secondo atto ambientato in una cucina « finto rustico con angioletti appesi al lampadario e bambola sul controbuffet», con Violetta «a contendere il mattarello ad Alfredo in grembiulino impegnato a impastare la pizza. La metamorfosi da lorette di successo a casalinga qualunque la redime, ma la rende opportunamente sciatta. Con i capelli spettinati e un vestito beige penitenziale accoglie papà Germont (il baritono Zeliko Lucic) che, secondo il libretto, si dice stupito di tanto lusso che però vede solo lui. Violetta gli serve il tè, come si addice a una padrona di casa, senza scomporsi più di tanto alle sue richieste di lasciare il figlio scapestrato. A sua volta Alfredo ascolta le rampogne paterne affettando rabbiosamente peperoni e zucchine e tagliandosi pure un dito, unico dolore che sembra gettarlo davvero nello sconforto» (Manin, Cds).

Tempo libero Una ricerca firmata da Scott Wal-lsten e apparsa fra i saggi del seriosissimo National Bureau of Economic Research dice che gli americani godono, in media, di cinque ore di tempo libero al giorno che, per metà, passano davanti alla tv. Una quota crescente, però, preferisce Internet. Quelli che su Internet vanno per passare il tempo e non solo per lavorare o studiare non sono tantissimi (i dati si fermano al 2011) circa uno su sei, di più se con l’età scendiamo agli anni dell’università e, soprattutto, del liceo. Per gli studenti, il giro online è un must, nel 20-30 per cento dei casi. Comunque, chi sceglie Internet per il proprio tempo libero dedica alla rete circa 100 minuti al giorno, un terzo dei 300 minuti di tempo libero medio. In quei 100 minuti non rientrano quelli passati su Internet per motivi di lavoro o di studio, ma neanche quelli dedicati a scrivere o leggere le mail o quelli passati a vedere i programmi tv trasmessi in rete o i video da scaricare da YouTube e neppure le sessioni di videogames. Sono cento minuti di vera e propria vita in Rete su Facebook, Twitter, Google. Senza il web, di quei 100 minuti, 29 sarebbero stati dedicati a intrattenimenti di vario genere, il grosso (12 minuti) alla tv, compresi YouTube e la tv su Internet. Altri 27 minuti sarebbero stati utilizzati per lavoricchiare un po’ da casa, 12 sarebbero stati dedicati al sonno, 7 a qualche lavoretto casalingo, 6 allo studio di una lingua straniera, 4 a rilassarsi sul divano e altri 5 a chiacchierare con la vicina di pianerottolo o a telefonare ad un amico. Secondo la ricerca sono gli uomini più delle donne a cercare rifugio online, in particolare i neri, seguiti dagli asiatici. Bianchi e ispanici vengono dopo. Chi sceglie il computer invece della pizzeria o della discoteca guadagna, in genere, meno di 30 mila dollari l’anno. Sopra questa quota, il ricorso al computer per riempire il proprio tempo libero scende drasticamente, quasi alla metà (Ricci, Rep).

(a cura di Roberta Mercuri)