Fior da fiore, 6 dicembre 2013
Napolitano dice che il sistema proporzionale è superato • In cinque anni le famiglie hanno perso il 9,4% del loro potere d’acquisto • La crescita della spesa pubblica • Due prosciutti su tre vengono dall’estero • In Europa ci sono tre milioni di posti di lavoro che nessuno vuole • È morto Nelson Mandela
Legge elettorale Dopo la bocciatura di punti chiave dell’attuale legge elettorale da parte della Corte costituzionale, Giorgio Napolitano ribadisce che «il Parlamento resta pienamente legittimato a operare» e «diventa ormai imperativa quella espressione di volontà attenta a ribadire il già sancito dal 1993 superamento del sistema proporzionale». La giornata dopo la sentenza della Corte costituzionale è cominciata in Parlamento con uno scontro con i 5 Stelle: dopo aver occupato i banchi del governo, hanno protestato definendo «illegittimi» il Parlamento e il governo e chiedendo di tornare al voto con il Mattarellum. Hanno poi abbandonato l’Aula per protesta. Anche Forza Italia sulla stessa posizione del M5S. [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno]
Famiglie/1 Sostiene l’Inps che da quando, nel 2008, è iniziata la crisi, il potere d’acquisto delle famiglie italiane ha subito un tracollo del 9,4%. Nel 2012 il peggiore di tutti: meno 4,9%. Nello scorso anno, inoltre, il reddito disponibile lordo delle famiglie non è andato oltre i 1.030 miliardi di euro, ossia 19 miliardi sotto il livello del 2008. Ogni famiglia ha avuto a disposizione 775 euro in meno rispetto a cinque anni prima. Nel periodo preso in esame dall’Inps, che va dal 2001 al 2012, il Pil pro capite dell’Italia, cioè la ricchezza reale prodotta da ciascuno di noi, è diminuito del 6,5%. Ciò si traduce in un impoverimento di 1.586 euro a testa, circa 3.800 (vale a dire più di 300 euro al mese) in media a famiglia. Siamo gli unici in Europa: il Portogallo ha raggiunto -4,1%; la Spagna ha fatto +2,8; la Francia +4,3; il Belgio +7,9; l’Olanda +8; la Germania +13,2. Mentre ogni italiano si impoveriva di 1.586 euro l’anno, ogni cittadino della Germania si arricchiva di 3.556 euro (Rizzo, CdS).
Famiglie/2 Il 14,1% delle famiglie meridionali vive con meno di mille euro al mese. Al centro e nord la percentuale è del 5,1% (ibidem).
Spesa pubblica Nel 2001 la spesa pubblica al netto degli interessi ammontava a 522 miliardi di euro, nel 2012 sfiorava i 720 miliardi, con una crescita prossima al 38%. La pressione fiscale, di conseguenza, era salita dal 41,3% del Pil nel 2001 al 44% dello scorso anno. Soltanto nel 2012 le famiglie hanno pagato 10 miliardi di imposte in più rispetto al 2011: 407 euro ciascuna (ibidem).
Prosciutti Roberto Moncalvo, presidente della Coldiretti, ha spiegato che oggi in Italia «due prosciutti su tre provengono da maiali allevati in Olanda, Danimarca, Francia, Germania e Spagna senza che questo venga evidenziato chiaramente in etichetta. Ogni 1.500 prosciutti stranieri un italiano perde il lavoro». Per questo motivo, l’associazione dei coltivatori e allevatori italiani ha bloccato i tir stranieri in entrata sull’autostrada del Brennero e ha portato dei maialini in piazza Montecitorio.
Lavoro In Europa, dove ci sono 26 milioni di disoccupati, dice Adecco che i posti di lavoro vacanti sono 3 milioni. In Italia si sono registrate 46mila offerte di lavoro senza risposta, in Germania più di un milione, 300mila in Francia, 10mila in Grecia. Adecco dice che la Germania ha difficoltà nel «reperire sufficienti talenti adeguatamente formati in matematica, informatica, scienze naturali e tecnologia» per coprire 90mila posti di elevato profilo. La Svizzera, invece, è scoperta soprattutto sul fronte sanitario: il 40% degli incarichi ospedalieri è già ricoperto da cittadini stranieri. Le professioni che, nell’ultimo trimestre dello scorso anno, hanno ottenuto il maggior numero di assunzioni: sviluppatori di applicazioni e software, addetti alla cura delle persone, infermieri, tecnici medici e farmaceutici, insegnanti, dalla prima infanzia a universitari, e le segreterie amministrative specializzate (Grion, Rep).
Mandela/1 È morto Rolihlahla Nelson Mandela, 95 anni. L’annuncio è stato dato in diretta tv dal presidente sudafricano Zuma. Madiba, come Mandela era conosciuto in Sudafrica (dal nome del suo clan), era da mesi in condizioni critiche. A fine giugno era stato ricoverato a Pretoria per una grave infezione polmonare da cui poi si era ripreso. Mandela trascorse 27 anni in carcere. Fu liberato l’11 febbraio 1990 dal governo bianco. Nel 1993 vinse il premio Nobel con l’ultimo presidente bianco Frederik de Klerk, con cui pose fine al regime segregazionista. Nel 1994 fu il primo presidente nero eletto. Si dimise dopo cinque anni.
Mandela/2 Nato in una capanna a Mvezo, tra le colline del Transkei (oggi Eastern Cape). Il suo nome, Rolihlahla, significa «colui che spezza i rami». Il primo insegnante lo ribattezzerà Nelson. A 9 anni muore il padre. La madre lo conduce nel villaggio vicino, Qunu, sotto l’ala del capo Jongintaba. È lei a spingerlo negli studi. A 21 anni entra all’università per neri di Fort Hare dove studia inglese, antropologia, legge. Adora il ballo e il teatro. Quando Jongintaba decide per lui nozze combinate, scappa con un amico a Johannesburg, procurandosi i soldi vendendo due mucche del capo. Vive nella township di Alexandra, studia a lume di candela. Nel ’43 si laurea per corrispondenza in Legge. Conosce Evelyn. Si sposano nel ’44. A 26 anni abita a Soweto, studia da avvocato alla Wits, unico nero della classe. È eletto capo dei giovani Anc (l’African National Congress). Con Oliver Tambo apre uno studio legale. Primo arresto nel 1956. Esce dopo due settimane e trova la casa vuota: Evelyn, che non sopporta il suo impegno e i suoi flirt, se n’è andata con i figli (e, ricorderà lui, con le tende). Nella sua vita entra Winnie, che lavora in ospedale, intravista alla fermata dell’autobus. Dopo le proteste per il massacro di Sharpeville (1960) è imprigionato per 5 mesi. Assolto, si dà alla clandestinità. Fonda «la Lancia della Nazione», l’ala militare dell’Anc: azioni di sabotaggio, mai contro i civili. Lo arrestano in auto il 5 agosto 1962. In suo discorso in tribunale passa alla storia: «Nella mia vita mi sono battuto contro la dominazione bianca, e mi sono battuto contro la dominazione nera. Ho creduto nell’ideale di una società democratica e libera, in cui tutti vivano insieme in armonia e con uguali opportunità. È un ideale a cui spero di dedicare la vita. Ma se necessario è un ideale per cui sono pronto a morire». Dal 1964 sconta l’ergastolo a Robben Island. Sul braccio il tatuaggio con il numero 466/64. Spaccare pietre nella cava gli procura lesioni agli occhi. Rifiuta la libertà offertagli dal governo in cambio dell’autoesilio al suo villaggio. Passano 6 anni prima che lasci Robben Island. Nel 1985 il presidente Botha gli offre la libertà a condizione che rigetti la violenza. La risposta è in una lettera che la figlia Zindzi legge al popolo dell’Anc in uno stadio gremito: «Solo gli uomini liberi possono negoziare: la mia libertà e la vostra non possono essere separate. I will return». Ritorna l’11 febbraio 1990. Nel ’92 si separa da Winnie. Nel ’93, insieme con de Klerk, riceve il Nobel per la Pace. Il 27 aprile 1994 viene eletto presidente del Sudafrica. Nel 1998, il giorno dell’80esimo compleanno, sposa Graça, vedova del presidente del Mozambico Samora Machel. L’anno dopo, a fine mandato, lascia la politica. Nel 2004 si ritira a vita privata. Gli sopravvivono tre figlie (i due maschi sono morti, uno per incidente, l’altro per Aids). L’interno della sua casa color pesca, che dà sullo stradone dove passano i camion, l’ha voluto identico alla villetta del carcere di Paarl dove passò gli ultimi due anni di prigionia, che considerava «tra i più belli» della sua vita (Farina, CdS).
Impala Il suo animale preferito: l’impala, che «supera gli ostacoli con grazia».
Paradiso «Se vado in paradiso, cercherò subito la sede dell’Anc» (Mandela).
(a cura di Daria Egidi)