5 dicembre 2013
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Biografia di Francesco Corallo
• Catania 1960. Imprenditore. Conosciuto come il «re delle slot machine», titolare della Atlantis/B-Plus, un giro d’affari di 30 miliardi all’anno. Destinatario nel maggio del 2012 di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Milano su presunti finanziamenti illeciti concessi dalla Bpm, ai tempi in cui era guidata da Massimo Ponzellini, era latitante a Santo Domingo. Si costituì nell’agosto del 2013: « Il 29 maggio 2012, infatti, Ponzellini era finito agli arresti domiciliari accusato, tra le altre cose, proprio di un finanziamento sospetto da circa 150 milioni di euro concesso alla società Atlantis/B-plus – attiva nel settore dei giochi d’azzardo e di cui era titolare Francesco Corallo – per comprare nuove slot machine, in cambio di una presunta mazzetta da oltre 1 milione di euro girata all’ex presidente di Bpm e la presunta promessa di 3,5 milioni di sterline. (…) Corallo risponde di associazione per delinquere in quanto il reato di corruzione, inizialmente contestato, è caduto poiché Banca popolare di Milano (…) ha rimesso la querela» (S24 5/8/2013). Nell’ottobre del 2013 il gip di Milano ha revocato gli arresti domiciliari disponendo l’obbligo di firma. Un po’ di notorietà l’aveva avuta anche nell’autunno del 2010, durante il caso della casa di Montecarlo ereditata da An in cui abitava Giancarlo Tulliani, cognato di Gianfranco Fini (proprietaria una società delle Antille).
• «(...) È il proprietario del gruppo Atlantis che, con sedi ad Amsterdam e Londra, controlla slot machine e videopoker in tutto il mondo (...) Possiede tre casinò a Saint Martin (...) due a Santo Domingo e uno a Panama (...) Ha visto archiviare due processi a suo carico per traffico di droga e riciclaggio sostenuti dalla Procura di Roma sulla base di informative di finanza e polizia che lo volevano legato al boss del narcotraffico boliviano, l’ex parà Marco Marino Diodato. È figlio di Gaetano, che ha scontato sette anni e mezzo per associazione a delinquere e affiancò Nitto Santapaola nella scalata (fallita) ai casinò italiani negli anni Ottanta. (...) Per anni l’amministratore di Atlantis World Giocolegale (il braccio italiano del gruppo, oggi ribattezzato Bplus) è stato Amedeo Laboccetta, vecchio missino napoletano, storico amico di Fini che nell’agosto del 2004 portò il leader di An a immergersi nei mari antillani di Saint Martin (l’Espresso lo immortalò a cena con Laboccetta nel ristorante del casinò di Corallo)» (Corrado Zunino) [Rep 27/9/2010).
• «(...) Ha la fedina immacolata. Non ha subito mai una condanna e non è mai stato indagato in alcuna inchiesta» (Daniele Mastrogiacomo) [Rep 8/10/2010].
• «Corallo ha ottime entrature politiche tra gli ex di An e si serve dello stesso fiduciario, James Walfenzao, che ha “montato” la struttura societaria per la compravendita della casa di Montecarlo abitata da Giancarlo Tulliani, cognato di Gianfranco Fini» (Mario Gerevini) [Cds 19/10/2012].
• «Una cartella di documenti inediti riapre il giallo dell’appartamento nel Principato di Monaco che due anni fa, nei mesi della rottura tra Fini e l’allora premier Silvio Berlusconi, aveva portato ad evocare le dimissioni del presidente della Camera. Si tratta di carte spuntate a sorpresa nell’abitazione di Francesco Corallo, titolare del gruppo Atlantis World (ora Betplus), che in pochi anni è diventato un colosso delle slot machine e delle scommesse legali, grazie alle licenze concesse dai Monopoli di Stato. I documenti sono stati sequestrati durante le indagini sui finanziamenti concessi dalla Banca Popolare di Milano alle società di Corallo (…) Finora non si era mai saputo che in quel palazzo romano la Finanza ha sequestrato anche una serie di documenti che testimoniano l’esistenza di stretti legami fra il proprietario del gruppo Atlantis e i fratelli Tulliani. Ci sono le copie dei passaporti di Elisabetta e Giancarlo. E c’è un modulo di registrazione per l’apertura di un conto in una banca di Saint Lucia, intestato a una società immobiliare chiamata Jayden Holding, di cui Giancarlo Tulliani viene definito “beneficial owner”. Ovvero, l’effettivo beneficiario dei titoli della società.
Cosa se ne faceva, di questi documenti, un personaggio come Corallo, diventato miliardario con i giochi di Stato? (…) Nei primi mesi del 2008, le copie dei passaporti dei Tulliani e il modulo bancario per il conto offshore sono stati inviati via fax dagli uffici di Roma di Corallo allo studio di Montecarlo di James Walfenzao: esattamente lo stesso fiduciario che rappresentava il compratore (rimasto anonimo) dell’appartamento di Boulevard Princess Charlotte, dove viveva in affitto Giancarlo Tulliani. Walfenzao è anche il rappresentante legale del Francesco Corallo Trust, una delle entità estere che compongono un gruppo articolato fra Italia, Gran Bretagna e St. Marteen, nelle Antille olandesi, dove l’imprenditore risulta residente e possiede alcuni casinò (…)» (Paolo Biondani e Luca Piana) [Esp 25/10/2012].