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 2013  dicembre 04 Mercoledì calendario

Ieri il consiglio dei ministri ha approvato il nuovo Isee, quell’indicatore economico che ci fa capire se abbiamo diritto a una qualche agevolazione sociale oppure no

Ieri il consiglio dei ministri ha approvato il nuovo Isee, quell’indicatore economico che ci fa capire se abbiamo diritto a una qualche agevolazione sociale oppure no. Il presidente del Consiglio, Enrico Letta, dà molta importanza a questa riforma: «Il nuovo Isee serve ad affrontare lo scandalo dei finti poveri e pone il tema di un diretto rapporto tra la situazione reale e l’accesso al welfare e ai diritti. Abbiamo visto lo scandalo di chi andava all’università in Ferrari» e pretendeva il rimborso delle tasse d’iscrizione.

Io partirei dall’inizio. Esisteva già un Isee e adesso c’è un altro Isee?
L’acrostico, o sigla, Isee significa "Indicatore situazione economica equivalente". L’aggettivo "equivalente", abbastanza misterioso, significa che la situazione economica del nucleo familiare viene confrontata con una situazione tipo, o situazione standard. Le risparmio calcoli e ragionamenti relativi, come le distinzioni, filosofico/burocratiche, tra "famiglia convenzionale", "famiglia angrafica", "nucleo familiare distinto" eccetera. Scendiamo dall’empireo amministrativo al terra-terra della nostra vita quotidiana. Lei vuole mandare il figlio in piscina e le dicono che, se appartiene a una certa classe Isee, potrà avere uno sconto. Per ottenere questo sconto bisogna andare all’Inps o al sindacato (Caf) e riempire un modulo nel quale si indicano: redditi del nucleo familiare, patrimonio mobiliare (cioè quanti saldi nel conto corrente, possesso di bot o azioni ecc.), patrimonio immobiliare (case, terreni), nucleo familiare, caratteristiche del nucleo familiare. A parte il primo punto, certificato dalla dichiarazione dei redditi, il resto è tutto auto-dichiarato. Cioè, lei scrive quello che vuole e l’amministrazione deve crederci, salvo prova contraria. Se si dicono bugie, c’è il penale. Ma chi si occupa del penale? La celebre ragazza, di cui in altri tempi avremmo saputo nome, cognome e indirizzo e che adesso è protetta dall’iniqua legge sulla privacy voluta da Rodotà, andava all’università in Ferrari e pretendeva di rientrare delle spese. A Padova, una vecchia di settant’anni, anche qui colpevolemnte sottratta alla stampa, con reddito da 220 mila euro l’anno, villa con piscina, 14 immobili affitati, esigeva che il figlio prendesse la laurea gratis. Sia la ragazza che la vecchia avevano scritto nella loro dichiarazione Isee quello che avevano voluto.  

• Quanti sono i casi di questo tipo, in Italia?
Un’infinità. L’ultimo rapporto della Guardia di Finanza, riferito al periodo gennaio-ottobre 2012, parla di ottomila controlli e 2.500 furbi. Se facciamo la proiezione su 45 milioni di adulti, viene fuori che ci sono in Italia 15 milioni di uomini e donne che truffano lo Stato. Controprova: i dipendenti pubblici denunciati nei primi dieci mesi dell’anno scorso sono stati cinquemila. Il danno accertato provocato da tutti questi nostri concittadini è pari a tre miliardi. Si soffermi sulla parola "accertato": e quello non accertato quanto vale? Venti miliardi? Trenta miliardi?  

Questo per via dell’autocertificazione. Invece adesso l’autocertificazione non sarà più possibile.
L’espressione giusta è: l’area dell’autocertificazione viene ridotta. Una parte dei dati sarà autocdertificata, mentre i dati fiscali più importanti, come il reddito complessivo e le prestazioni ricevute dall’Inps, saranno compilate direttamente dalla pubblica amministrazione. Il sistema Serpico del Fisco può ormai accedere direttamente ai nostri conti correnti e sapere quanto ha in banca ciascuno di noi, cioè ciascun membro del nucleo familiare. Tenga conto di questo: il 50% delle famiglie che gode di una qualche agevolazione sociale vuole farci credere che ha redditi inferiori ai 7.000 (settemila!) euro l’anno. La Bce, nel marzo scorso, ci ha informato che gli italiani, pur con redditi tra i più bassi del continente, ha accumulato negli anni passati patrimoni per 108.700 euro. Indovini quale dei due dati è menzognero.  

Siamo sicuri che con la nuova Isee tutto questo finirà?
Ha detto ieri il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini: «Con l’Isee vigente finora, in cui tutto è auto-dichiarato, si è verificata una sistematica sottodichiarazione sia del reddito (anche rispetto al reddito Irpef) sia del patrimonio [...] l’80% dei nuclei familiari in riferimento al patrimonio mobiliare dichiara di non possedere neanche un conto corrente o un libretto di risparmio, dato non coerente con quelli pubblicati dalla Banca d’Italia. Ora verranno incrociate le diverse banche dati fiscali e contributive, saranno integrati dati e prestazioni a livello nazionale e locale. Inoltre, la riforma prevede non solo una definizione più ampia del reddito ed un maggior peso della situazione patrimoniale, ma anche una forte attenzione alle famiglie più numerose e alle diverse condizioni di disabilità».  

Lei ci crede?
Tecnicamente si può fare, anzi tecnicamente oggi si può fare molto di più: in teoria il fisco sa già tutto e potrebbe risparmiarci persino la fatica della dichiarazione annuale e tassarci direttamente. Naturalmente, se per caso si proverà a fare sul serio, ci saranno le solite manifestazioni, rivolte, lobbies in Parlamento. Aggiungo: tutto sarebbe più credibile se la pressione fiscale diminuisse un minimo. Un popolo di tartassati è troppe volte un popolo di imbroglioni per necessità (eccezion fatta per chi ha le Ferrari e le ville con piscina).