3 dicembre 2013
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Biografia di Gianni Chiodi
• (Giovanni) Teramo 25 aprile 1961. Commercialista. Politico (Pdl). Presidente della Regione Abruzzo (dal 3 gennaio 2009, ha battuto l’esponente del centrosinistra Carlo Costantini), già sindaco di Teramo (2004-2008). Dal 24 marzo 2014 membro del Comitato di presidenza di Forza Italia.
• «Il serio e distinto “professionista prestato alla politica” che Berlusconi ha presentato a Montesilvano, provincia di Pescara, attribuendogli anche l’enorme merito di “essere bello”» (Fulvio Milone) [Sta 25/11/2008].
• «L’uomo che in campagna elettorale aveva invitato i giovani a mandare curricula per posti di lavoro che avrebbero ottenuto quando lui fosse stato eletto» (Unt 15/4/2009).
• Nel settembre del 2008, quand’era sindaco di Teramo, fu indagato per disastro colposo in seguito al crollo della discarica La Torre avvenuto nel febbraio del 2006. Nel maggio del 2013 il Tribunale lo assolse con formula piena. Il pm aveva chiesto 16 mesi di reclusione.
• Nel febbraio 2014 venne resa nota l’apertura di un’inchiesta da parte della procura di Pescara nell’ambito dell’indagine cosiddetta Rimborsopoli relativa alle spese dei gruppi regionali usati per fini personali (in cui Chiodi è coinvolto per truffa, falso e peculato). Il fascicolo riguardava la nomina di Letizia Marinelli a consigliere di Parità regionale, arrivata il 16 maggio 2011, due mesi dopo aver trascorso una notte nella stanza 114 dell’Albergo Del Sole a piazza del Pantheon, a Roma, in compagnia di Chiodi. La stanza, secondo gli inquirenti, fu pagata con i soldi pubblici regionali. Chiodi, in un’intervista al Corriere della Sera, ammise pubblicamente la sua «debolezza», ma negò pressioni in favore della Marinelli.
• «“È stato un errore. Ho già parlato con mia moglie Daniela e con la più grande delle mie tre figlie, Eleonora, che ha 22 anni e studia a Roma. Ci ho già parlato e ci riparlerò, confido nella loro comprensione e alla fine, malgrado tutto, spero di tenere unita almeno la mia famiglia. Poi, dopo l’incontro che avrò coi magistrati, parlerò chiaro anche ai cittadini...”. (…) Il governatore della Regione Abruzzo sta soffrendo, la voce gli si incrina un paio di volte (…), citerà Terenzio (“Homo sum, humani nihil a me alienum”, nulla di ciò che è umano mi è estraneo) e poi anche Gandhi (“Non bisogna aspettare che passi la tempesta, ma imparare a ballare sotto la pioggia”), cercando conforto nella letteratura e così preparandosi all’interrogatorio del 4 febbraio 2014 davanti ai pm Giuseppe Bellelli e Giampiero Di Florio, a Pescara, dov’è accusato insieme con altri 24, tra consiglieri e assessori, di truffa, peculato e falso nell’ambito dell’indagine sui rimborsi spese della Regione Abruzzo. La “debolezza” del governatore, spuntata dalle carte dell’inchiesta pescarese, risale alla notte del 15 marzo 2011, un soggiorno all’albergo Del Sole, a Roma, vicino al Pantheon, stanza 114, in compagnia di una donna che non era sua moglie e che due mesi dopo – attenzione – vedrà preferito il suo curriculum a quello di altre 22 concorrenti e otterrà così un incarico pubblico quadriennale alle Pari opportunità regionali, con tanto di nomina del ministero del Lavoro. Insomma, è forte il sospetto che l’interesse privato, personale di Chiodi, abbia sconfinato in modo pesante nella sfera pubblica. (…) “Ho fatto un errore, lo ripeto, una cosa che è finita lì, ma ora provo pure una grande amarezza. Perché qui mi si vuol far passare per uno che ha fatto la cresta alle spese, che ha chiesto rimborsi che non gli spettavano e che si è approfittato in tutti i modi del suo ruolo pubblico, del suo potere. Ebbene, io qui lo posso dire, senza tema di smentite, che quello di cui si parla non era un concorso pubblico e che quella persona, che oggi prende 200 euro al mese per il suo incarico, 200 euro ho detto, io non l’ho mai favorita. Il suo curriculum, piuttosto, fu valutato da una commissione regionale di cui facevano parte pure i sindacati, dico la Cgil, capito?, cioè voi immaginate che io possa andare dalla Cgil a chiedere di favorire una persona...”. “E nemmeno lei (…) la donna che ha dormito con me nella stanza 114 e che per rispetto adesso vorrei tenere fuori, mi ha mai chiesto niente, mai un aiuto, una protezione... Una relazione personale, di tre anni fa, sottolineo, che diventa pura macelleria, ecco quello che mi amareggia: famiglie massacrate, carriere esposte al pubblico ludibrio. E questo per un puro obiettivo politico, io lo so, perché il 25 maggio (2014) in Abruzzo si vota ed è chiaro che qualcuno mi vuole far fuori. Ma non s’illudano i miei nemici, saranno gli elettori a dirmi, quel giorno, se dovrò andar via...”. Chiodi è anche pronto a documentare il suo racconto, dice che la stanza d’albergo la pagò lui stesso in contanti (340 euro) e che poi presentò – come sempre – al suo ufficio in Regione la fattura per il rimborso, “ma il foglietto era chiaro – puntualizza il governatore – indicava che la camera era stata occupata da due persone, perciò non so se la cosa sia sfuggita all’ufficio regionale o alla Ragioneria, stiamo ricostruendo, toccava a loro decurtare dal rimborso la spesa sostenuta per l’ospite” (…)» (Fabrizio Caccia) [Cds 29/1/2014].
• Sposato con Daniela, tre figlie.