2 dicembre 2013
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Biografia di Roberto Cenni
• Prato 14 settembre 1952. Imprenditore. Creatore del marchio Sasch. Politico. Dal 2009 sindaco di Prato (centrodestra, dopo 63 anni di governo del centrosinistra).
• «“Ricco di suo”, quindi onesto, per molti che l’hanno votato (...) Ha lasciato l’azienda ai due figli grandi Giacomo e Claudia, restando presidente onorario, e ha lasciato la presidenza della Fondazione Cassa di risparmio di Prato. Tanto per evitare conflitti di interessi. Gli amici di Cenni, a Prato, non sono né Benigni, né lo scrittore Veronesi, né il medievista Cardini, uomo di destra che contro di lui annunciò il voto avverso. Né il vescovo, che invitò a non esagerare col razzismo anticinese. I suoi sodali sono Carlo Conti e Giorgio Panariello, che in campagna elettorale gli ha suggerito di creare i “Cantucci”, angoli di città con eventi di spettacolo e di cultura. Tramite Carlo Conti, da (...) anni, Sasch sponsorizza Miss Italia e Miss Italia nel mondo. (...) Cenni nella sua azienda non conosce crisi, dice che i suoi dipendenti a Prato aumentano, che lui non occupa cinesi. Che ha preso voti sia nei quartieri di via Pistoiese (Chinatown), sia in quelli ricchi come la Pietà, dove lui abita» (Andrea Garibaldi) [Cds 24/6/2009].• Definito un «sindaco anti-cinesi (...) Nella città più cinese d’Europa, promettendo “tolleranza zero” contro il lavoro nero, riuscì a conquistare la città dopo 63 anni di dominio rosso. (...) “Non sono un sindaco anti-cinese, sono un uomo della globalizzazione” si è sempre difeso il Cenni, un po’ imprenditore e un po’ sindaco, e sempre molto in imbarazzo quando la prima metà era costretta a dare risposte all’altra metà nei tempi bui della ristrutturazione dell’azienda, con quasi 400 dipendenti senza lavoro. Nel 2008 tutto il distretto del tessile di Prato andò in piazza srotolando un enorme striscione tricolore. Un evento che sancì, simbolicamente, lo starter della crisi italiana che non si è ancora chiusa. L’anno successivo il Cenni riuscirà a vincere le elezioni anche sulla scia di quel malessere, il disagio di migliaia di padroncini che si trovavano la concorrenza cinese in casa. “Tolleranza zero contro il far west” è la parola d’ordine di una campagna elettorale che lo vede candidato in una lista civica ma alla guida di una coalizione che comprende anche Pdl, Lega Nord, Udc e Destra» (Giovanni Cocconi) [Europaquotidiano.it 3/12/2013].
• Sua la delibera che nel marzo del 2010 pose la condizione della conoscenza della lingua italiana come requisito per l’apertura di bar e ristoranti: «Il nuovo corso è stato approvato dal Consiglio comunale: il testo del nuovo regolamento del commercio, reso immediatamente esecutivo, richiede la “conoscenza della lingua italiana da parte del richiedente, o di un socio o di un dipendente, addetti al servizio di somministrazione, impegnati nella conduzione giornaliera dell’attività”. La conoscenza dell’italiano si potrà dimostrare esibendo un titolo di studio conseguito in Italia; un attestato di frequenza a corsi di italiano rilasciato da agenzie formative, istituti scolastici o enti pubblici; un’autocertificazione in cui si attesta il superamento di un esame (che sarà disciplinato da un altro regolamento) effettuato dal Servizio immigrazione del comune di Prato. Dietro tanto rigore, una situazione ormai ingestibile per gli amministratori pratesi. I Nas e l’azienda sanitaria chiedono continuamente di chiudere ristoranti che non rispettano le regole anche perché i titolari non sanno leggere, né tantomeno compilare, il manuale sulla sicurezza alimentare» (Camilla Conti) [Lib 24/4/2010].
• Nel dicembre del 2011 gli venne notificato un avviso di garanzia per bancarotta fraudolenta in relazione al fallimento di Sasch. Nell’ottobre del 2013 il Tribunale di Prato dispose il pignoramento della sua intera indennità di sindaco a favore di uno dei creditori dell’azienda. «La richiesta di pignoramento dello stipendio del primo cittadino era stata avanzata dal commercialista fiorentino Massimo Nuti, che vanta un credito di 330 mila euro nei confronti di Go-Fin, la holding del gruppo Sasch, fallita negli scorsi mesi. Nuti ha potuto rivalersi nei confronti di Cenni, perché questi prima di uscire dalla holding, gli aveva firmato a garanzia una fideiussione personale. Respinta dunque la tesi della difesa di Cenni, che aveva chiesto il pignoramento nella misura di un decimo o al massimo di un quinto, sottolineando come l’indennità da sindaco – circa 4 mila euro netti mensili – rappresenti l’unica fonte di reddito di Cenni, al quale sono stati sequestrati tutti i beni, compresi i conti corrente, nell’ambito del procedimento Sasch. Nelle motivazioni della sentenza, depositata nei giorni scorsi e recante la firma del presidente del collegio, Francesco Antonio Genovese, si definisce non dimostrato il fatto che l’indennità da sindaco rappresenti l’unica fonte di reddito di Cenni e si cita una sentenza della Corte costituzionale secondo la quale l’indennità da primo cittadino non è assimilabile ad una effettiva retribuzione, ma ha piuttosto un valore onorifico e come tale può essere pignorata» (Dario Zona) [Notiziediprato.it 31/10/2013].
• Il 31 ottobre 2012, per protestare contro il governo che nell’accorpamento delle province aveva messo Prato sotto Firenze, si fece intervistare seduto sulla tazza del gabinetto (Pst 31/10/2012).
• Sposato, tre figli.